Giorgio Napolitano è stato un importante uomo politico nel partito comunista dove apparteneva ad una posizione moderata e progressista facendo parte della cosiddetta ala dei miglioristi. Non condannò però l'invasione in Ungheria, per cui chiese ammenda nel suo viaggio del 2006 come Presidente della Repubblica.
Che dire quando impose alcuni veti ad alcuni ministri proposti
da Renzi allora incaricato Presidente del Consiglio, o quando andò contro il
parere del governo Berlusconi non firmando il decreto per preservare la vita di
Eluana Englaro.
Nel 2011, si palesò lo scontro con Berlusconi, indebolito
dai suoi stessi alleati come Fini, con una chiara opposizione da parte di
Francia e Germania e sotto pressione per lo spread schizzato a livelli record.
Napolitano nominò senatore a vita Mario Monti favorendone quindi l'ascesa a
Palazzo Chigi.
Nel caso del Governo Gentiloni poi invece di favorire un
percorso che andasse alle elezioni accettò un governo fotocopia del governo
Renzi appena decaduto.
Ma Napolitano fu anche un convinto europeista e fu anche
il primo Presidente a riconoscere la tragedia delle foibe alla fine della Seconda
guerra mondiale.
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