Dopo oltre due anni di indagini, i magistrati di Bergamo, hanno concluso la loro indagine sugli errori nella gestione della pandemia di Covid-19. Hanno stabilito una serie di negligenze, errori di valutazioni e mancanze di atti necessari per contenere la pandemia e hanno stabilito che tutto cio' ha provocato migliaia di morti in piu' che si sarebbero potuti evitare se si fossero messe in campo misure di prevenzione e di contenimento tra gennaio e febbraio 2020.
Indagati con un avviso di garanzia risultano l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex ministro della salute, Roberto Speranza, funzionari e dirigenti chiamati a gestire l’emergenza della pandemia, come il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo, l’allora capo della protezione civile Angelo Borrelli e il presidente del consiglio Superiore di sanità Franco Locatelli, e l’allora direttore dello Spallanzani Giuseppe Ippolito.
I filoni dell'inchiesta sono 2, la mancata zona rossa di Alzano e Nembro per cui devono rispondere di epidemia colposa aggravata oltre a Giuseppe Conte, e al governatore lombardo Attilio Fontana, l'ex assessore alla sanita' della Regione Lombardia Gallera e anche parecchi membri del Cts come Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro, l’ex capo della prevenzione del Ministero della salute Claudio D’amario e l’ex segretario generale Giuseppe Ruocco e l’attuale responsabile delle malattie infettive Francesco Maraglino.
Il secondo filone riguarda il mancato aggiornamento del piano nazionale per le pandemie, l'ultimo aggiornamento risaliva al 2006, per questo risultano indagati per omissione di atti di ufficio oltre ai dirigenti ministeriali Ruocco e Maraglino anche l’ex Oms Ranieri Guerra che a Bergamo è anche indagato per false informazioni ai pm e gli ex ministri della salute Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin.
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