Lettera pubblicata su Avvenire il 14 Gennaio 2012
Di seguito la risposta del Direttore Marco Tarquinio
Caro Direttore
Siamo davvero colpiti da tutta una serie di articoli e voci di manifestazioni in merito allo spettacolo teatrale che andrà in scena a Milano nei prossimi giorni. Spettacolo è una definizione eufemistica, appare molto più come provocazione spregevole ed offensiva.
Ma vorremmo precisare che siamo assolutamente contrari a manifestazioni fuori dai locali ....perchè se uno venisse a farle fuori da dove si svolge una nostra conferenza o iniziativa perché non la condivide, lo riterremmo offensivo e contro la nostra libertà. Possiamo dirlo perché ci è capitato durante la campagna elettorale con Giuliano Ferrara di dover essere addirittura scortati per tenere i nostri incontri.
Un’altra cosa è sensibilizzare, protestare con lettere e agire sui siti di critica cinematografica o teatrale e sui giornali e sui blog far sentire la propria disapprovazione.
Paradossale che da una critica ad uno spettacolo che offende i cristiani si passi ad attaccare la Chiesa ed il suo giornale Avvenire, sul piano molto scivoloso nel quale si sottintende che per i soldi la Chiesa si mobilità, per la dignità di Gesù no. Continuare ad attaccare la Chiesa come istituzione e' gia' uno sport ben avviato da molti, se anche i cattolici pubblicamente (non in 4 chiacchere in cui si puo' esprimere liberamente la critica) su giornali tv o internet criticano pesantemente la Chiesa e i Vescovi perche' poi ci lamentiamo se lo fanno gli altri?...a volte il fuoco amico fa più vittime del nemico....
Questo spettacolo indegno non si svolge alla Scala ma al teatro Parenti di Milano, questa volta la protesta è servita ci pare, davvero solo a fare pubblicità a qualcosa che altrimenti sarebbe passato del tutto o quasi inosservato.
Di offese a Dio purtroppo ce ne sono ben altre è molto più pervasive nella nostra società, ci auguriamo però che non torneremo a manifestare fuori da ogni locale che fa qualcosa di amorale .........un immagine di cristianesimo che davvero non ci piacerebbe.
Il Direttore risponde
Agli amici Tanduo, che pongono nella lettera un serio problema, dico che trovo assennato il loro richiamo. Mi hanno insegnato che, da cristiani, siamo chiamati a vivere il Vangelo, a dare ragione della nostra speranza e, da persone che si sforzano di essere rette, siamo tenuti a dire responsabilmente le cose come stanno. Per questo mi sento impegnato, assieme ai miei colleghi, a informare correttamente sulla questione di uno spettacolo teatrale colpito da improvvisa e polemica notorietà preventiva. Vedremo e giudicheremo, se, come e quando andrà in scena. Non mi sogno di giudicare le intenzioni di chi è infuriato con l’autore (e non spetta certo a me farlo), ma penso pure io che certi modi di "protestare" servono a poco. Anzi, alla fin fine, servono solo a dare ragione a chi cerca furba pubblicità.
Marco Tarquinio
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