mercoledì 29 giugno 2011

Auguri a sua eccellenza il cardinale Angelo Scola

Finalmente è ufficiale, Scola è il nuovo Cardinale Arcivescovo di Milano. Esprimiamo a sua eccellenza il cardinale Angelo Scola le nostre congratulazioni
Una nomina che era nell'aria ma è doveroso sottolineare che nasce innanzitutto da una collegialità che per le prima volta dopo molto tempo il Papa ha chiesto ai Vescovi italiani nel prendere la decisione in merito alla nomina del cardinale di Milano. Certamente il Papa sarà stato contento di poter indicare il nome di Scola da molti anni suo amico e di cui ha certamente molta stima.
Il suo sarà sicuramente un compito impegnativo, chiamato nella più grande ed importante diocesi italiana impegnata a riorganizzarsi e rispondere ai cambiamenti sociali e della diminuzione del clero e delle vocazioni. Certamente come da lui detto ha risposto ad una chiamata e ci piace che già nel suo saluto abbia delineato quale sarà il suo compito principale "comunicare la bellezza, la verità e la bontà di Gesù Risorto è l’unico scopo dell’esistenza della Chiesa e del ministero dei suoi pastori". La nomina di Scola come ricorda oggi sulla Bussola Andrea Tornielli rappresenta una novità essenziale, un passo importante per un cammino di unità della Chiesa Ambrosiana che coinvolga anche i movimenti ecclesiali. Chi vi scrive viene da una formazione oratoriana e diocesana e non ha mai frequentato alcun cammino particolare nei movimenti ma è certo che la Chiesa di oggi non può fare a meno di un dialogo e di una corresponsabilizzazione che sempre più li coinvolga. Certo la Diocesi di Milano storicamente e praticamene ancora oggi con le sue 1107 parrocchie rappresenta un modello di Chiesa essenzialmente territoriale, il cui inizio e sviluppo possono essere fatti risalire alla figura e opera di San Carlo. In questo la Chiesa ambrosiana ha con orgoglio e con successo sviluppato una partecipazione e una universalità che vanno tutelate e rilanciate.
Gli oratori ne rappresentano l'espressione più visibile. La Diocesi di Milano alla GMG di Madrid sarà presene con 7000 giovani. Scola li saluta nel suo primo messaggio "Un augurio particolare voglio rivolgere alle migliaia e migliaia di persone che sono impegnate negli oratori feriali, nei campi-scuola, nelle vacanze guidate, e in special modo ai giovani che si preparano alla Giornata mondiale della Gioventù di Madrid".
Auguriamo al nuovo vescovo la capacità di mettere insieme la grande tradizione ambrosiana, legata sopratutto all'associazionismo e agli oratori, e il rilancio di un nuova forma di impegno parrocchiale che sappia valorizzare i giovani e sappia rispondere ad una società che deve affronatre problemi come quello della partecipazione alla messa domenicale che in città è mediamente del 10% della popolazione, ma anche molte potenzialità, si pensi ai più di 100 centri culturali cattolici nella sola città di Milano. Ci sembra in questo che le parole di saluto del Cardinale Scola "Mi impegno a svolgere questo servizio favorendo la pluriformità nell’unità." tengano conto di questa tensione unitiva. In questa sfida per la Diocesi di Mialno ruolo importante avrà certo anche l'informazione, i social network e magari una free-press cattolica che ci permettiamo di suggerire, potranno offrire nuove occasioni.
Un altro aspetto che pensiamo contraddistinguerà l'operato è il dialogo ecumenico e l'attenzione che una città come Milano deve avere all'apertura verso i nuovi cittadini ma con una propria identità sapendo che anche agli immigrati va annunciato il Vangelo. Significativo che Scola abbia voluto ricordarlo "Sono consapevole dell’importanza della Chiesa ambrosiana per gli sviluppi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso" .
La statura culturale e di teologo del Cardinale Scola lo aiuterà nel compito di valorizzare la cultura milanese in una Milano che deve riscoprire la sua profonda ricchezza sapendo che l'accoglienza è basata sulla carità materiale ma anche sulla carità intellettuale. Allora ripartire dalla centralità di Gesù , dell'appartenenza alla Chiesa, dalla cultura , dalla formazione dei sacerdoti, dalla pastorale vocazionale sia alla famiglia che quella religiosa e sacerdotale sotto a guida forte e sicura di un Cardinale che sappiamo saprà essere di tutti sapendo superare difficoltà e pregiudizi, un cardinale che sfrutta anche i nuovi mezzi di comunicazione ha infatti un suo sito, che sa affidarsi alla Grazia come recita il suo motto episcopale «Sufficit gratia tua» (cfr. 2 Cor 12, 9), «Basta la Tua grazia».

