La Camera dei deputati ha approvato con ampio margine il ddl nato nel 2008 sulla scia della vicenda di Eluana Englaro. Ci sembra importante sottolineare che il voto è avvenuto a scrutinio segreto. Ha prevalso anche sugli schieramenti politici un voto trasversale di coscienza a favore della legge
Ecco i punti fondamentali, che dovrebbero convincere anche i più scettici e timorosi verso possibili ambiguità. Innanzitutto l’articolo 1 riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, riconosce che la fine della vita è determinata dalle leggi vigenti e non da interpretazioni sulla qualità e inoltre vieta ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio. La legge ha mantenuto la non vincolabilità per il medico delle DAT e regolamenta in maniera chiara il consenso informato dando sicurezza dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente. Sono stati approvati anche alcuni emendamenti migliorativi per limitare la possibilità di far valere le dichiarazioni di trattamento anticipate alle sole persone in cui si è determinata l’assenza dell’attività cerebrale che regola la coscienza.
Il nuovo comma 6 dell'articolo 3 nel testo che vieta l’interruzione dell’alimentazione e idratazione, specifica che le eccezioni a tale norma si riferiscono solo a malati in stato terminale, eliminando le ambiguità della versione precedente.
Esagerate ci sembrano le reazioni contrarie di deputati che si definiscono cattolici come Marino, Turco e Bindi che paventano referendum e sentenze di giudici che smonteranno la legge come fatto per la legge40.
Dovrebbero infine ripensare alcune loro valutazioni quelli in ambito cattolico e "pro-life" che fino ad ora hanno ostacolato questa legge visto anche le reazioni di quelli favorevoli all'eutanasia o a leggi più ambigue o aperte alle DAT.
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