La guerra in Libia sembra vicina al suo epilogo e il regime di Gheddafi finito, presa Tripoli ma non Gheddafi il rischio però è di una persistente situazione instabile.
Infatti la presa di Tripoli ha visto la discesa in campo di tribù e esponenti politici diversi da quelli della Cirenaica, bisognerà valutare come queste parti si metteranno d'accordo tra loro e se vorranno farlo e non invece predominare una sull'altra trascinando il paese in una fase di incertezza e di disgregazione che però certamente le potenze straniere che stanno finanziando ed impegnandosi in Libia cercheranno di impedire. Sembra ormai certo l'uso di truppe speciali Nato a guidare la battaglia finale. E' necessario arrestare Gheddafi che altrimenti rimarrà un riferimento per i lelalisti che non si vogliono arrendere.
Certamente questa guerra molto confusa e su cui ha regnato la disinformazione riserverà altre sorprese. Per esempio che ruolo hanno avuto i fratelli musulmani? che tipo di stato sarà la nuova Libia? chi sarà il nuovo capo della Libia : il primo ministro del Consiglio nazionale transitorio libico, Mahmud Jibril che ha incontrato sia Sarkozy che Berlusconi, oppure l'ex numero due di Gheddafi Abdel Jalloud rifugiatosi in Italia? chi avrà influenza sul nuovo governo libico la Francia oppure la GranBretagna che più si sono spesi nell'impegno militare? Quale sarà il ruolo dell'Italia? E' vero che Jibril ha assicurato all'Italia i contratti preesistenti e il numero uno di Eni, Scaroni, ha dichiarato che le forniture petrolifere possono tornare alla piena efficienza nel giro di 6 -18 mesi e ha confermato l'impegno dell'Eni in Libia ma certamente lo sforzo franco-inglese verrà in qualche modo riconosciuto e "retribuito". Bisognerà poi provvedere alla ricostruzione della Libia che era uno dei paesi con maggior reddito pro-capite del nord Africa ma ora è stato segnato dalle distruzioni delle città. Chi metterà i soldi per ricostruirle? che fine faranno le migliaia di lavoratori stranieri ora sparsi in Tunisa Egitto e Italia? Saranno in grado i paesi europei di evitare una islamizzazione del paese? Al momento l'opposizione non sembra essere stata in grado di preparare e dotarsi di una struttura istituzionale e statale in un paese ancora dominato dalle divisioni etniche e tribali.
Blog di politica, cultura, attualità, difesa della vita, approfondimenti, opinioni a cura di Paolo e Luca - MILANO (lucapaologemini)
sabato 27 agosto 2011
lunedì 8 agosto 2011
Obama... dalla A alla Z Tratto dal Wall Street Journal
Obama... dalla A alla Z Tratto dal sito dell'Occidentale e dal Wall Street Journal
A come mondo Arabo, e la nostra posizione al suo interno: quest'anno, Zogby International ha riscontrato come il 5% degli egiziani abbia una visione favorevole degli Stati Uniti. Nel 2008, quando era presidente George W. Bush, la percentuale era il 9%.
B come Bilancio federale e il suo deficit: secondo le stime, toccherà circa l'11% del Pil nel 2011, in crescita rispetto al 3% circa del 2008.
C come Cina e il suo bilancio federale. Per il 2012, Pechino prevede di aumentare le spese per la difesa del 12,7%. L'amministrazione Obama, al contrario, ha proposto lo scorso aprile dei tagli al Pentagono per una media di 40 miliardi di dollari all'anno per il prossimo decennio, e il Congresso potrebbe prestodare l'ok a maggiori tagli.
D come – e non poteva essere altrimenti – Debito federale, cresciuto questo mese a 14,3 trilioni di dollari, dai 10,7 trilioni di dollari della fine del 2008. D anche come Dollaro, che ha perso quasi metà del suo valore nei confronti dell'oro a partire dall'agosto 2008.
E come Energia. Il prezzo medio al dettaglio di un gallone di benzina aleggiava intorno a 1,80 dollari al momento dell'insediamento di Obama. Da allora è più che raddoppiato. Ciò vale anche per l'etanolo, il carburante delle (non) meraviglie che gli Usa continuano a sovvenzionare per una somma di 5 bilioni all'anno.