Auguri Cardinale

lunedì 27 giugno 2011

Avvio dei lavori per la realizzazione della Tav

Vogliamo innanzitutto esprimere la nostra solidarietà alle forze dell'ordine impegnate nel mantenimento dell'ordine pubblico che hanno permesso l'apertura dei cantieri in Valle di Susa per l'alta velocità. In particolare siamo vicini alle famiglie dei poliziotti e dei carabinieri rimasti feriti.
Condanniamo l'azione di quanti nel manifestare le loro idee lo fanno con violenza e prepotenza. L'apertura dei cantieri per le grandi opere non può essere assoggettata a gruppi violenti di facinorosi. Siamo contenti che questo cantiere, che si inserisce nell'ambito di un progetto europeo, sia stato aperto. Queste grandi opere rappresentano un investimento nel futuro. Sono di interesse nazionale. Rappresentano una possibilità di sviluppo senza la quale il nostro paese sarebbe estromesso dalle nuove linee di comunicazione e di trasporto in costruzione in Europa, come appunto il "corridoio" n5 che collegherà il quadrante occidentale europeo e Kiev.

sabato 18 giugno 2011

Pillole e dintorni: la banalità che uccide la vita

Leggi un nostro articolo pubblicato su cultura cattolica

e guarda un filamto molto interessante che spiega lgli effetti della nuova pillola detta del quinto giorno che è a tutti gli effetti una pillola abortiva. Elle One nuova pillola abortiva

martedì 14 giugno 2011

Caso Battisti: se ne sono sentite di tutti i colori

Sul caso Battisti se ne sono sentite di tutti i colori ne riprendiamo solo due perché rimangano a futura memoria Vendola a Otto e Mezzo su La7: “Quando il tempo che passa tra il momento in cui si è commesso un reato e la sanzione è di 25 anni, il rischio è che il sentimento della giustizia si dissoci dall'amministrazione della giustizia e che ci si trovi ad avere a che fare con due persone differenti”. Beh forse si è dimenticato che la giustizia non ci ha messo 25 anni a fare il processo, la verità è che Battisti è fuggito all’estero quando è stato condannato, secondo ci si dimentica che per il diritto penale l’omicidio non finisce mai in prescrizione. Pisapia neosindaco non risponde alla domanda fatta su questo caso da un giornalista della Rai e dice: "Mi sono sempre occupato di giustizia, adesso voglio parlare di Milano" ma cosa vuol dire che la giustizia con Milano non c'entra? Lo sa che alcune delle vittime di Battisti erano di Milano?

Commento al risultato dei referendum

Eccoci il giorno dopo i referendum, che dire…ha vinto chi voleva i referendum. Ha vinto però anche il desiderio di partecipazione dei cittadini troppo spesso mortificato con l’attuale sistema elettorale. Ha vinto il desiderio di partecipare alle scelte del paese. Ne è sicuramente sconfitto il Governo che ha proposto altre vie ma che non ha avuto nemmeno la forza di difenderle. Ha vinto chi voleva cancellare il nucleare tra le possibili fonti energetiche per l’Italia, ha vinto chi ha voluto opporre ideologicamente il pubblico contro il privato.

Allora ecco alcune considerazioni che partono da quelle già espresse nell’articolo precedente:
la vittoria dei referendum è frutto di una campagna basata sulle paure, la paura del nucleare suscitata dall’incidente di Fukushima, la paura di perdere l’acqua, la paura che aumentino le tasse…beh allora diciamo subito che nel nostro cammino di formazione cristiana ci hanno insegnato che le decisioni importanti vanno prese con serenità e non spinte dall’ansia e dalla paura quindi aver indotto a scegliere con questi sentimenti è sbagliato. Ma questo si è mostrato sbagliato anche nelle recenti amministrative dove chi ha puntato solo sulle paure della gente si è visto sconfitto.

Prendiamo in esame il referendum sul nucleare, un aspetto che preoccupa è il messaggio culturale di sfiducia che è passato come se l’Italia non fosse in grado di controllare le centrali nucleari, che il rischio è un limite insuperabile nel criterio delle scelte e anche come messaggio educativo ci sembra per lo meno dubbio perché molte delle scelte quotidiane sono basate su un fattore di rischio; un esempio è la scelta del Giappone confermata dal ministro dell'Industria giapponese che commentando i risultati del referendum italiano ha detto: «Comprendo le proteste dopo Fukushima, ma l'atomo resta uno dei pilastri della nostra politica energetica» Ci chiediamo perché fermare anche la ricerca fermando così anche possibili sviluppi tecnologici e innovativi? Certo si dice che bisogna investire nelle fonti alternative, ma nessuno dice che la realtà è che aumenteranno i consumi di gas e petrolio alla faccia dell’ecologismo e della riduzione dell’inquinamento. Senza parlare dei ritorni economici del campo petrolifero, poi ci si lamenta delle compagnie petrolifere che causano le guerre, ma si scelgono modelli energetici che ne mantengono il potere di influenza.

