martedì 13 ottobre 2009

Burqa: in Egitto no, in Italia si ???

Partimiamo da questa notizia che riportiamo integralmente:
Il niqab, il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi, non è un obbligo religioso islamico.
Parola di Mohammed Sayyed Tantawi, grande imam dell’università Al Azhar del Cairo, massima istituzione dell’islam sunnita e una delle più influenti autorità del mondo musulmano. Durante la visita a un liceo femminile, Tantawi ha duramente apostrofato una studentessa che indossava il velo integrale, dicendo che non si deve confondere un’usanza di natura tribale con un precetto coranico. E ha annunciato che presto emanerà una fatwa (responso giuridico su base religiosa) per proibire alle studentesse l’ingresso a scuola col viso coperto.

D’Altronde nei paesi islamici c’è una corrente che a differenza dei fondamentasliti, che sono ormai più un ideologia che una religione, capisce che all’interno del mondo islamico sia nei paesi arabi e islamici che in Europa si sta combattendo una battaglia con cui l’islam contemporaneo si sta misurando, e nella quale le posizioni più aperte alla modernità continuano a restare minoritarie.
Il pericolo di una vittoria della via fondamentalista è la perdita della laicità, della libertà e del ruolo della donna nella società. Mentre in Egitto le massime autorità religiose si impegnano e si esprimono pubblicamente contro certe espressioni pseudo-religiose come il niqab e il burqa che vengono strumentalizzate da chi usa la fede per farne strumento di discriminazione, e nel contempo sottrae argomenti a chi si fa impropriamente paladino di una malintesa libertà religiosa questi comportamenti trovano autorevoli giustificazioni in Europa anche da parte di esponenti politici in nome del multiculturalismo e del cosiddetto rispetto delle differenze. Ne è un esempio la polemica scoppiata in Italia sulla proposta di legge di precisare meglio una legge gia esistente in cui si toglierebbe la frase il «giustificato motivo» fonte, tra l'altro, di contenziosi tra sindaci e prefetti, e di inserire tra gli oggetti che non possono essere utilizzati, in quanto impediscono di essere riconosciuti, «gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa». Leggi il burqa.
Perché se qualcuno non lo sapesse in Italia è vietato non mostrare il volto sia coprendolo con caschi che con veli o altro impedendo il riconoscimento. Questo per motivi di sicurezza e appunto per il riconoscimento da parte delle forze pubbliche, si pensi che su tutti i nostri documenti , la carta d’Identità il passaporto è obbligatorio mettere una foto del proprio volto proprio per favorire il riconoscimento. Perché si vuole ideologicamente difendere dei costumi che non sono religiosi come ha detto l’iman del Cairo ma solo simbolo di sottomissione delle donne? Dove sono le femministe?
Perché non dare alle donne islamiche un appiglio, la legge, per avere la forza di ribellarsi alla sottomissione che questi indumenti esprimono? E attenzione non si parla di eliminare il velo che invece è legittimo ma il Niqab che copre il viso facendo vedere solo gli occhi e il burqa che copre addirittura anche gli occhi.
E poi diciamo la verità il viso è l’elemento del corpo che esprime la persona, pensiamo a una persona ci verrà in mente il suo viso, pensiamo agli innamorati si guarderanno in viso, allora impedire alle ragazze e alle donne di far vedere il proprio viso è un pò come eliminarle, nasconderle e renderle meno libere.

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