Blog di politica, cultura, attualità, difesa della vita, approfondimenti, opinioni a cura di Paolo e Luca - MILANO (lucapaologemini)
lunedì 1 agosto 2011
Crisi del debito: servono risposte politiche e riforme strutturali
La situazione economica torna ad essere incerta e a presagire che la crisi non e' superata e che ancora per molto tempo ci interesserà. Gli indici delle borse continuano a oscillare, la mancanza di risposte politiche chiare a livello europeo o quello che è accaduto negli USA, su come risolvere il problema dei debiti sovrani aumenta l'incertezza dei mercati, anche se dopo infinite trattative e giochi politici negli gli Stati Uniti si è deciso come rifinanziare il debito. Sì perché anche negli Stati Uniti dove il debito pubblico ha raggiunto livelli elevatissimi che non si registravano dal 1929 il problema è essenzialmente politico. Per poter alzare l'asticella del debito dello stato federale bisogna, infatti, indicare come coprirlo. Era già accaduto. La questione del debito sarà al centro della prossima campagna elettorale americana per l'elezione presidenziale del 2012. Per Obama in ogni caso una sconfitta, la sua leadership è fortemente indebolita. E' stato un errore pensare che la politica non dovesse occuparsi di economia, che l'economia potesse continuare a disinteressarsi della società, ed è stato un errore pensare che lo stato si debba accollare tutti i costi con le statalizzazioni e che sia l'unico attore ad occuparsi del sociale. Stato e imprese, politica e economia devo tornare a dialogare collaborando e non passando da un eccesso di liberismo a quello dello statalismo. La crisi finanziaria ed economica mondiale insomma è tutt'altro che finita e l'autunno sarà particolarmente difficile. Serve una svolta politica che non può essere basata sull'aumento delle tasse o peggio ancora con una tantum o patrimoniali. Continuare ad aumentare il debito non è utile e non risolve i problemi strutturali solo li rimanda. Il sistema ha bisogno di riforme e anche di sacrifici e se tutti, a partire dalla classe politica, compreso ogni singolo cittadino, cominceranno a pensare che ognuno dovrà fare la propria parte allora ci sarà speranza di uscire dalla crisi.
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