domenica 28 novembre 2010

Governo: 9 febbraio giornata nazionale degli stati vegetativi

Il consiglio dei ministri ha approvato una direttiva, che indice per il 9 febbraio la Giornata nazionale degli stati vegetativi. "Questa data - dice il sottosegretario Roccella - ricorda a tutti noi l'anniversario della morte di Eluana Englaro, una ragazza affetta da disabilità grave la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura. Da oggi, sottolinea il sottosegretario, "sarà un'occasione preziosa in più per ricordare a tutti noi quanto è degna l'esistenza di tutti coloro che vivono in stato vegetativo e non hanno voce per raccontare il loro attaccamento alla vita". Questa giornata, secondo Roccella, "sarà anche un appuntamento per fare il punto scientifico su tutte le scoperte su queste situazioni di cui sappiamo ancora troppo poco. E potrà rappresentare una finestra di visibilità per queste persone e le famiglie che le accudiscono amorevolmente".
Non possiamo che esprimere gratitudine per questa decisione soprattutto in un momento nel quale viene impedito ai malati e alle loro famiglie di far sentire la loro voce da moderni cantastorie.

La crisi tra le due COREE: dove sono i pacifisti?

Settimana scorsa tra la Corea del nord e quella del sud si è sparato e ci sono stati morti e case distrutte, una situazione gravissima che segue l'affondamento di una nave militare sud coreana (42 marinai morti) qualche mese fa. Non dimentichimao poi i test missilistici e nucleari della Corea del Nord e la situazione terribile dei cittadini della Corea del Nord che soffrono la fame e la dittutura che imprigiona tutti gli oppositori e chiunque non si pieghi a questa che è una delle ultime dittature comuniste del mondo. Adesso USA e Corea del Sud hanno annunciato un esercitazione navale per rispondere e fare pressione alla Corea del nord. Certamente una crisi in Asia coinvolgerebbe anche Cina e Giappone e sarebbe gravissima sul piano militare con rischi di escalation anche nucleare ma avrebbe anche fortissime ripercussioni economiche. Certamente la Cina non permetterà che la Corea del nord tiri troppo la corda ma prima o poi qualcuno dovrà decidere di liberare la popolazione della Corea del Nord da una dittatura che con la successione del figlio del leader nipote del Caro Leader come chimano il fondatore della patria , sta diventando una monarchia ereditaria il cui unico scopo è mantenere un potenziale militare enorme da usare per avere aiuti internazionali per continuare a mantenere un regime che non produce altro che fame e miseria per il suo popolo. Grandissima anche la repressione verso la Chiesa, che vive nella più completa clandestinità poichè la libertà di religione è completamente negata. Oggi la Chiesa del Nord rimane senza clero e senza culto.

Peccato che nessun pacifista sfili per la pace tra le due Coree e quasi nessun giornale racconti le pessime condizioni di vita del popolo nord coreano privo di tutto. Ma dov'è la famosa libertà di stampa se si limita a riportare solo notizie copia incolla delle agenzie di stampa? dove sono finiti tutti i rappresentatnti delle associazioni per i diritti umani? c'è sempre un dittatore mediaticamente più cattivo e un paese su cui interessa porre l'attenzione per ragioni politiche, mentre i veri oppressi e i veri poveri non interessano a nessuno sopratutto se le dittature sono vecchie e comuniste.

mercoledì 24 novembre 2010

L’omosessualità non è mai moralmente giusta

Il Papa ricorda che il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo e quindi anche gli omossessuali vanno rispettati e non discriminati, ma ricorda anche che l’omosessualità non è mai moralmente giusta, rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto e cioè una sessualità aperta alla vita. Il Papa distingue sempre il giudizio sulla moralità di un comportamento da quello sulla persona , il peccato dal peccatore ma non rinuncia a dire la verità, non si può scindere la sessualità dalla natura umana e anche in caso le tendenze omosessuali siano profondamente radicate – oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite – allora "questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove" ma appunto non per questo giustificabile. Chi lo spiega ora a tutti quei cattolici confusi e cattolici adulti che sostengono Vendola che dell'omossessualità ne fa un vanto e la presenta come normale anzi come solo un fattore di scelta personale?