F come Free trade. Bill Clinton nel 1994 sottoscrisse il Nafta, l'accordo che rende facilita lo scambio di 1,6 trilioni di dollari nel commercio di beni e servizi tra Usa, Messico e Canada. L'amministrazione Bush ha dato il via a più di una decina di accordi di libero scambio, dall'Australia a Singapore, passando per il Marocco e il Bahrain. Numero di accordi di libero scambio firmati dall'attuale presidenza: zero.
G come Guantanamo – che rimane aperta – come Gheddafi – che rimane al potere – e come Grecia – che offre una visione di come sarà l'America nel futuro se non riformiamo il nostro stato di diritto.
H come Hillary Clinton, che – non riesco a credere a ciò che sto per scrivere – sarebbe stata un presidente migliore rispetto a Obama.
I come Israele, un paese del Medio Oriente che il presidente dichiara di sostenere persino quando sparla abitualmente del suo primo ministro, quando cerca di ridurre i suoi confini e – perché no – quando prova a dividere la sua capitale.
J come Job. Nel novembre del 2008, il presidente eletto Obama promise la creazione di 2 milioni e mezzo di posti di lavoro entro il 2011. A ottobre 2010 l'economia aveva tagliato 3,3 milioni di posti.
K come Karzai, l'incapace leader dell'Afghanistan. Eppure, l'amministrazione Obama probabilmente non ha agito a proprio favore nello scaricarlo, spingendolo così a cercare nuovi migliori amici a Teheran.
L come Laden, Osam bin. Il più grande successo del presidente, che lo farà stare per sempre un gradino – magari uno solo – sopra Jimmy Carter.
M come Messico, un paese che gestisce un tasso di disoccupazione al 5,4% e un tasso di crescita annuale del 4,2%, anche quando è impegnato nella guerra contro i cartelli della droga.
N come NATO – una volta, un pilastro della sicurezza occidentale – che Obama è in procinto di distruggere con la sua decisione di ritirarsi dall'Afghanistan e il suo rifiuto di dare alla NATO la spinta necessaria per vincere in Libia.
O come ObamaCare, che va oltre nello spiegare le lettere B, D, J e la parte relativa alla Grecia della lettera G.
P come Pyongyang, il cui governo sta ancora una volta cercando di impegnarsi in una serie di colloqui a sei. Questo dopo che il regime di Kim ha accolto l'appello di Obama per un mondo libero dal nucleare testando una bomba nucleare, silurando una nave e bombardando un villaggio Sud-coreani e svelando l'esistenza di un impianto all'avanguardia nell'arricchimento dell'uranio.
Q come QE2, il più disastroso esperimento di politica monetaria da quando, nel 1978, la politica del basso tasso d'interesse, attuata dal Presidente della Banca Federale William Miller, mandò il dollaro a picco.
R come Reset con la Russia, il cui principale risultato è un trattato sul controllo degli armamenti, che ci porta alla pari per quanto riguarda le armi nucleari strategiche, ci lascia indietro a livello tattico e ci mal equipaggia nell'affrontare la sfida posta da un mondo, al contrario, proliferante.
S come Shovel-ready (provvedimenti a implementazione immediata NdT). Non serve aggiungere altro.
T come Tasse, che Obama vorrebbe vedere aumentate per "milionari e miliardari", termini con cui definisce curiosamente chi guadagna dai 200 mila dollari in su.
U come l'arricchimento dell'Uranio da parte dell'Iran. Quando Obama assunse la carica di presidente facendo la promessa di tendere la mano ai mullah, l'Iran aveva nel frattempo arricchito 1.000 chili di uranio. Oggi ha prodotto più di 4.000 chili.
V come Venezuela, un paese che intrattiene vaste connessioni sotterranee con l'Iran, su cui l'amministrazione Obama ha sempre minimizzato.
W come W (George W. Bush NdT), la cui presidenza appare ora come un modello di contenimento della spesa.
X come Liu Xiaobo, un esempio di ciò a cui dovrebbe assomigliare un vincitore meritevole del Nobel per la Pace. X anche come Xanax, che potrebbe essere ricordato come il farmaco di scelta degli anni obamiani.
