Al carcere minorile di Milano, l’istituto Beccaria, secondo le accuse della procura venivano praticate torture e violenze ai minori reclusi. 13 agenti della polizia penitenziaria sono stati arrestati per violenze e maltrattamenti su minori altri 8 sono stati sospesi. Sembra che ci fosse proprio un sistema di abuso e prevaricazione, questi fatti sono gravissimi ed esecrabili, il sistema detentivo, specie quello per i minori dovrebbe offrire piuttosto una occasione per redimersi e ripartire senza cadere di nuovo nell’illegalità, fornendo istruzione e formazione. Se invece trova la violenza come potrà capire che deve cambiare strada? Alcuni fatti di violenza sono attribuiti ad altri detenuti, già per questo condannati, ma alcuni agenti non sarebbero intervenuti per bloccare le violenze e anzi le avrebbero coperte. La cosa grave che gli agenti accusati usavano celle senza controllo per le violenze. La situazione è cambiata solo dopo il cambio del direttore che ha inserito telecamere e intercettazioni e questo sottolinea come molto dipenda da chi dirige e ha la responsabilità di controllare che tutto funzioni secondo le regole. Pare le violenze fossero tali che i ragazzi avessero segni evidenti delle percosse, come e’ possibile che nessuno li abbia notati e segnalati neanche tra il molto personale di associazioni e volontari che ruotano intorno alle attivita’ del carcere? Paradossale che questi fatti avvengano in un istituto dedicato a Cesare Beccaria che fu promotore di un sistema giudiziario più umano, egli riteneva che il sistema giudiziario avrebbe dovuto essere basato sulle prove concrete e che la tortura avrebbe dovuto essere bandita. Riportiamo alcune sue frasi celebri che dovrebbero ancora oggi ispirare chi lavoro e si occupata di giustizia e detenzione. “Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile. Il fine non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali.” “Il più sicuro ma più difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l’educazione.”
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