martedì 23 novembre 2010

La dottrina cristiana sulla morale sessuale non cambia

In merito alle anticipazione apparse sui giornali sul libro intervista al Papa Benedetto XVI vorremmo sottolineare che la dottrina cristiana sulla morale sessuale non cambia, rimane valido quanto scrisse Paolo VI nell'enciclica Humane Vitae "Tale dottrina è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo" e "richiamando gli uomini all’osservanza delle norme della legge naturale, interpretata dalla sua costante dottrina, la chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita" e nel capitolo dedicato alle Gravi conseguenze dei metodi di regolazione artificiale della natalità Paolo VI con grande lungimiranza ammoniva "i giovani specialmente, hanno bisogno d’incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l’osservanza. Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna". Le parole di Benedetto XVI non mettono in dubbio l'inscindibilità dei due aspetti: unitivo e procreativo. Si fa carico però di situazioni già molto compromesse ben lontane da quell'idea di sessualità che edifica l'uomo ed allora porta ad esempio casi come quelli di una prostituta che è obbligata a comportamenti sessuali che possono metterla a rischio ed allora potrebbe sussistere la possibilità dell'uso del preservativo, restando comunque vero che non è il metodo migliore per una sessualità responsabile come non lo è per risolvere il problema dell'aids, primario rimane l'aspetto educativo di una sessualità basata su fedeltà e castità: ciò che aveva già espresso durante la visita in Africa evidenziando i buoni risultati del famoso metodo A-B-C Abc (Abstinence – Be Faithful – Condom).
Per chiarire le idee comunque ci pare utile riportare la Nota di padre Lombardi

Nota di padre Lombardi sulle interpretazioni date alle parole del Papa, riguardo i profilattici, nel libro-intervista di Peter Seewald

Il Papa allarga poi lo sguardo e insiste sul fatto che concentrarsi solo sul profilattico equivale a banalizzare la sessualità, che perde il suo significato come espressione di amore fra persone e diventa come una “droga”. Lottare contro la banalizzazione della sessualità è “parte del grande sforzo perché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull’essere umano nella sua totalità”.

Alla luce di questa visione ampia e profonda della sessualità umana e della sua problematica odierna, il Papa riafferma che “naturalmente la Chiesa non considera i profilattici come la soluzione autentica e morale” del problema dell’Aids.

Con ciò il Papa non riforma o cambia l’insegnamento della Chiesa, ma lo riafferma mettendosi nella prospettiva del valore e della dignità della sessualità umana come espressione di amore e responsabilità.

Allo stesso tempo il Papa considera una situazione eccezionale in cui l’esercizio della sessualità rappresenti un vero rischio per la vita dell’altro.

mercoledì 17 novembre 2010

No alla cultura dell'eutanasia di Saviano e Fazio

Ci pare davvero troppo utilizzare una trasmissione TV pagata da tutti noi per fare l'elogio dell'eutanasia, settimana scorsa l'omessualità, "nuove idee" che di nuovo hanno solo la non accettazione del senso vero dell'umano. Le loro sono opinioni personali presentate come verità assolute e condivise da tutti, sul tema del fine vita nascondono la realtà di tutte quelle famiglie persone medici e associazioni che si impegnano a favore della vita e della cura della persona. Che negano diritto di parola a chi crede nella vita e alla pari dignità di tutte le persone come riaffermato anche dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.
Gli attacchi alla Chiesa sono scontati e sanno di vecchio ma c’è il tentativo di proporsi come predicatori quasi di una religione laica che ha invitato testimonial politici che rappresentano la cultura radicale di destra e sinistra. Ricordiamo che dietro i casi Welby ed Englaro ci sono personaggi con strategie culturali e politiche, hanno avuto un percorso chiaro i cui appoggi e retroscena andrebbero più spesso ricordati, come i documenti delle commissioni dell'allora ministro Veronesi (Decreti del Ministero della Sanità 20.10.2000 prot. SSD/I/4.223.1 e 4 maggio 2001) e le perizie mediche di Defanti risultate significative nell’elaborazione della sentenza n. 21748/2007 della Corte di Cassazione, associazioni pro-eutanasia come quella di Mori che hanno guidato la vicenda giudiziaria e che il 09 febbraio 2009 presentò il libro “Il caso Eluana Englaro. La porta pia del vitalismo ippocratico. Appoggi politici chiari come quelli del presidente della Regione Friuli Venezia Guglia, anche la clinica di Udine non è scelta casualmente, sostegno anche del PD e di Fini che hanno fino ad oggi ostacolato l'approvazione alla Camera della legge sul fine vita.
Siamo nell'era del digitale che almeno questi predicatori abbiano il coraggio di farsi una loro rete con i loro soldi e non con i nostri in modo che possiamo scegliere di non finanziare queste opere culturali che ce lo lasci dire sono un po’ funeree.

