giovedì 8 maggio 2014

Miracolo pro-life per Paolo VI


Riconosciuto il miracolo avvenuto per intercessione di Paolo VI, si tratta della guarigione di un bambino nel grembo materno. L’evento straordinario è avvenuto negli Stati Uniti, quando il bambino era al quinto mese di gravidanza e si trovava in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale. La conseguente presenza di liquido nell’addome e l’assenza di liquido nel sacco amniotico avevano indotto i medici a diagnosticare la morte quasi certa del piccolo o, nella migliore delle ipotesi, sue gravissime malformazioni alla nascita. I sanitari, come spesso aviene purtroppo in quesi casi, avevano consigliato ai genitori di dare l’autorizzazione per l’aborto. La mamma però si era rifiutata e, su suggerimento di una suora italiana che l’aveva conosciuto, aveva chiesto l’intercessione di papa Montini. Successive analisi avevano mostrato il miglioramento della situazione e la nascita era avvenuta all’ottavo mese tramite parto cesareo e con il neonato in buone condizioni generali. Il bimbo, del quale non è stata rivelata l’identità per ovvie ragioni di privacy e protezione dei minori, è ora un adolescente di 13 anni e conduce un’esistenza normale. Insomma un miracolo prio-life per il Papa dell'Humane vitae, che in un periodo sociale difficile, caratterizzatio da spinte per il riconoscimento della liceità dell'uso dei metodi anticoncezionali sia nella società che nella Chiesa, ribadì la difesa della vita e il legame inscindibile tra atto unitivo e procreativo, mettendo cosi un freno ad una visione della sessualità non aperta alla vita, e che avrebbe indebolito anche il legame coniugale e portato ad una visione egoistica della sessualità con il pericolo di oggettivare il aprtner in funzione dei propri desideri. "..richiamando gli uomini all’osservanza delle norme della legge naturale, la chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita. Inscindibili due aspetti: unione e procreazione. Infatti, per la sua intima struttura, l’atto coniugale, mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna". "Nel difendere la morale coniugale nella sua integralità, la chiesa sa di contribuire all’instaurazione di una civiltà veramente umana; essa impegna l’uomo a non abdicare alla propria responsabilità per rimettersi ai mezzi tecnici; difende con ciò stesso la dignità dei coniugi". HUMANAE VITAE


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