Cosa ci suggerisce il risultato dei 5 referendum a cui gli italiani erano chiamati a rispondere? La prima cosa del tutto scontata che ancora una volta i referendum non raggiungono il quorum sufficiente per essere valide, accede così da molti anni, a parte il caso del referendum sull’acqua del 2011. Questa volta i votanti sono stati solo il 30%.
Questo
dipende dal fatto che il tema su cui vengono posti i quesiti referendari non
interessa significativamente le persone che spesso giustamente ritengono che le
questioni su cui sono stati chiamati a dare un parere in realtà andrebbero affrontate
e risolte in Parlamento, la vera sede legislativa. Inutile evocare la necessità
di abolire il quorum che invece è un requisito giustissimo per evitare che una
minoranza possa stravolgere quello che la maggioranza rappresentata dal
parlamento ha legiferato, si creerebbe un vulnus.
Visto che i referendum non raggiungono il
quorum andrebbe invece affrontato il tema di innalzare il numero di firme da
raccogliere, solo un tema di vero interesse popolare deve essere sottoposto a
referendum.
Sul merito
dei referendum odierni 4 riguardavano temi inerenti al lavoro, su leggi fatte
10 anni fa dallo stesso PD che ora ne ha proposta la modifica. I quesiti sono
stati osteggiati dalla CISL e secondo anche molti
esperti non avrebbero fatto tornare la situazione precedente perché nel
frattempo erano intervenute altre riforme. È interessante poi notare come un
mondo del lavoro che deve affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale sia
stato sottoposto a quesiti oramai superati dai fatti, se migliorie avrebbero potuto essere introdotte lo strumento non sarebbe stato questo. In realtà era
solo un riposizionamento del PD sulle posizioni più a sinistra.
La sinistra dimostra ancora una volta di non saper leggere la realtà e i cambiamenti in atto, come dimostra anche l’unico referendum di vero interesse che poteva essere quello sulla cittadinanza, un tema complicato e anche in questo caso il referendum non era lo strumento adatto per intervenire sul tema. Tra l’altro in Italia già oggi molte sono le nuove cittadinanze e l’Italia non è certo “indietro” se confrontato con gli altri paesi europei in termini di numeri assoluti. I risultati su questo quesito poi mostrano che c'e' anche a sinistra una significativa contrarieta a facilitare la concessione della cittadinanza.
Ancora peggio è doveroso dirlo, caricare di
una volenza politica questi referendum dando quasi un significato di plebiscito
contro o a favore del governo, un uso scorretto dello strumento del referendum
che infatti è fallito, un piccolo suicidio dell'opposizione.
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