Sembra che oramai la crisi greca sia all’epilogo col
voto del referendum che il governo Tsipras ha convocato per il 5 luglio per
decidere se accettare o no le proposte di Bruxelles. Un referendum che in ogni
caso segnerà una svolta: se vince il No la Grecia sarà praticamente fuori
dall’euro e se vince il Si porterà al cambio di governo in Grecia.
Diciamo subito che l’Europa soprattutto negli anni passati ha
fatto errori enormi con la Grecia e quello che ora promette a Tsipras se lo
avesse fatto con i governi precedenti forse non si sarebbe arrivati a questo
punto, ma proprio per lo stesso motivo non si capisce la politica di Tsipras
che non accetta proposte ragionevoli e scarica sul popolo greco la sua
incapacità di governare. Il referendum assume infatti una connotazione solo
politica e ideologica con la quale Tsipras certifica secondo noi il suo
fallimento. D’altronte era andato al governo con una bugia, quella di poter rifiutare
gli accordi con la UE e ora di fronte alle proteste della sinistra e ad altre
richieste della Ue non sa cosa fare. Tsipras ha sprecato i sacrifici fatti dai
greci e ributta il paese sull’orlo del fallimento per cinici calcoli politici, la
solita sinistra, potremmo dire, e stupisce che non venga abbastanza
sottolineata questa componente politica anche in Italia.
La Grecia deve risolvere alcuni problemi strutturali come il
sistema fiscale e quello pensionistico che già altri paesi come anche l’Italia
hanno dovuto affrontare, l’IVA e l’età pensionabile sono state alzate anche in Italia
e altri paesi perfino in Germania, la Ue certo deve aiutare la Grecia ma la
Grecia deve fare i suoi passi perché ci sono anche altri paesi sia del
Meditteraneo che dell’Est che hanno problemi ma hanno accettato le riforme. Il
problema della Grecia è la sua classe politica che ha vissuto su sprechi e
bilanci truccati e che ora non sa come risollevare il paese e lo precipita nel
caos del voto referendario. Senza la Ue la Grecia muore, anche il progetto Ue
senza Grecia è in pericolo, ma sicuramente i greci sono quelli che hanno più da
perdere e Tsipras sta giocando sulla pelle dei suoi cittadini.
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