giovedì 16 febbraio 2023

Terremoto Turchia Siria una tragedia immane

Le cifre del terremoto che ha colpito Turchia e Siria sono impressionanti, le cifre ufficiali parlano di 41mila morti, 36mila solo in Turchia. Dopo 10 giorni dal devastante sisma in Turchia e Siria, mancano all'appello ancora duemila persone nella disastrata Siria. Per l'Unicef sarebbero coinvolti sette milioni di bambini. Con il passare dei giorni aumentano i bisogni della popolazione terremotata. In prima fila a portare aiuto c’è la Chiesa locale che ha aperto le porte di chiese e conventi per accogliere chi ha perso tutto. Caritas Siria, con circa 300 operatori, da giorni sta distribuendo materassi, coperte, cibo e acqua ai terremotati di Latakia, Hama e Aleppo. (Agensir)

In mezzo a questa tragedia si registrano dei veri e propri miracoli con persone e soprattutto bambini piccoli estratti vivi a distanza anche di una settimana.

In Turchia è l'ora delle polemiche su come sia stato possibile nonostante l'estrema potenza del terremoto che interi palazzi si siano sbriciolati, e così sono scattati centinaia di arresti tra i costruttori edili accusati di non aver rispettato le norme anti-sismiche previste dalla legge, sono oltre 50mila i palazzi crollati o distrutti in Turchia. Polemiche anche per il ritardo dei soccorsi che però sono spente sul nascere dal governo di Erdogan con censura e qualche volta con arresti.

Ora bisogna pensare ai sopravvissuti ricostruendo il prima possibile.

In Siria se possibile la situazione è ancora più tragica per via della guerra e dei ricatti dei vari gruppi che controllano le aree colpite, ma alcuni segnali positivi incominciano ad arrivare, come numerosi aiuti internazionali e la rimozione di alcune sanzioni che colpiscono più la popolazione che il governo siriano.  E' arrivato un carico di aiuti dall’Arabia Saudita, primo aereo di Riyadh ad atterrare in Siria in 10 anni, il governo statunitense ha allentato almeno in parte l’embargo economico e commerciale. Anche dal mondo arabo emergono segnali di solidarietà con Egitto ed Emirati Arabi Uniti (Eau) che hanno assicurato il loro sostegno, accogliendo l’appello del sotto-segretario Onu per gli Affari umanitari Martin Griffiths che ha denunciato una lentezza negli aiuti internazionali. Soprattutto nel nord-ovest, nelle mani dei movimenti anti-Assad, in cui le persone “si sentono a buon diritto abbandonate” (fonte Asianews).

Anche l'Italia ha mandato squadre di soccorso e aiuti, in particolare è stato allestito ad Antiochia, in Turchia, l'ospedale da campo italiano per curare i feriti del sisma del 6 febbraio. I materiali erano arrivati alcuni giorni fa nel porto di Alessandretta, nella provincia di Hatay, a bordo della nave della Marina Militare italiana San Marco.

Come riporta il sito di Asianews “Oltre ai bisogni materiali” come un tetto, un riparo, un po’ di cibo e acqua potabile, in questo momento “avvertiamo forte l’esigenza delle popolazioni colpite dal sisma di condividere le sofferenze e di sentirsi accolti”. È quanto racconta ad AsiaNews il vescovo caldeo di Aleppo, mons. Antoine Audo, fra i centri più martoriati - assieme alla provincia di Idlib, controllata da ribelli e jihadisti.

Anche Papa Francesco ha ricordato le vitime del terremoto " Non dimentichiamo quanti soffrono a causa del terremoto in Turchia e Siria. Continuiamo a pregare per le vittime e i loro cari e impegniamoci concretamente ad aiutare i sopravvissuti. Il Signore dia consolazione alle popolazioni colpite da questa immane tragedia".

Un sostegno che è arrivato anche dallo stesso Pontefice attraverso l'Elemosineria apostolica. Stamani dal porto di Napoli - riferisce Vatican News - è in partenza una nave, la Msc Aurelia, che arriverà tra due giorni a Iskenderun in Turchia. A bordo, oltre agli aiuti del governo italiano e di altre organizzazioni non governative, ci saranno10.000 magliette termiche che il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, ha portato ieri personalmente nel capoluogo campano. Per quanto riguarda la Siria, fa sapere il card. Krajewski, il Papa ha inviato, attraverso il Dicastero per il servizio della carità, un aiuto economico alla Nunziatura apostolica che provvederà ad impiegarlo sul territorio, sostenendo la popolazione già fiaccata da tanti anni di guerra e ora dal devastante sisma.


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