mercoledì 4 febbraio 2015

Ucraina solo la diplomazia può fermare escalation

La situazione in Ucraina sta degenerando, i morti si contano a decine nella zona ad est e di Donetsk , la popolazione è stremata da mancanza acqua elettricità riscaldamento, l'ex-patron della squadra di calcio del Donetsk distribuisce viveri gratis. I colloqui di Minsk sono falliti e i filorussi chiamano alla mobilitazione generale mentre gli americani pensano di armare l'esercito ucraino. Bisogna fermare l'escalation prima che sia troppo tardi. L'Europa ancora una volta purtroppo appare divisa. La Merkel volerà a Washington,  per tentare una mediazione. In Italia neanche si parla di questa situazione anche se nostri aerei sono impegnati in azione sopra il mar Baltico a difesa dei paesi baltici. Ha ragione la Merkel a dire che la soluzione non è quella militare ma quella diplomatica. Speriamo si trovi una soluzione prima che sia troppo tardi.

Il Papa ha fatto appello per la pace in Ucraina, a conclusione dell’udienza generale in Vaticano, definendo il conflitto una scandalosa «guerra tra cristiani».

Ancora una volta – ha detto papa Francesco – il mio pensiero va all’amato popolo ucraino. Purtroppo la situazione sta peggiorando e si aggrava la contrapposizione tra le parti. Preghiamo anzitutto per le vittime, tra cui moltissimi civili, e per le loro famiglie, e chiediamo al Signore che cessi al più presto questa orribile violenza fratricida. Rinnovo l’accorato appello affinché si faccia ogni sforzo – anche a livello internazionale – per la ripresa del dialogo, unica via possibile per riportare la pace e la concordia in quella martoriata terra. Fratelli e sorelle – ha poi aggiunto a braccio – quando io sento le parole “vittoria” o “sconfitta” sento un grande dolore, una grande tristezza nel cuore: non sono parole giuste, l’unica parola giusta è pace, questa è l’unica parola giusta! Io penso a voi, fratelli e sorelle ucraini, ma pensate: questa è una guerra tra cristiani! Voi tutti avete lo stesso battesimo, state lottando tra cristiani, pensate questo scandalo! E preghiamo tutti perché la preghiera è la nostra protesta davanti a Dio in tempo di guerra».

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