Le cifre del
terremoto che ha colpito Turchia e Siria sono impressionanti, le cifre
ufficiali parlano di 41mila morti, 36mila solo in Turchia. Dopo 10 giorni
dal devastante sisma in Turchia e Siria, mancano all'appello ancora duemila
persone nella disastrata Siria. Per l'Unicef sarebbero coinvolti sette milioni di bambini. Con il passare dei giorni aumentano i bisogni della popolazione terremotata. In prima fila a portare aiuto c’è la Chiesa locale che ha aperto le porte di chiese e conventi per accogliere chi ha perso tutto. Caritas Siria, con circa 300 operatori, da giorni sta distribuendo materassi, coperte, cibo e acqua ai terremotati di Latakia, Hama e Aleppo. (Agensir)
In mezzo a
questa tragedia si registrano dei veri e propri miracoli con persone
e soprattutto bambini piccoli estratti vivi a distanza anche di una settimana.
In Turchia è
l'ora delle polemiche su come sia stato possibile nonostante l'estrema potenza
del terremoto che interi palazzi si siano sbriciolati, e così sono scattati
centinaia di arresti tra i costruttori edili accusati di non aver rispettato le
norme anti-sismiche previste dalla legge, sono oltre 50mila i palazzi crollati
o distrutti in Turchia. Polemiche anche per il ritardo dei soccorsi che però
sono spente sul nascere dal governo di Erdogan con censura e qualche volta con
arresti.
Ora bisogna
pensare ai sopravvissuti ricostruendo il prima possibile.
In Siria se possibile
la situazione è ancora più tragica per via della guerra e dei ricatti dei vari gruppi
che controllano le aree colpite, ma alcuni segnali positivi incominciano ad
arrivare, come numerosi aiuti internazionali e la rimozione di alcune sanzioni
che colpiscono più la popolazione che il governo siriano. E' arrivato
un carico di aiuti dall’Arabia Saudita, primo aereo di Riyadh ad atterrare in
Siria in 10 anni, il governo statunitense ha allentato almeno in parte
l’embargo economico e commerciale. Anche dal mondo arabo emergono segnali di
solidarietà con Egitto ed Emirati Arabi Uniti (Eau) che hanno assicurato il
loro sostegno, accogliendo l’appello del sotto-segretario Onu per gli Affari
umanitari Martin Griffiths che ha denunciato una lentezza negli aiuti
internazionali. Soprattutto nel nord-ovest, nelle mani dei movimenti
anti-Assad, in cui le persone “si sentono a buon diritto abbandonate” (fonte
Asianews).
Anche l'Italia
ha mandato squadre di soccorso e aiuti, in particolare è stato allestito ad
Antiochia, in Turchia, l'ospedale da campo italiano per curare i feriti del
sisma del 6 febbraio. I materiali erano arrivati alcuni giorni fa nel porto di
Alessandretta, nella provincia di Hatay, a bordo della nave della Marina
Militare italiana San Marco.
Come riporta
il sito di Asianews “Oltre ai bisogni materiali” come un tetto, un riparo, un
po’ di cibo e acqua potabile, in questo momento “avvertiamo forte l’esigenza
delle popolazioni colpite dal sisma di condividere le sofferenze e di sentirsi
accolti”. È quanto racconta ad AsiaNews il vescovo caldeo di Aleppo,
mons. Antoine Audo, fra i centri più martoriati - assieme alla provincia di
Idlib, controllata da ribelli e jihadisti.
Anche Papa
Francesco ha ricordato le vitime del terremoto " Non dimentichiamo quanti
soffrono a causa del terremoto in Turchia e Siria. Continuiamo a pregare per le
vittime e i loro cari e impegniamoci concretamente ad aiutare i sopravvissuti.
Il Signore dia consolazione alle popolazioni colpite da questa immane tragedia".
Un sostegno
che è arrivato anche dallo stesso Pontefice attraverso l'Elemosineria
apostolica. Stamani dal porto di Napoli - riferisce Vatican News - è in
partenza una nave, la Msc Aurelia, che arriverà tra due giorni a Iskenderun in
Turchia. A bordo, oltre agli aiuti del governo italiano e di altre
organizzazioni non governative, ci saranno10.000 magliette termiche che il
cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, ha portato ieri
personalmente nel capoluogo campano. Per quanto riguarda la Siria, fa sapere il
card. Krajewski, il Papa ha inviato, attraverso il Dicastero per il servizio
della carità, un aiuto economico alla Nunziatura apostolica che provvederà ad
impiegarlo sul territorio, sostenendo la popolazione già fiaccata da tanti anni
di guerra e ora dal devastante sisma.
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