Non possiamo non vedere che c'è un problema all'interno dell'islam e anche una guerra tra varie fazioni e tra sciiti e sunniti in tutti i paesi dalla Libia alla Siria all'Iraq. Quindi è dal mondo islamico che deve venire la soluzione e l'ha capito il presidente dell'Egitto Al-Sisi che all'università islamica del Cairo la più importante per i sunniti ha avuto il coraggio di dire che l'islam deve cambiare se non vuole apparire il nemico del mondo. Ha anche per la prima volta richiamato gli iman e i teologi alle loro responsabilità sugli insegnamenti che praticano, questo apre un punto che l'Occidente ha spesso trascurato il controllo dei predicatori nelle moschee europee, si scopre sempre che gli attentatori avevano avutto contatti con iman che predicavano l'odio e la guerra santa, non esiste la libertà di incitamento alla violenza queste persone vanno allontanate. Un altro punto è che gli attentatori in Europa sono spesso figli di seconde generazioni, spesso cambiano vita incontrando l’estremismo nelle moschee della nostre città e con viaggi e formazioni nei paesi arabi più integralisti o addirittura partecipando ad addestramenti militari ed ultimamente andando a combattere in Siria. L'Europa non può far finta di niente e non chiamare col proprio nome questi mali ma anche gli islamici devono cominciare a farlo perchè questi terroristi hanno appoggi e finanziamenti nelle comunità islamiche. Va rivisto il rapporto con le comunità islamiche in Europa, non ci si può più accontentare di sfruttare la manodopera ma bisogna risolvere i problemi sociali nelle periferie, creare percorsi di integrazione veri, anche culturali e di rispetto reciproco senza rinunciare alla propria identità, altrimenti cresceranno sempre più movimenti e partiti che hanno come riferimento la non accettazione degli stranieri come si vede in Francia ma anche in Svezia e Germania, movimenti che crescono grazie alle colpe di un buonismo che non sa affrontare i problemi veri.
La verità ci
può salvare, chiamare male quello che è male e bene ciò che è bene e senza fare
di tutta un’erba un fascio. I terroristi erano conosciuti, proprio come il terrorista di Tolosa, assurdo non fermarli prima. I terroristi come abbiamo visto in una delle
sequenze più terribili dell’attentato, hanno ucciso senza pietà il poliziotto già
ferito e a terra, che aveva cercato di fermarli, bene questo poliziotto era Ahmed
Merabet musulmano, di origini arabe,
sposato. Come dimostrano gli attentati nei diversi paesi arabi, i terroristi
uccidono anche tutti quei mussulmani che non vivono secondo la loro visione
dell’islam. Per fermarli bisogna fermare anche le guerre e l'espansione
territoriale dell'Isis e delle frange estremiste in Libia in Siria e in Iraq,
ma bisogna non dimenticare anche la zona subsahariana oggi arrivano notizie di
migliaia di morti in Nigeria con Boko Aram che minaccia anche il Camerun. Siamo stati per troppo tempo indifferenti alle tragedie che colpivano innocenti in queste zone del mondo.
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