Le notizie dal Giappone appaiono sempre più drammatiche, migliaia e migliaia
di morti ed il loro numero non potrà che crescere, intere aree del paese sepolte dai detriti della distruzione dello tsunami, intere città cancellate, impressionanti i numerosi video che si trovano in internet. Famiglie distrutte, molti orfani, la situazione degli anziani e degli ammalati è drammatica, persone senza cibo e acqua . Molti morti non si riescono a cremare e moltissimi dispersi che forse non si troveranno mai,
Cresce con le ore anche la preoccupazione per il nucleare infatti il danno della centrale di Fukushima è più grave di quanto annunciato all’inizio, il governo e la società che gestisce la Centrale di Fukushima, perdono di ora in ora credibilità rispetto agli annunci di avere tutto sotto controllo. Oggi Tokio ha cambiato improvvisamente faccia, traffico al minimo, la gente che incomincia ad allontanarsi dalla città consumi di energia ridotti, supermercati presi d'assalto come anche i distributori di benzina, con l'ordine e lo stile nipponico che in questi giorni ha mostrato grande dignità ma ora la preoccupazione prevale anche nei giapponesi. La radioattività vicino alla centrale è elevata e anche l’acqua di Tokio registra dati di radioattività. Molte le merci nipponiche che saranno sottoposte presto a controlli di radioattività. I prodotto agricoli in particolare ma non solo, tutto il materiale che dovrà essere esportato, anche quello per le produzioni high-tech per fare un esempio.
Giusta quindi una riflessione per rivedere norme di sicurezza e imparare da questa vicenda, che rimane comunque eccezionale, come poter tenere sotto controllo le centrali nucleari. Soprattutto è necessaria maggior garanzia sui controlli e la chiusura delle centrali vecchie. Siamo d'accordo ad non eludere la questione sicurezza anche se è vero che un terremoto di queste dimensioni e con onde di tsunami così non colpirà mai le molte centrali nucleari d’Europa per esempio . Si trascura invece il fatto che la politica di non costruire centrali nucleari di nuova generazione ha portato all’utilizzo oltre il dovuto delle centrali costruite 30-40 anni fa.
Le notizie in merito all’attuale situazione di Fukushima ma anche a quella pregressa e ad una serie di incidenti non opportunamente soppesati ci devono spingere a richiedere controlli sempre più esigenti e che devono vedere presente autorità indipendenti dalle stesse società che gestiscono gli impianti e lo stesso governo. Bisogna garantire trasparenza cosa che non è avvenuta negli anni in Giappone ma anche altrove.
Chiare garanzie sulla sicurezza è prerequisito essenziale senza il quale non si può pensare al nucleare. Diverso è mettere in discussione l'uso del nucleare. Non tutto sarà risolto col nucleare ma ci deve essere un piano energetico che non può essere sbilanciato su eolico e solare che non garantiscono una continuità di rifornimento ed hanno costi alti. E’ giusto investire ma con equilibro e pensando ad un pacchetto energetico che veda come obiettivo la riduzione dell’uso del petrolio e del gas, che oltre a porre dei problemi in merito alla stabilità dei paesi fornitori (come vediamo in questi giorni) sono altamente inquinanti inevitabilmente questo non può che essere compensato dal nucleare. Ragioniamo pure sulla sicurezza, attenzione non esite qualcosa di sicuro nemmeno le cetrali idroelletriche o a carbone e petrolio lo sono, ma anche su quale paese vogliamo: per progettare il futuro ci vuole energia. Molti dei paesi sviluppati senza l’energia nucleare non potrebbero continuare a far funzionare il loro sistema industriale ma anche la vita di tutti i giorni perché la nostra società dalla comunicazione al trasporto vive grazie all’energia. Basta che ognuno veda in casa propria: siamo così sicuri di volerci rinunciare?
Certo è giusto riflettere rispetto ad investimenti molto onerosi su quali centrali nucleari costruire, per esempio si parla oggi di centrali di terza generazione ma sappiamo che saranno disponibili quelle più avanzate e sicure di quarta generazione.
Certamente il discorso sulle fonti energetiche non può prescindere da un quadro generale europeo e non solo. Non possiamo essere ipocriti e dimenticarci che siamo circondati da centrali nucleari e che noi usiamo energia prodotta con le centrali nucleari francesi ed europee. Alcune decisioni non possono essere prese da singoli stati ma devono nascere da un confronto internazionale.
Ciao Luca , ciao Paolo
RispondiEliminaScopro subito le carte.
La vostra posizione sull'attuale e futuro piano energetico mondiale la condivido poco .
Sulla antieconomicità dell'energia nucleare sono stati spesi fiumi di inchiostro e litri di sudore di emeriti scenziati ma evidentemente non sono serviti a convincere tutti sulla negatività della scelta nucleare quantomeno dal punto di vista economico.
A riguardo vorrei sottoporvi una considerazione che mi è venuta leggendo il vostro post.
Ma non è che tutti sfruttano oltre il limite le centrali nucleari che hanno sulle spalle 30/40 di servizio per poter rientrare di tutti i costi che queste centrali hanno generato ?
mi riferisco ai costi di costruzione,manutenzione,assicurativi e legali per soffocare sul nascere qualsiasi protesta dopo un piccolo o grave incidente per non parlare poi dei costi di smantellamento e dei costi di stoccaggio delle scorie.
