sabato 16 marzo 2024

ITALIA e FRANCIA divise sulla strategia verso l'UCRAINA

La Francia di Macron sta insistende nelle ultime settimane per uan sempre maggiore presenza della NATO o dell'Europa nel conflitto ucraino, con anche la richiesta di un intervento diretto con truppe sul terreno. Appare chiaro a tutti il rischio di una escalation con la Russia che l'Italia insieme ad altri paesi non vuole assolutamente. L'Italia ripudia la guerra, e non potrebbe parteciparvi, appare inoltre del tutto inopportuno dal punto di vista militare e politico.

Mentre Macron si e' incontrato con i leader di Germania e Polonia per insistere nella sua posizione, il nostro ministro degli esteri Tajani giustamente ha sottolineato che non è previsto alcun intervento diretto dei nostri militari in quel conflitto, "Io credo che la Nato non debba entrare in Ucraina. Sarebbe un errore entrare in Ucraina" che "noi dobbiamo aiutare a difendersi", ma "entrare noi a fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale" come riporta l'Agenzia AGI

La vera esigenza e' fermare la guerra e avviare un negoziato obbligando i contendenti a confrontarsi e trovare una soluzikone come ha ribadito anche Papa Francesco nelle ultime settimane. La via diplomatica e' l'unica soluzione.

E' chiaro che la posizione della Francia nasce anche dalel sconfitte che ha dovuto subire in Africa da parte della Russia che sta espandendo la sua presenza in questo continenti. La Francia ha dovuto abbandonare Mali, Niger e Burkina Faso. 

A MILANO SERVE UNA BUONA AMMINISTRAZIONE

La Città di Milano negli ultimi mesi ha visto crescere la violenza di strada, rapine, scippi, risse, insomma la percezione dei cittadini è di una città insicura. Oltre al tema della sicurezza però per i cittadini milanesi nelle ultime settimane è cresciuta l’apprensione per una amministrazione che mostra molte lacune nella gestione della città. La controllata Milano ristorazione, già molto deficitaria per tipo di menu proposto e qualità, è stata protagonista di alcuni casi clamorosi di materiali estranei presenti nel cibo che hanno imbarazzato il sindaco che è dovuto intervenire e chiedere scusa alla cittadinanza.  Le piogge poi delle ultime settimane hanno messo in crisi il sistema viabilistico milanese, già compromesso dalle numerose piste ciclabili e aggravate dalle numerosissime buche che si sono aperte.

In città poi crescono le disuguaglianze come sottolineato dall'Arcivescovo SE Mons Delpini nella sua intervista al Corriere della sera. Anche qui invece secondo noi la tendenza dell'amministrazione è di guardare soprattutto alle esigenze dei più benestanti, delle zone del centro, dei single che vivono la città piuttosto che dare attenzione alle famiglie e alle persone più emarginate.
 

Insomma serve un cambio di passo nell’amministrazione della città e anche il sindaco se ne è accorto tanto che ha annunciato che aprirà delle sessioni di dialogo diretto tra sindaco e cittadini una volta alla settimana per raccogliere quello che i cittadini hanno da dirgli: meglio tardi che mai.


giovedì 7 marzo 2024

A Gaza è urgente fermare la guerra

 


A Gaza urge imporre una tregua per dare respiro alla popolazione affamata. Non bastano gli aiuti inviati da USA in questi giorni. Come ha detto il parroco di Gaza ad Asianews L’assalto al convoglio di aiuti, la “strage del pane” figlia della fame che si vive ogni giorno a Gaza. E conferma che bisogna fermarsi. Anche Papà Franceso ancora una volta ha fatto un appello perché la guerra si fermi. La situazione dei civili è oramai intollerabile se non muoiono sotto le bombe muoiono di fame.  Il pontefice si domanda: “Davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo, davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta, per favore! Diciamo tutti noi basta, per favore! Fermatevi!”.


https://www.asianews.it/notizie-it/Parroco-di-Gaza:-la-strage-del-pane-mostra-l%E2%80%99urgenza-della-tregua,-estremo%E2%80%99-bisogno-di-cibo-60256.html?fbclid=IwAR30__9Hc5CUEhQ4FbsHQupr5DJLeIqMMrvQXk1cU_7VLxc60KYHs5SNVyg

P. Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia a Gaza, definisce sempre più “urgente” il cessate il fuoco. Interrompere il ricorso alle armi, sottolinea ad AsiaNews il sacerdote argentino del Verbo incarnato, e al tempo stesso inviare aiuti: “Le persone muoiono - racconta - perché hanno estremo bisogno di cibo, acqua, medicinali” e quanto è successo ieri “è il segnale che la situazione è davvero grave”. 

nella Striscia il bilancio aggiornato parla di oltre 30mila morti e più di 70mila feriti sul versante palestinese, che seguono le 1200 vittime circa dell’attacco terrorista di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre scorso,

In Francia ideologia impone aborto come diritto costituzionale

In Francia con un voto a stragrande maggioranza in un contesto inusuale in cui il Congresso è stato convocato alla reggia di Versailles l'aborto entra nella Costituzione. La Francia diventa oggi il primo Paese a inserire espressamente l'interruzione volontaria della gravidanza in Costituzione anche se la formula non parla di diritto ma di fatto lo sarà perché viene inserito nella Costituzione la frase «La legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso a una interruzione volontaria di gravidanza».

Il governo francese che ha anche fatto illuminare la La Tour Eiffel con la scritta 'Mon corps, mon choix", "mio il corpo, mia la scelta" si auto esalta con il primo ministro Gabriel Attal che dichiara "la Francia si alza e si pone all'avanguardia del progresso", questa misura è stata fortemente voluta dal presidente Macron che già un anno fa si era impegnato a "rendere irreversibile" tale libertà e così sarà perché l’effetto della frase messa nella Costituzione impedirà di scrivere qualunque legge che limiti l’aborto. Un altro vincolo grave che si era cercato inutilmente di eliminare è la parola garantita che praticamente annulla qualunque obiezione di coscienza sull’aborto da parte dei medici.

L'Accademia pontificia nella sua dichiarazione afferma: "Proprio nell'epoca dei diritti umani universali, non può esserci un 'diritto' a sopprimere una vita umana”. “L’aborto, che rimane un attentato alla vita nel suo inizio, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne». Lo affermano i vescovi francesi in un comunicato in cui spiegano di aver appreso «con tristezza» dell’approvazione, avvenuta ieri in Senato, del testo di revisione costituzionale, che inserisce nella Carta fondamentale la garanzia della libertà di accesso all’aborto. Rivolgendo il pensiero a coloro, «in particolare alle donne in difficoltà», che stanno prendendo in considerazione la drammatica eventualità di ricorrere all’aborto, la Conferenza episcopale francese (Cef) «si rammarica che il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio».

Nella nota, la Pontificia Accademia per la Vita rimarca, infine, che per la Chiesa cattolica, "la difesa della vita non è un’ideologia”, come ha sottolineato Papa Francesco all’udienza generale del 25 marzo 2020, ma “una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani, proprio perché cristiani e perché umani” e che “si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza”, nella consapevolezza “che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente".

Cogliamo due commenti uno di Francesco Belletti su Famiglia Cristiana “la libertà di autodeterminazione della donna viene riaffermata in modo assoluto, senza interrogarsi sui diritti residuali - o potenziali – del nascituro” e ancora “Rimane un diritto “strabico”, che sceglie solo una parte, cancellando l’altra in modo unilaterale, per via giuridica, senza accettare la complessità della realtà – vale a dire almeno l’ipotesi - se non la piena certezza – che ci sia in gioco una seconda vita”.

Il secondo di Marina casini presidente del Movimento per la vita italiano «È abominevole quanto accaduto in Francia. Orribile che la Tour Eiffel sia stata illuminata a festa per celebrare il trionfo della morte cagionata ai più poveri dei poveri tra gli esseri umani, i più deboli, i più indifesi.” E ancora “È Uno sfregio anche della convenzione sui diritti del bambino (ONU 1989) che chiede la tutela giuridica dei bambini anche prima della nascita.»