domenica 14 novembre 2010

Commento alla crisi politica

Come avevamo già scritto a luglio dopo la rottura tra Fini e Berlusconi riaffermiamo oggi la convinzione che il destino della legislatura è segnato e le elezioni si svolgeranno la prossima primavera. Incerto invece il modo in cui si arriverà e su cosa succederà. L'incertezza non sta però nelle improbabili e irrealistiche ricostruzioni giornaliste che fanno intravedere la possibilità che Berlusconi faccia un passo indietro suggerendo un nuovo nome (come fece indicando Dini nel 1994) e tantomeno la possibilità che la Lega appoggi un governo diverso da quello presieduto da Berlusconi. No le elezioni dopo l'approvazione della legge di stabilità (la ex finanziaria) sono a nostro avviso ciò che accadrà. Tra tutte le soluzioni sono forse la migliore soluzione politica, anche se avremmo preferito lo scadere naturale della legislatura con un governo impegnato in una profonda azione riformatrice con la riforma della giustizia, del sistema fiscale finalmente veramente a sostegno delle famiglia, per la libertà di educazione, per lo snellimento della burocrazia, per un rilancio dell'economia, per la riforma in senso federale. Con le elezioni il governo avrà la possibilità di verificare se il paese e il popolo lo sostiene ancora e chi è all'opposizione potrà chiedere la fiducia agli italiani per una proposta nuova che ad oggi però non ha alcuna consistenza programmatica e nemmeno una vera leadership e che rischia nel ricadere in posizioni laiciste e stataliste. D'altronde il PD è allo sbando più completo, dopo che il suo candidato Boeri a Milano ha perso le primarie (con un netto calo della partecipazione) a favore del candidato di sinistra (ex rifondazione) e vendoliano Pisapia. Forse dovrebbero pensare di non farle più le primarie altrimenti finirà che il candidato del PD a primaverà sarà Vendola.
Berlusconi sa di non avere alternative a sinistra e questo gli permetterà di andare alle elezioni senza troppi patemi. Le elezioni saranno anche l'occasione per verificare la forza del cosiddetto terzo polo che incomincia ad intravedersi: Fini-Casini-Rutelli col sostegno di Montezemolo che finirà per concludere la sua corsa politica come quella della Ferrari oggi, buona prestazione ma alla fine non vincente. Speriamo che non decidano di schierarsi a Milano con Albertini adesso che Pisapia sarà il candidato di sinistra, perchè la Moratti merita di essere rieletta. In merito a questa alleanza UDC-FLI-API osiamo ancora sperare che Casini non faccia questo grave errore. Avvenire e quindi la CEI, chiaramente hanno già manifestato tutte le perplessità sulla linea politica laicista di Fini in netta contrapposizione con i valori e l'etica cattolica. In nessuno degli oppositori di Berlusconi si intravede un programma di governo forse perché hanno come unico scopo la caduta di Berlusconi ma sono divisi su tutto il resto. Casini meglio farebbe a sostenere Berlusconi e riguadagnare una posizione autorevole nel centro destra. Bossi permettendo, ma permetterà perché il leader è Berlusconi nonostante tutti i suoi errori.

