Era l'aprile del 2023 quando un ragazzo runner di 26 anni in Trentino è morto a seguito dell'aggressione di un orso. Da allora la discussione sulla presenza dei predato, orsi ma anche lupi sulle alpi e non solo ha interessato il nostro paese e l'opinione pubblica oscillando dalle posizioni degli animalisti a chi voleva un ripensamento delle politiche di ripopolamento di queste specie su territori abitati come il Trentino.
Gli
ambientalisti che hanno avuto ampio spazio sui media che hanno ostracizzato le
posizioni di chi chiedeva l'abbattimento degli animali più pericolosi, hanno sostenuto
di essere la maggioranza nel paese e di avere anche il sostegno delle
popolazioni locali.
Domenica
scorsa è apparsa evidente a tutti che la realtà è molto diversa. In Trentino si
è svolto un referendum consultivo e non vincolante su orsi e lupi che chiedeva
agli abitanti se la loro presenza fosse "un grave pericolo per la
sicurezza pubblica ed danno per l'economia e la salvaguardia di usi, costumi e
tradizioni locali".
Il risultato è
stato netto, per 7.731 persone, il 98,58% dei votanti, la presenza di grandi
carnivori in zone densamente antropizzate come le Valli di Sole, Peio e Rabbi è
pericolosa.
La vita di un
uomo vale per noi sempre di più di quella di un animale e la loro presenza
rappresenta un pericolo reale e le politiche di ripopolamento sono state
giudicate sbagliate e si chiede che debbano essere ripensate.
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