giovedì 29 aprile 2010

ORO BLU

In Italia si è molto discusso in merito al decreto nel quale è previsto l'obbligo per gli enti pubblici, gestori della rete idrica del Paese, ad aprire la porta ai privati.
Il controllo della rete idrica nazionale è al momento in mano agli Enti locali, o meglio, ai 91 Ambiti territoriali ottimali, che nella maggior parte dei casi hanno tenuto anche la gestione della rete: con la nuova normativa saranno costretti a riassegnare entro il 2012 il servizio a una nuova realtà in cui la gestione e almeno il 40% del capitale sarà privato. Questo chiarisce innanzitutto un equivoco di fondo:
L’acqua è e sarà pubblica, nel senso che è un servizio primario pubblico ma questo non significa che per forza debba essere gestita dal pubblico, la gestione del servizio pubblico può essere gestito sia da municipalizzate che da ditte private che da aziende miste come prevede la nuova legge.
La preoccupazione deve essere quella di garantire una buona gestione e a prezzi proporzionati al servizio erogato. D'altronde chi ha paura che aumentino i prezzi e i disservizi non tiene conto che la gestione pubblica se è buona in alcuni comuni e regioni non lo è per niente in altre dove si sono verificati buchi clamorosi sia economici con bilanci in rosso delle municipalizzate che poi i comuni e lo stato, e quindi sempre i cittadini, devono ripianare, sia buchi nel senso vero del termine la rete idrica è un colabrodo con una dispersione della risorsa che arriva, in alcuni casi, anche oltre il 30%.
Se ci sono e saranno privati che puntano solo al guadagno senza garantire buoni servizi sarà giusto cambiare le ditte appaltatrici del servizio come già avviene ma dire pregiudizialmente che le ditte private faranno aumentare solo i costi per i cittadini è sbagliato e pregiudiziale. Peggio ancora trasmettere il messaggio che qualcuno potrà essere privato dell’acqua, infatti anche l’energia elettrica oggi è un bene primario se ci pensiamo ma la gestione non è affidata solo al pubblico.
L'Italia è uno dei Paesi al mondo con maggiore disponibilità d'acqua, quello che ne consuma di più in Europa e il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti. L'acqua finisce al settore agricolo per il 60% dell'intera domanda del Paese al settore energetico e industriale per il 25% e agli usi civili per il 15%.
Se si vuole veramente mettere al centro il problema dell’acqua bisogna ricordare che secondo i dati Onu più di un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso sufficiente a fonti di acqua pulita e quasi altri due miliardi vivono senza servizi igienici. Alla mancanza d'acqua si aggiunge il problema di quella sporca, malata, che fa ogni anno nel mondo oltre 1,6 milioni di morti.
Ma mentre in Italia ci sono frange ideologgizzate che manifestano per l'acqua pubblica che mai è stata messa in discussione, quasi nessuno dice niente sul vero problema dell'acqua e dei problemi di carattere internazionale e geopolitica che sopratutto in Asia crea lo sfruttamento dell'energia idroelettrica.
E' notizia di queste settimane che la Cina ha ammesso che sta costruendo una diga sul fiume Yarlung Zangbo, fiume che nasce in Tibet ma poi scorre in India dove è chiamato Brahmaputra ed è una delle maggiori fonti idriche del Paese. La diga sarà costruita a 3200m e sarà la più grande diga del mondo per sfruttare l'energia idroelettrica . L'India ha già esplicitato la propria preoccupazione per il progetto, che teme possa diminuire la portata d’acqua del fiume in India, come già hanno fatto Thailandia Vietnam e Cambogia per le dighe che la Cina sta costruendo sul fiume Mekong nel cinese Yunnan.
Altra situazione che crea problemi internazionali è la costruzione iniziata all'inizio degli anni 2000 di enormi dighe, sempre per lo sfruttamento dell'energia idroelettrica, in Anatolia in Turchia sul Fiume Tigri ed Eufrate con preoccupazione di Siria ed Iraq sulla portata d'acqua dei due fiumi che attraversano i loro paesi.
Ma di questo non si sente mai dire niente, delle popolazioni costrette a lasciare le loro terre senza risarcimenti in Cina e Turchia perchè saranno inondate a causa delle dighe. Se è vero che servono le dighe e che l'energia idroelettrica è "verde", è anche vero che vanno tenuti in conto anche i diritti dei cittadini e degli stati sulle risorse idriche. C'è chi preannuncia che in questo secolo le guerre saranno per l'acqua, speriamo di no ma se succederà sarà perchè nessuno parla e si preoccupa di dirimere queste questioni importanti già oggi.

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