Infatti, questa volontà assoluta della Francia di Macron, dove gli aborti sono 230mila all’anno, di non considerare in nessun modo il diritto dei bambini non ancora nati e di non vedere nella maternità la presenza di un figlio è ideologica, neanche si pone il dubbio che un diritto assoluto di aborto prevarica la vita e i diritti di un altro, il bambino, e impone anche ai medici di dare la morte ad un bambino. La vita è il diritto fontale di tutti gli altri, sembra ovvio ma ce lo si dimentica, se non vivi non puoi esercitare il diritto alla salute, il diritto alla libertà, il diritto all’uguaglianza, il diritto alla fraternità. Sul fatto che la vita inizi dal momento della fecondazione dell’ovulo, non c’è più alcun dubbio scientifico, quindi negare il diritto alla vita del nascituro è il primo passo per creare una discriminazione. L’aborto inoltre tronca due relazioni, la prima quella tra mamma e bambino che fin da subito si instaura e anche qui ci sono chiare evidenze scientifiche, la seconda quella tra l’uomo e la donna. 

 

In un periodo storico in cui il vero problema è quello delle nuove nascite la decisione della Francia appare ancora più assurda. Se guardiamo agli USA dopo la sentenza della Corte costituzionale ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade nel giugno 2022, negli stati che hanno applicato una restrizione della legge e la chiusura conseguente di molte cliniche abortive, i dati mostrano un crollo delle interruzioni volontarie di gravidanza ed una ripresa delle nascite che evidenzia anche un desiderio di maternità molto spesso soffocato da situazioni economiche e familiari che spingono all'aborto e dove invece si trovano alternative riprende slancio.

sabato 2 marzo 2024

Morte di Navalny e delle opposizioni in Russia

È morto in Russia Aleksej Navalny: è stato un attivista e politico russo fra i più noti oppositori del presidente Putin. Le cause della morte di Navalny sono ancora ignote ma sicuramente le sue condizioni generali hanno sofferto a causa dell’internamento un carcere nella zona remota della Siberia del Nord e per l'avvelenamento che aveva subito anni fa: non ci sono dubbi sulla responsabilità politica dei servizi segreti e del governo che lo ha rinchiuso in un gulag in Siberia.

Navalny era coraggiosamente tornato in Russia dopo l'avvelenamento a cui era sopravvissuto con le cure in Germania, era un fiero oppositore di Putin, ma sicuramente bisogna capire perché è stato ucciso proprio ora visto che non aveva nessuna capacità di fuggire. Qualche sito ipotizza che era vicino uno scambio di prigionieri ad alto livello e quindi si voleva evitare che fosse espatriato, altri dicono che poteva diventare un Nelson Mandela russo, in ogni caso le repressioni verso non solo gli oppositori ma anche solo chi critica la guerra in Ucraina è diventata molto dura in Russia. Un esempio sono le numerose morti misteriose che hanno colpito anche alti funzionari in questi 2 anni o proprio gli arresti di chi ha deposto fiori per Navalny alcuni dei quali poi mandati in ucraina a combattere.

Va riconosciuto molto coraggio alle migliaia di persone che hanno partecipato ai funerali svoltosi a Mosca. Uomini e donne che dimostrano che c’è una Russia che vuole cambiare, che non vuole la guerra e vuole la democrazia. Alcune fonti parlano di 128 persone in 19 diverse città della Russia sono state fermate perché’ ricordavano Navalny.

In questi giorni è strato condannato ad una multa Sergey Sokolov con l'accusa di “screditare” l'esercito russo. Sokolov è direttore del giornale Novaya Gazeta, dopo la decisione di Dmitry Muratov, Nobel per la Pace 2021, di dimettersi dalla carica perché accusato di essere un “agente straniero”. Novaya Gazeta è nota per le sue inchieste che talvolta hanno preso di mira il Cremlino, la politica del governo e gli alti funzionari, è la stessa per cui scriveva Anna Politkovskaya, uccisa nel 2006 e nota per reportage e articoli fortemente critici nei confronti di Vladimir Putin.

Ancora piu' eclatante il caso del dissidente russo Oleg Orlov, già copresidente della fondazione Memorial alla quale è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 2022, l'accusa ha chiesto per lui due anni e undici mesi di reclusione per "discredito" dell'esercito russo.

La repressione contro le voci delle opposizioni si sta facendo sempre più spudorata e Putin mostra di non avere più alcun freno e forse la morte di Navalny vuole essere un messaggio a tutti gli oppositori interni in vista delle imminenti elezioni presidenziali.

giovedì 29 febbraio 2024

Primarie in USA per la corsa alle presidenziali: un risultato inevitabile?

