Il Papa ha rotto il silenzio che ci ha reso sordi di fronte
al dramma dell’emigrazione e delle migliaia di morti delle traversate della
speranza verso il nostro paese, quella che ha chiamato la globalizzazione
dell’indifferenza, che non rappresenta un attacco alla globalizzazione ma alle
sue conseguenze esasperate e aspetti derivati dal non mettere al centro le
persone. Ci ha richiamato a ricordarci quanto noi ricchi siamo
responsabili anche dei più poveri, "dov'è tuo fratello?", che non dobbiamo chiuderci
nelle nostre bolle di benessere. Il Papa ha sottolineato il carattere
penitenziale della sua visita, per chiedere perdono per le morti, chiedendo che non si ripetano le
tragedie e chiedendo ai responsabili del mondo di evitare che si creino le
condizioni di povertà che spingono le persone all’emigrazione. Il Papa ha condannando
anche chi da queste povertà guadagna nei traffici di esseri umani.
Con un gesto a suo modo clamoroso ma di estrema profondità
il Papa ha portato solidarietà vicinanza sia ai migranti sia a chi in questi
anni si è occupato di loro e li ha accolti
Toccanti e significativi alcuni gesti e simboli di questa
visita Il pastorale e il calice di legno. Col legno delle barche usate dai
migranti e la corona di fiori, bianchi e gialli, gettata in mare, a ricordare i
troppi morti
La visita del Papa, è stato come lui stesso a ricordarlo, è stata prima di tutto un'occasione per pregare. «Spero proprio che si capisca il senso di questo gesto»,
ha detto ai suoi collaboratori dopo aver gettato in mare la corona di
crisantemi, il desiderio di ricordare fare memoria pregare e esprimere
solidarietà e vicinanza. Come un vero Padre, come un vero Pastore. Grande Papa
Francesco. Bisogna quindi evitare ogni strumentalizzazione.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.