La speranza della Birmania

Aung San Suu Kyi, un nome forse sconosciuto a molti, perchè nell'informazione ci sono sempre personaggi esaltati e altri no anche se sono esemplari per tenacia, personalità e qualità umane. Certo il fatto che Aung San Suu Kyi abbia deciso di proseguire la sua battaglia, anche dopo molti anni di prigionia, senza violenza e rancore e usando la parola speranza e libertà può essere meno accativante che dichiarazioni che fanno clamore. Ma proprio per questo questa donna è una grande donna e sicuramente nel futuro il valore della sua testimonianza non violenta per la libertà del suo popolo potrà essere paraganota a quella di Nelson Mandela in SudAfrica. La testimonianza della lotta attraverso la non violenza è importantissima e deve ricordarci il suo vero significato che non sta nella rassegnazione o accettazione della situazione ma di un costanza e perseveranza nel rivendicare i diritti fondamentali della persona ma senza ricorrere all’uso delle armi. La sua lotta come quella che furono quelle di Nelson Mandela o di Cosason Aquino nelle Filippine ci ricordano anche come per l’uomo non possa rinunciare al desiderio di libertà. Per Aung San Suu Kyi nessun rancore, invece pacificazione, speranza, certezza del risultato: la fine della dittatura. Infatti anche se non sono state certo elezioni democratiche il fatto che in Birmania si siano svolte delle elezioni e che poi Aung San Suu Kyi sia stata finalmente liberata può essere l'inizio di un lungo percorso che renda la Birmania libera e democratica. Solo il tempo però potrà dire se la liberazione di Aung San Suu Kyi, è più il segno della forza del regime o non della sua debolezza sul piano internazionale o la sua resa democratica della Birmania. Birmania la chiamiamo così come ha fatto Aung San Suu Kyi, Myammar infatti è il nuovo nome deciso dalla giunta militare che guida la dittatura, giunta che ha deciso tra le altre cose di trasferirsi e trasferire gli organi del governo in un nuova città fondata e costruita nella giungla, mostrando cosi la sua distanza dal popolo. In questa dittatura molte sono state le vittime, le minoranze etniche, gli oppositori politici, i monaci buddisti, ma è doveroso ricordare anche la repressione che ha colpito tutti i religiosi e missionari cristiani che erano presenti nel paese e che esplusi dalla Birmania negli anni 70. Per fortuna avevano preparato e formato il clero locale e costruito un sistema educativo e laicale che coraggiosamente ancora oggi educa i bambini e i ragazzi sopratutto delle minoranze ed evangelizza la popolazione. Uno di questi missionari espulsi è padre Mario Meda, che inventò le adozioni d’amore precursori delle più ben note adozioni a distanza e per questo ricevette l’ambrogino d’oro. Noi siamo onaorati di sostenere questa attività tramite l'adozione a distanza di bambini e ragazzi birmani tramite il PIME.

domenica 7 novembre 2010

Una donna a capo della CGIL: contano le idee, non il sesso

Lettera pubblicata su Il Giornale il 7/11/2010

Da molte parti viene salutata come una svolta epocale l'elezione alla segreteria della CGIL della Signora Camusso, solamente per il fatto che si tratta di una donna ma il valore della svolta dipende dalle idee e dalle qualità della persona. Vogliamo allora ricordare le parole di Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in Veritate, primo fra tutti la consapevolezza che oggi "occorre affermare che la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica" e che "non c'è sviluppo senza difesa della vita", inoltre oggi "Il contesto globale in cui si svolge il lavoro richiede anche che le organizzazioni sindacali nazionali, prevalentemente chiuse nella difesa degli interessi dei propri iscritti, volgano lo sguardo anche verso i non iscritti e, in particolare, verso i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo, dove i diritti sociali vengono spesso violati". Non ci sembra che la Signora Camusso incarni queste nuove prospettive, anzi la ricordiamo più volte impegnata in polemiche nella regione Lombardia contro le normative regionali a difesa della vita.