Y come “Yes, we can!”. Purtroppo Y anche per Yemen.
Z come Zero, cioè la probabilità che uno degli attuali candidati del Partito Repubblicano riesca a sconfiggere Obama nel 2012.
Tratto dal Wall Street Journal
Traduzione di Stefano Fiori
A come mondo Arabo, e la nostra posizione al suo interno: quest'anno, Zogby International ha riscontrato come il 5% degli egiziani abbia una visione favorevole degli Stati Uniti. Nel 2008, quando era presidente George W. Bush, la percentuale era il 9%.
B come Bilancio federale e il suo deficit: secondo le stime, toccherà circa l'11% del Pil nel 2011, in crescita rispetto al 3% circa del 2008.
C come Cina e il suo bilancio federale. Per il 2012, Pechino prevede di aumentare le spese per la difesa del 12,7%. L'amministrazione Obama, al contrario, ha proposto lo scorso aprile dei tagli al Pentagono per una media di 40 miliardi di dollari all'anno per il prossimo decennio, e il Congresso potrebbe prestodare l'ok a maggiori tagli.
D come – e non poteva essere altrimenti – Debito federale, cresciuto questo mese a 14,3 trilioni di dollari, dai 10,7 trilioni di dollari della fine del 2008. D anche come Dollaro, che ha perso quasi metà del suo valore nei confronti dell'oro a partire dall'agosto 2008.
E come Energia. Il prezzo medio al dettaglio di un gallone di benzina aleggiava intorno a 1,80 dollari al momento dell'insediamento di Obama. Da allora è più che raddoppiato. Ciò vale anche per l'etanolo, il carburante delle (non) meraviglie che gli Usa continuano a sovvenzionare per una somma di 5 bilioni all'anno.
F come Free trade. Bill Clinton nel 1994 sottoscrisse il Nafta, l'accordo che rende facilita lo scambio di 1,6 trilioni di dollari nel commercio di beni e servizi tra Usa, Messico e Canada. L'amministrazione Bush ha dato il via a più di una decina di accordi di libero scambio, dall'Australia a Singapore, passando per il Marocco e il Bahrain. Numero di accordi di libero scambio firmati dall'attuale presidenza: zero.
G come Guantanamo – che rimane aperta – come Gheddafi – che rimane al potere – e come Grecia – che offre una visione di come sarà l'America nel futuro se non riformiamo il nostro stato di diritto.
H come Hillary Clinton, che – non riesco a credere a ciò che sto per scrivere – sarebbe stata un presidente migliore rispetto a Obama.
I come Israele, un paese del Medio Oriente che il presidente dichiara di sostenere persino quando sparla abitualmente del suo primo ministro, quando cerca di ridurre i suoi confini e – perché no – quando prova a dividere la sua capitale.
J come Job. Nel novembre del 2008, il presidente eletto Obama promise la creazione di 2 milioni e mezzo di posti di lavoro entro il 2011. A ottobre 2010 l'economia aveva tagliato 3,3 milioni di posti.
K come Karzai, l'incapace leader dell'Afghanistan. Eppure, l'amministrazione Obama probabilmente non ha agito a proprio favore nello scaricarlo, spingendolo così a cercare nuovi migliori amici a Teheran.
L come Laden, Osam bin. Il più grande successo del presidente, che lo farà stare per sempre un gradino – magari uno solo – sopra Jimmy Carter.
M come Messico, un paese che gestisce un tasso di disoccupazione al 5,4% e un tasso di crescita annuale del 4,2%, anche quando è impegnato nella guerra contro i cartelli della droga.
N come NATO – una volta, un pilastro della sicurezza occidentale – che Obama è in procinto di distruggere con la sua decisione di ritirarsi dall'Afghanistan e il suo rifiuto di dare alla NATO la spinta necessaria per vincere in Libia.
O come ObamaCare, che va oltre nello spiegare le lettere B, D, J e la parte relativa alla Grecia della lettera G.