Sul referendum dell’acqua come abbiamo già scritto, in 2 anni, tra raccolta firme e campagna referendaria, si è fatto scempio della cultura della dottrina sociale della Chiesa e della sussidiarietà buttate nel cestino dalla falsa propaganda dell'acqua pubblica. Ciò che impressiona come ben sottolineato da don Gabriele Magiarotti su cultura cattolica è la strumentalizzazione dei testi del Magistero della Chiesa piegati alla propria idea con volontarie e decisive omissioni, il caso più clamoroso è stato quello del punto n485 del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa dove ci si è sistematicamente dimenticati di riportare che “l'acqua è stata sempre considerata come un bene pubblico, caratteristica che va mantenuta qualora la gestione venga affidata al settore privato”. Ci domandiamo ma tra i sacerdoti e i cattolici impegnati nel sociale che sempre mettono al primo posto la moralità non sorgono dei punti interrogativi su questa modalità strumentale di esporre e spiegare il magistero e i suoi insegnamenti? Si poteva ovviamente essere contrari alla legge e alle modalità che indicava per una partecipazione del privato alla gestione delle risorse idriche, ma non si può storpiare il messaggio della Chiesa, il tema non era la privatizzazione dell’acqua. Si è insegnata una Dottrina Sociale della Chiesa che spinge a pensare che la partecipazione dei privati alla gestione dei servizi pubblici è sbagliata, ideologizzando che il pubblico è sempre bene e il privato sempre male. Ma questa non è la cultura cristiana e questo messaggio porterà visto il notevole impegno di giovani in questi referendum un serio problema culturale e di approccio nel mondo cattolico. Senza tener conto che il referendum agirà su tutto il sistema delle municipalizzate anche di altri settori. Si dice che la politica gestisce in maniera clientelare le nomine delle municipalizzate e cosa si decide? Si decide che tutto deve essere in mano ai politici che gestiscono i servizi tramite il comune. Si è perfino tirato in ballo il problema dell’acqua nel terzo mondo ma anche qui scusateci per l’Africa il problema è che nessuno mette soldi per costruire gli acquedotti, magari le multinazionali costruissero le reti idriche per i villaggi africani.

L’altro aspetto sul risultato del referendum e' di carattere economico: riusciremo a essere concorrenziali dal punto di vista dei costi energetici in modo da attrarre investimenti in Italia ? Non rischia di sfavorire la concorrenza e quindi ridurre lo sviluppo e l'abbassamento dei costi? I soldi non sono infiniti, si vuole insegnare giustamente un uso sobrio del denaro ma se si scarta a priori una collaborazione col privato gli investimenti pubblici in questi settori non rischieranno di togliere risorse ad altri dove la capacità di agire del privato è invece minore?