Inoltre visto che attualmente non abbiamo l'energia elettrica contingentata ma è mai possibile che non riusciamo a fare due pensieri ad ampio raggio che vadano oltre i prossimi cinque minuti futuri. Non riusciamo a prospettare un piano che gradualmente ci liberi in tutto o in parte delle catastrofi che hanno colpito l'umanità negli ultimi 100 anni ?
Allego una breve relazione basata su uno studio del MIT (mica cotiche) del 2003 aggiornato al 2009 :
RispondiEliminaIl costo variabile del nucleare appare a prima vista tra i più bassi (es. in Francia 0,015 € per chilowattora). Riprendendiamo una tabella comparativa del 2003 per rendere meglio l'idea:
0,02 € centrali idroelettriche esistenti
0,02 € carbone
0,03 € nucleare
0,04 € gas
0,05 € biogas
0,07 € geotermico
0,07 € eolico
0,07 € nuove centrali idroelettriche
0,12 € celle a combustibile
0,57 € fotovoltaico
(dati costo medio KWora in euro)
Il costo variabile dell'energia nucleare può trarre in inganno poiché non include l'intera spesa che il pubblico deve sostenere per realizzare, gestire e infine smantellare una centrale nucleare. Analizzando complessivamente il sistema energetico, ovvero partendo dalla costruzione delle centrali sino anche alla complessa gestione dei rifiuti, si riscontra un notevole incremento nei costi sociali e una scarsa convenienza economica sociale. Questi i principali handicap:
Una centrale nucleare necessita un lungo periodo di tempo per essere costruita (in media 10 anni). In questo lungo periodo di tempo vanno poi aggiunti i costi oppurtunità, ossia le perdite "potenziali" pari al tasso di interesse perso se i fondi fossero stati depositati in banca o occupati in altre attività economiche.
Le centrali nucleari producono rifiuti radioattivi (scorie) la cui gestione è ancora un capitolo aperto per l'intero occidente. Soltanto gli Usa, dopo oltre 25 anni di studi, hanno realizzato una soluzione definitiva realizzando un deposito in profondità (geologico) in cui stoccare le scorie radioattive. Il deposito negli Usa sarà dedicato solo alle scorie di II grado mentre resta ancora incerto il destino delle scorie di III grado (ad alta radioattività) stoccate temporaneamente all'interno delle centrali nucleari.
Al termine del ciclo di vita della centrale nucleare va considerato anche il costo del suo smantellamento, la bonifica del territorio e lo stoccaggio delle scorie radioattive.
Esempio. per costruire la centrale nucleare Usa di Maine Yankee negli anni '60 sono stati investiti 231 milioni di dollari correnti. Recentemente questa centrale ha terminato il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati allocati 635 milioni di dollari correnti.
Soltanto per smantellare le quattro centrali nucleari italiane l'International Energy Agency ha stimato un costo pari a 2 miliardi di dollari.
In conclusione
Il nucleare è stato presentato come una fonte indispensabile per generare energia elettrica a basso costo. In realtà i suoi costi "nascosti" (sostenuti dallo Stato tramite tasse e imposte) sono ancora troppo alti se paragonati alle normali centrali termoelettriche (gas o carbone). Per individuare un quadro completo dei costi è necessario allargare la visione all'intero ciclo di produzione e non soffermarsi sui singoli aspetti. Solo in questo modo si riesce a comprendere il reale costo sociale che la società dovrà pagare per avere l'energia nucleare.
Va comunque considerato che l'antieconomicità del nucleare è soltanto un aspetto dell'analisi politica. Il ritorno al nucleare può essere giustificabile per ridurre la dipendenza delle economie occidentali dall'import di petrolio, gas e carbone. La capacità di una nazione di far fronte al proprio fabbisogno energetico interno rappresenta un obiettivo politico e strategico per difendere la propria economia nazionale dagli shock esterni. Soltanto in questi casi, e in questi termini, il ritorno al nucleare può essere considerato come una scelta razionale da intraprendere.
Grazie per questo bel contributo alla discussione
RispondiEliminaabbiamo messo in rete l'immagine dei costri per MWh e delle ripartizioni per voci per le fonti energeriche nucleare, carbone e gas. Pensiamo siano un altro interessante contributo per approfondire la questione.
L'analisi è del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano Professor Pedrocchi (già ospite del Centro Culturale Sa Benedetto)
Un piccolo contributo anche per riportare a termini ragionevoli la questione delle scorie che certo merita una giusta attenzione ma deve essere ben definita nel suo impatto almeno in termini di dimensioni
RispondiEliminaFonte Prof Pedrocchi Dip. Energetica del Politecnico di Milano
Un reattore da 1000 MW produce ogni anno nel caso di
ciclo chiuso scorie per un volume di circa 5 m3
1000 rettori ne producono 5.000 m3
1000 reattori per 100 anni di funzionamento ne
producono 500.000 m3
La piramide di Keope ha un volume di ~2.500.000 m3
Il Colosseo ha un volume di ~ 1.500.000 m3