La sfida per le elezioni americane a novembre sarà dunque tra Kamala Harris e Donald Trump.
Kamala Harris è stata scelta dai leader del partito democratico e imposta di fatto alla convention che l'ha acclamata, il suo punto debole sarà innanzitutto la sua legittimità come candidata e il fatto di essere rappresentante della leadership, Trump continua a proporsi invece come l’anti sistema e paladino di quella classe media che ha sofferto negli ultimi decenni, come conferma anche la scelta del suo candidato vice presidente Vance, i temi della sua campagna rimangono la difesa dall’immigrazione incontrollata, dalla violenza nelle città, contro la politica economica cinese e l’agenda verde e contro le tasse minacciate dalla sua avversaria.
Kamala Harris è stata presentata invece alla convention come la candidata della speranza e della gioia contrapposta quindi a Trump dipinto come il candidato che punto solo sui timori della gente e che rappresenta inoltre un pericolo per la democrazia. Per Kamala Harris una questione critica per la sua campagna elettorale resta la guerra in Medio Oriente che potrebbe sottrargli consensi nel mondo mussulmano americano.
In questa
campagna elettorale sorprendente si è poi assistito all’ultimo colpo di scena
con il terzo candidato indipendente Kennedy figlio di Bob Kennedy ucciso negli
anni Sessanta, che ha rinunciato alla sua campagna elettorale e si è schierato
con Trump, oltre al clamore della notizia di un Kennedy che vota repubblicano e
subito bollato come traditore dalla sua famiglia, rimane il fatto di un
candidato respinto dal partito democratico che ne ha ostacolato anche la
candidatura come indipendente e che ora trova credito nel campo di Trump.
Vedremo quanto anche questa decisione sposterà i consensi.
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