Se il 2012
sarà ricordato per le primavere arabe il 2013 probabilmente lo sarà per le
guerre arabe. Ovunque le potenze arabe Iran, Qatar, Arabia Saudita e le
correnti sunnite sciite, fratellanza musulmana e salafiti, si combattono non
solo a colpi di voti ma soprattutto a colpi di armi. Sono infatti ripresi gli
attentati tra sunniti e sciiti in Iraq , anche se i media quasi non lo dicono
perchè non serve alla propaganda anti-Usa; la guerra in Siria coinvolge sempre
più fazioni e stati e sta diventando il campo di battaglia di tutti contro
tutti a scapito della popolazione siriana. Il Libano risente della guerra
siriana, la Libia ,
anche qui ormai dimenticata dai media, non è dimenticata da terroristi, e dalle
diverse bande rivali, ed ormai è territorio di nessuno. In Tunisia ed Egitto a
queste componenti si aggiunge quella laica, la tensione è salita in Tunisia
dopo omicidi politici, in Egitto un colpo di stato a furor di popolo, sostenuto
infatti da manifestazioni imponenti, ha prodotto un crescendo di tensioni che
vede manifestazioni pro e contro con decine morti e attacchi mirati alle
comunità cristiane. Se si legge meno superficialmente la situazione, si può
osservare in Egitto una lotta tra le
compenti salafite filo Arabia e la fratellanza mussulmana filo Qatar con l’aggiunta
del potere dei militari che da sempre influenza pesantemente la politica
egiziana.
In tutte
queste situazioni di conflitto appare una costante la totale assenza della
diplomazia europea e questa purtroppo non è una novità, e la fallimentare
politica americana di Obama che oscilla tra l’appoggio di una fazione e il
successivo abbandono come in Egitto, prima a favore dei fratelli musulmani
senza capirne i pericoli e poi di appoggio ai militari non classificando come
golpe la seconda rivoluzione, oppure in Siria dove prima ha appoggiato i
rivoltosi senza sufficiente energia per poi accorgersi che stavano prendono il
sopravvento i salafiti e Al Qaidaa e quindi lascando a russi e all’Iran l’opportunità
di appoggiare la riconquista di Assad.
Al Qaida
libera tremila detenuti dalle carceri afghane, irachene e libiche e poi Obama
lancia l’allarme terrorismo. Insomma una situazione esplosiva che può portare a
nuove guerre civili mascherate in realtà da vere lotte traversali come in Siria
e se ciò accadesse anche in Egitto sarebbe una catastrofe.
Unica nota positiva e di speranza, la ripesa dei negoziati tra israeliani e palestinesi
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