 

Continuano le sfide delle primarie in USA per la corsa alle presidenziali. Nelle primarie dei repubblicani la sfida e’ tra l’ex Presidente Donald Trump e Nikki Haley ex governatrice della Carolina del Sud e ambasciatrice alle Nazioni Unite dal 27 gennaio 2017 al dicembre 2018 durante la presidenza Trump. Nei Democratici Biden corre da solo contro il non voto.

 

In campo repubblicano Trump continua a vincere con margini tra 60% e 70% sia in Carolina del Sud ex stato della Haley che in Michigan, la sua vittoria alle primarie è certa ma se il 30% dei repubblicani che votano Haley non lo voterà, a novembre contro Biden, Trump rischia di perdere. La Haley probabilmente correrà fino al super thuesday e si terrà l’opzione di sostituire Trump in caso i giudici dicessero che Trump non può correre per le presidenziali. Le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto Trump fino ad ora sembrano però averlo favorito nel campo repubblicano compattando la sua base, più incerto l’effetto sugli elettori indipendenti.

 

In campo democratico cresce chi non potendo scegliere un candidato alternativo a Biden, non ce ne sono infatti, mette sulla scheda io non voto, e in particolare è successo in Michigan raggiungendo il 15%, in questo stato gli americani musulmani si sono espressamente schierati con questa scelta dichiarandosi contrari cosi alla politica di Biden sulla guerra a Gaza, anche per Biden il rischio è di perdere una fetta di elettorato decisiva a novembre in alcuni stati chiave contro Trump. Per Biden la politica estera rischia quindi di essere un problema ma lo è soprattutto la sua età.

 

Insomma, il partito dei No Biden e No Trump cresce senza avere alternative di candidati terzi, alla fine se non ci saranno problemi di salute o sentenze correranno Biden e Trump e vincerà chi perde meno voti nel proprio campo. Una corsa che dividerà ancora di più la politica e la società americana che forse vorrebbe una diversa alternativa che al momento non esiste però.


ILVA e ITA sono due casi aperti da moltissimi anni

ILVA e ITA sono due casi aperti da moltissimi anni in Italia ed emblematico di come in Italia si trascinino alcune vicende economiche e i debiti ad essi associati senza una vera risoluzione.

L'ILVA prima di proprietà privata poi commissariata oscilla tra tentativi di chiusura per inquinamento e tentativi di rilancio. Il primo commissariamento fu nel 2012, poi nel 2018 ci fu l’acquisizione da parte di Arcelor Mittal e ora per l'ennesima volta si parla di commissariamento con una compensazione pubblica ovviamente per il gruppo privato indiano.

Arcelor Mittal non ha mantenuto le promesse di investimento ma forse era già poco credibile fin dall'inizio perché' aveva fatto lo stesso in altri grossi impianti in Europa. Ad aggravare la situazione dell'ILVA è la questione giudiziaria, incombono infatti le sentenze ambientali, il rischio è che l'Italia perda la sua capacità produttiva nell’acciaio che è una risorsa ed un asset fondamentale per lo sviluppo. In questi anni l'ILVA di Taranto ha già molto diminuito la sua produzione, e molti posti di lavoro sono stati già persi.

Nel frattempo, la questione di una gestione più rispettosa dell’ambiente non è stata risolta né sono state attivate bonifiche significative.

La compagnia aerea ITA nata dallo scioglimento di Alitalia non e’ riuscita a decollare potremmo dire e richiede nuovi investimenti, in questo caso si era trovato un buon accordo tra Germania e Italia con l'acquisizione da parte di Lufthansa che avrebbe tratto certamente dei vantaggi da questo acquisto ma che aveva anche interesse a tenere viva e investire su ITA. Per problemi puramente politici la Ue sta bloccando l'acquisizione, persino i sindacati aerei tedeschi se ne lamentano e accusano la Ue di ritardare una acquisizione necessaria per non perdere posizioni verso compagnie extra-Ue. Il caso ITA - Lufthansa sembra ripercorrere quanto avvenne per la mancata fusione in ambito ferroviario tra la tedesca Siemens e la francese Alstom, a volte l'antitrust europea fa più danni piuttosto che favorire  gli interessi dell'*industria europea.