P come Pyongyang, il cui governo sta ancora una volta cercando di impegnarsi in una serie di colloqui a sei. Questo dopo che il regime di Kim ha accolto l'appello di Obama per un mondo libero dal nucleare testando una bomba nucleare, silurando una nave e bombardando un villaggio Sud-coreani e svelando l'esistenza di un impianto all'avanguardia nell'arricchimento dell'uranio.
Q come QE2, il più disastroso esperimento di politica monetaria da quando, nel 1978, la politica del basso tasso d'interesse, attuata dal Presidente della Banca Federale William Miller, mandò il dollaro a picco.
R come Reset con la Russia, il cui principale risultato è un trattato sul controllo degli armamenti, che ci porta alla pari per quanto riguarda le armi nucleari strategiche, ci lascia indietro a livello tattico e ci mal equipaggia nell'affrontare la sfida posta da un mondo, al contrario, proliferante.
S come Shovel-ready (provvedimenti a implementazione immediata NdT). Non serve aggiungere altro.
T come Tasse, che Obama vorrebbe vedere aumentate per "milionari e miliardari", termini con cui definisce curiosamente chi guadagna dai 200 mila dollari in su.
U come l'arricchimento dell'Uranio da parte dell'Iran. Quando Obama assunse la carica di presidente facendo la promessa di tendere la mano ai mullah, l'Iran aveva nel frattempo arricchito 1.000 chili di uranio. Oggi ha prodotto più di 4.000 chili.
V come Venezuela, un paese che intrattiene vaste connessioni sotterranee con l'Iran, su cui l'amministrazione Obama ha sempre minimizzato.
W come W (George W. Bush NdT), la cui presidenza appare ora come un modello di contenimento della spesa.
X come Liu Xiaobo, un esempio di ciò a cui dovrebbe assomigliare un vincitore meritevole del Nobel per la Pace. X anche come Xanax, che potrebbe essere ricordato come il farmaco di scelta degli anni obamiani.
Y come “Yes, we can!”. Purtroppo Y anche per Yemen.
Z come Zero, cioè la probabilità che uno degli attuali candidati del Partito Repubblicano riesca a sconfiggere Obama nel 2012.
Tratto dal Wall Street Journal
Traduzione di Stefano Fiori
lunedì 1 agosto 2011
Crisi del debito: servono risposte politiche e riforme strutturali
La situazione economica torna ad essere incerta e a presagire che la crisi non e' superata e che ancora per molto tempo ci interesserà. Gli indici delle borse continuano a oscillare, la mancanza di risposte politiche chiare a livello europeo o quello che è accaduto negli USA, su come risolvere il problema dei debiti sovrani aumenta l'incertezza dei mercati, anche se dopo infinite trattative e giochi politici negli gli Stati Uniti si è deciso come rifinanziare il debito. Sì perché anche negli Stati Uniti dove il debito pubblico ha raggiunto livelli elevatissimi che non si registravano dal 1929 il problema è essenzialmente politico. Per poter alzare l'asticella del debito dello stato federale bisogna, infatti, indicare come coprirlo. Era già accaduto. La questione del debito sarà al centro della prossima campagna elettorale americana per l'elezione presidenziale del 2012. Per Obama in ogni caso una sconfitta, la sua leadership è fortemente indebolita. E' stato un errore pensare che la politica non dovesse occuparsi di economia, che l'economia potesse continuare a disinteressarsi della società, ed è stato un errore pensare che lo stato si debba accollare tutti i costi con le statalizzazioni e che sia l'unico attore ad occuparsi del sociale. Stato e imprese, politica e economia devo tornare a dialogare collaborando e non passando da un eccesso di liberismo a quello dello statalismo. La crisi finanziaria ed economica mondiale insomma è tutt'altro che finita e l'autunno sarà particolarmente difficile. Serve una svolta politica che non può essere basata sull'aumento delle tasse o peggio ancora con una tantum o patrimoniali. Continuare ad aumentare il debito non è utile e non risolve i problemi strutturali solo li rimanda. Il sistema ha bisogno di riforme e anche di sacrifici e se tutti, a partire dalla classe politica, compreso ogni singolo cittadino, cominceranno a pensare che ognuno dovrà fare la propria parte allora ci sarà speranza di uscire dalla crisi.
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