martedì 22 giugno 2021

Sui vaccini troppa confusione e pressapochezza

Sia chiaro, siamo consapevoli che per le persone anziane e le persone deboli o con patologie particolari il vaccino sia molto utile per evitare che il corona virus colpisca in modo grave. I dati mostrano l'efficacia dei vaccini anti covid-19 in tal senso. Come si legge sul sito ISS "Il vaccino è un farmaco che stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi, deputati a combattere i microrganismi causa di malattia. In pratica, quando ci vacciniamo, il nostro corpo reagisce come se stesse affrontando un’infezione, senza tuttavia averla contratta. La vaccinazione lo rende cioè capace di riconoscere, attraverso lo sviluppo della memoria immunologica, l’agente estraneo contro cui il vaccino è diretto e di innescare una risposta immune. Molto più velocemente di quanto avverrebbe in risposta a una infezione naturale in una persona che non abbia precedentemente contratto la malattia" (I vaccini - ISS).

Però bisogna ammettere come abbiamo detto fin dall'inizio che vista l'urgenza  con cui sono stati autorizzati la raccolta dati della sperimentazione è stata limitata numericamente e non tutto poteva essere conosciuto sui loro rischi e la loro incidenza. Anche qui va precisato che l'incidenza di reazioni gravi al vaccino sono numericamente e statisticamente basse, ma questo non consola le persone che ne vengono colpite. Sarebbe stato molto più corretto dichiarare in modo trasparente fin dall'inizio questi rischi, per ognuno dei vaccini, e ammettere che la raccolta dati fatta era limitata e non esauativa.


Anche la comunicazione nel caso dei vaccini è molto importante, subito si sarebbe dovuto dire apertamente che il vaccino non ha lo scopo di evitare il contagio ma quello di limitare gli effetti dell'infezione specie nelle categorie a rischio.

A proposito di comunicazione si registra un fallimento totale come mostra il caso di AstraZeneca.

Come ricorda il sito Come è cambiato l'uso di Astrazeneca (today.it) ecco la sequenza di comunicazioni e decisioni degli organi tecnici che mostrano molta pressapochezza e come poco si conoscesse su questo e forse anche sugli altri vaccini in termini di rischio.

Il 30 gennaio il via libera dell'Aifa per l'utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni mentre era "definito un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA nei soggetti più anziani e/o più fragili. 

 Il 2 febbraio il Cts dà il via libera anche per gli over 55 in buona salute sulla base del rapporto beneficio/rischio, esteso due settimane dopo, il 27 febbraio fino a 65 anni "in buona condizione di salute". L'11 marzo iniziano i primi problemi dopo alcuni "eventi avversi gravi" che spingono l'Aifa a sospendere prima un lotto (ABV2856) e, quattro giorno dopo, il 15, l'utilizzo di Astrazeneca in tutta Italia

Il 18 marzo Ema revocato il divieto di utilizzo pronunciandosi sul possibile legame tra il vaccino e le trombosi con un parere che lo classifica come evento "molto raro". 

 Il 7 aprile si cambia ancora e una circolare del ministero della Salute raccomanda un uso preferenziale di Astrazeneca per i soggetti over 60. Due settimane dopo, una circolare analoga del ministero estende la raccomandazione anche al vaccino di Johnson & Johnson, il cui via libera era stato dato il 12 marzo 

 L'11 maggio il ministero della Salute chiede di valutare la possibilità di estendere sia Astrazeneca sia J&J alla fascia 50-59 anni. Il Comitato tecnico scientifico ricorda che l'uso di entrambi "è approvato sia dall'Ema sia dall'Aifa per i soggetti al di sopra di 18 anni", che "c'è un rapporto rischi/benefici che è incrementale con l'aumento dell'età" e che i casi di trombosi si sono osservati "in larga prevalenza in persone sotto i 60 anni di età" e questo ha portato le autorità sanitarie a dare "l'indicazione preferenziale per i soggetti di età uguale o superiore ai 60 anni".

Cosa dire di un Ministro della Sanità che non ne ha azzeccata una, negando ogni rischio prima e poi gestendo malissimo le decisioni sui vaccini fino alla pessima decisione  degli open day per i giovani che avevano chiaramente solo lo scopo di cercare di raggiungere la fatidica soglia del 70% della popolazione vaccinata visto le molte defezioni nella fascia tra i 40 e 60 enni nell'adesione alla campagna vaccinale.
Che dire infatti del rapporto rischi/benefici che sconsiglia la vaccinazione nei giovanissini. In Italia e in altri paesi come Gran Bretagna e Israele molti medici e operatori sanitari si sono dichiarati infatti contrari come riporta il sito Covid, anche in Italia appello dei sanitari per una moratoria sulla vaccinazione ai bambini: "Richiesta su basi scientifiche" - Il Fatto Quotidiano 
“Chiediamo di non vaccinare i bambini per tre motivi: i bambini sono a rischio minimo di Covid, dai 18 anni in giù il rischio per i giovanissimi è irrilevante, come riferisce anche Franco Locatelli, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Secondo motivo: il vaccino protegge dalla malattia chi lo riceve, e riduce ma non evita l’infezione e la possibilità di contagiare altri. Terzo motivo: i bambini non sono fonte di contagi-cluster significativi per gli adulti, è soprattutto vero l’inverso”.

Ultimo fatto sconcertante è la dichiarazione del ministro Speranza dopo lo stop alla seconda dose del prodotto anglo-svedese per gli under 60: "La vaccinazione eterologa è già utilizzata da paesi importanti come la Germania, risultati incoraggianti", in realtà anche in questo caso non ci sono dati sufficienti per sostenere questa affermazione in maniera statisticamente significativa, il campione è troppo basso, e infatti Speranza è stato smentito pochi giorni dopo dal presidente del Consiglio Draghi che ha ribadito la libertà di scelta delle persone nel rifiutare il mix di vaccini e richiedere la seconda dose di AstraZeneca.

Ultima nota dolente come si spiega che ogni paese in Europa si sia comportato diversamente rispetto alle norme sulla somministrazione dei vaccini o sul fatto che EMA e AIFA non siano stati sempre allineati, ancora confusione su confusione.

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