mercoledì 8 giugno 2011

Referendum 12 e 13 giugno su acqua e nucleare

Il 12 e 13 giugno saremo chiamati a votare sui referendum, vorremmo poter affrontare la discussione sul tema del referendum sull'acqua serenamente ma sembra sia impossibile visto gli slogan usati e lo schema ideologico che sembra emergere: scegliere tra pubblico contro privato, prefigurando che uno sia il bene e l'altro il male.
Noi pensiamo che anche in questa discussione bisognerebbe affermare con convinzione da parte di tutti il sano principio della sussidiarietà che è perno della Dottrina Sociale della Chiesa tanto quanto la solidarietà e un’ equa distribuzione dei beni. Sarebbe bene quindi che anche la Chiesa in questa discussione difendesse il principio che l'acqua è un bene pubblico e primario che deve essere garantito a tutti con un prezzo equo ma che servizio pubblico non equivale a proprietà pubblica della gestione dell'acqua o delle infrastrutture. Infatti nessuno vuole privatizzare l'acqua e neanche la legge sottoposta a referendum lo fa, e addirittura rimane pubblica la proprietà dell’acquedotto. La legge regolamenta invece le gare d’appalto della gestione delle strutture idriche con società che possono essere private ma anche miste pubblico-privato, garantendo in casi particolari comunque una gestione diretta pubblica. Inoltre è utile ricordare che in Italia esistono sia casi di pubblico che di privato inefficienti e casi virtuosi, la differenza è fatta da chi opera non dal carattere dell’azienda. Inoltre è risaputo che se la gestione pubblica è inefficiente le perdite sono ripagate con le tasse e anche se la gente non vede direttamente nella bolletta questi costi esistono. Non si può pretendere che il servizio sia gratuito né che manchino gli investimenti sia pubblici (sempre meno a causa del debito e delle giuste norme di stabilità del bilancio pubblico) che privati. Si sa i nostri acquedotti, molto spesso in particolare in alcune aree del paese, funzionano male anche se pubblici, con uno spreco di risorse idriche pari al 39%. Certo non è il privato che garantisce la certezza del miglioramento, ma neanche la esclude. La legge seguendo per altro norme europee da la possibilità ed anzi incentiva l'ingresso di capitali privati nella gestione delle risorse idriche che richiede forti investimenti per un rilancio, un adeguamento e una corretta manutenzione. Ma se non investe il privato chi dovrà pagare questi investimenti? Comunque noi con le tasse.
Come poter attirare questi investimenti se uno dei referendum vieta l'inserimento nelle tariffe di un sovrapprezzo adeguato alla remunerazione del capitale investito? Come assegnare gli appalti se l’altro referendum vuole cancellare la norma che richiede un gara d’appalto pubblico? Inoltre è utile ricordare come la gestione pubblica è stata negli anni spesso fallimentare ed è stata usata in modo clientelare dalla politica. Si può discutere su come calmierare i prezzi per evitare ingiuste speculazioni e in questo magari migliorare anche la legge, non si può invece prescindere da un ammodernamento. Perché ideologizzare solo per fini politici che rinviano il problema? Infine ci chiediamo come la Chiesa possa difendere il ruolo pubblico della scuola paritaria cattolica e poi dire ai cittadini che l'acqua non può essere, per lo stesso principio, gestita dai privati ma necessariamente dal pubblico?
In merito al centro sinistra ricordiamo che i ministri Lanzillotta e Bassanini furono promotori insieme a Bersani nel governo Prodi di una legge analoga nel famoso pacchetto delle liberalizzazioni. Il cambio di opinione del partito del Pd e del suo leader Bersani sono chiaramente solo una scelta politica, come prova anche la lettera che abbiamo ricevuto da alcune associazioni che invitano al voto per il SI per dare una spallata alla politica del governo
Si stigmatizza il guadagno delle imprese che investirebbero nel settore idrico, ma questo è puro statalismo vogliamo ricordare che già Leone XIII con la Rerum Novarum ammetteva come lecito il guadagno e la proprietà privata. Il guadagno se fatto in modo onesto e garantendo un buon servizio è lecito, anche sulla gestione del servizio idrico. Tra l’altro potrebbe anche essere un’occasione di sviluppo economico in questo settore e quindi anche di occupazione. Certamente occorrerà mettere in campo anche sistemi di controllo che vigilano sulla correttezza dei gestori e sull’efficienza delle soluzioni proposte.
Noi non andremo a votare per far fallire questo referendum, come previsto dalla Costituzione, ma nel caso fosse raggiunto il quorum ci recheremo a votare NO perché siamo per la sussidiarietà.
Lo stesso dicasi per il referendum sul nucleare, noi siamo favorevoli al nucleare e crediamo che sia possibile contemporaneamente sviluppare la ricerca e utilizzo delle forme di energia alternative, lo scopo deve essere infatti quello di ridurre significativamente l’uso dei combustibili fossili. Nel frattempo si possono cercare soluzioni per una maggiore efficienza energetica. Ciò che ci convince nella nostra scelta è l’incredibile decisione della Cassazione, con l’avvallo della Corte Costituzione, che ha trasformato il referendum sostanzialmente da abrogativo a consultivo contro quanto specificato dall’articolo 75 della Costituzione. Rimaniamo sinceramente sbalorditi dall'ennesimo uso politico della magistratura. La richiesta di abrogazione invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà alle nuove norme e dovrà essere modificato il quesito. Pensiamo sia davvero la prima volta che accada una cosa del genere, si raccolgono le firme per un referendum abrogativo e si vota per un altro!

mercoledì 1 giugno 2011

Referendum decisione sbalorditiva

Oggi la Cassazione ha dato il via libera e ammesso il quesito referendario per il nucleare.
Rimaniamo sinceramente sbalorditi dall'ennessimo uso politico della magistratura.
La richiesta di abrogazione rimane quindi la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà alle nuove norme e dovrà essere modificato il quesito. Pensiamo sia davvero la prima volta ache accada una cosa del genere, si raccolgono le firme per un referendum abrogrativo e si vota per un altro!!! Infatti dobbiamo ricordarci che questo non è e non doveva essere trasformato in un refendum di tipo consultivo sul tema del nucleare. L'ARTICOLO 75 regolamenta i referendum e parla solo di referendum abrogativo. Dove sono i difensori della Costituzione? Ci chiediamo a cosa servono le regole se i primi che non le rispettano sono i giudici? gli organi di controllo dei giudici non dicono niente? A noi sembra tanto una decisione politica, il ruolo assegnato alla magistratura dalla Costituzione e' un altro, qui siamo di fronte a giustizia creativa.