Come commentare quello che è successo in Svezia, dove le autorità sanitarie del Paese hanno stabilito la piena legalità dell’aborto selettivo basato sul sesso? È accaduto che una donna si sia sottoposta ad amniocentesi per verificare il sesso del nascituro. Delusa che non fosse il maschietto che desiderava, ha chiesto ai medici di poter interrompere la gravidanza. Il tribunale ha acconsentito all’uso selettivo dell’aborto: ci si chiede dove sia la giustizia che deve tutelare il più debole se un tribunale autorizza un aborto solo perché il sesso del nascituro non è quello desiderato dai suoi genitori. In base a quale legge, se ci fosse ci chiediamo perché non ci si sia opposti, e anche se esistesse come non dichiararla iniqua, se può così superficialmente decidere della vita di una bambina? Gli esami prenatali devono servire per migliorare la salute del nascituro, non per selezionarlo.
Ci sembrano sempre più attuali le parole di Giovanni Paolo II nell’enciclica “Evangelium Vitae” al n. 4: “Larghi strati dell'opinione pubblica giustificano alcuni delitti contro la vita in nome dei diritti della libertà individuale e, su tale presupposto, ne pretendono non solo l'impunità, ma persino l'autorizzazione da parte dello Stato, al fine di praticarli in assoluta libertà ed anzi con l'intervento gratuito delle strutture sanitarie. Ora, tutto questo provoca un cambiamento profondo nel modo di considerare la vita e le relazioni tra gli uomini. Il fatto che le legislazioni di molti Paesi, magari allontanandosi dagli stessi principi basilari delle loro Costituzioni, abbiano acconsentito a non punire o addirittura a riconoscere la piena legittimità di tali pratiche contro la vita è insieme sintomo preoccupante e causa non marginale di un grave crollo morale: scelte un tempo unanimemente considerate come delittuose e rifiutate dal comune senso morale, diventano a poco a poco socialmente rispettabili.”[..] In un simile contesto culturale e legale, anche i gravi problemi demografici, sociali o familiari, che pesano su numerosi popoli del mondo ed esigono un'attenzione responsabile ed operosa delle comunità nazionali e di quelle internazionali, si trovano esposti a soluzioni false e illusorie, in contrasto con la verità e il bene delle persone e delle Nazioni. L'esito al quale si perviene è drammatico: se è quanto mai grave e inquietante il fenomeno dell'eliminazione di tante vite umane nascenti o sulla via del tramonto, non meno grave e inquietante è il fatto che la stessa coscienza, quasi ottenebrata da così vasti condizionamenti, fatica sempre più a percepire la distinzione tra il bene e il male in ciò che tocca lo stesso fondamentale valore della vita umana.”
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