sabato 9 gennaio 2010

Rosarno NO alla VIOLENZA, NO allo SFRUTTAMENTO, SI alle REGOLE

Rosarno un caso non imprevedibile ed emblematico di come l’immigrazione non gestita sfoci in sfruttamento, violenza e criminalità. Innanzitutto diciamo NO ad ogni tipo di violenza sia quella degli immigrati sugli abitanti di Rosarno che quella degli abitanti sugli immigrati. Rosarno è il secondo caso di rivolta di immigrati, il primo era stato a Castel Volturno. Ci sono delle analogie: tutti e due al sud, tutte e due in zone dove la manodopera straniera è usata in agricoltura, tutte e due in zone ad alta infiltrazione della criminalità organizzata italiana: il comune di Rosario è addirittura commissariato per mafia. Entrambi gli episodi nascono poi da sparatorie contro gli immigrati. Bisogna sottolineare che le condizioni in cui vengono fatti vivere gli immigrati in questi luoghi sono disumane e non degne di una società civile. Per chi si oppone ad un’immigrazione regolamentata questi episodi dovrebbero insegnare che nell’illegalità e nella mancanza di regole le vittime sono gli stessi immigrati sfruttati fin quasi schiavizzati. Inoltre in alcune zone nello sfruttamento il ruolo della criminalità è fuori di dubbio.
Se questi fatti fossero accaduti al nord subito si sarebbe gridato al razzismo ma al nord non si fa la caccia allo straniero come avviene oggi a Rosarno. Perché non si dice niente di come nel sud si verificano i problemi maggiori di sfruttamento e di integrazione. Anche in altre regioni come il Trentino e la Romagna ci sono i lavoratori stagionali per l’agricoltura ma le loro condizioni sono molto differenti.
E’ ora di applicare regole che stabiliscano ingressi gestiti ma anche assistiti con strutture abitative che lo Stato e chi richiede la manodopera deve fornire e provvedere. I lavoratori nelle campagne sono visibili a tutti e dovuti sono i controlli perché non ci sia un loro sfruttamento e severe le pene per chi se ne approfitta. Per evitare queste situazioni bisogna dire basta e colpire duramente chi specula sugli immigrati gravandoli di affitti per posti letto indecenti e con salari ridicoli. Bisogna dare un limite all’immigrazione clandestina che è presupposto allo sfruttamento. Principio irrinunciabile è sempre la tutela della dignità della persona. Siamo contro la violenza e chiunque, di qualunque parte sia, a Rosarno o altrove si è macchiato di episodi di violenza deve essere condannato dalla giustizia.

2 commenti:

  1. Ciao Twins,

    Condivido in pieno lo spirito del vostro intervento. La violenza è da condannare punto e basta. A mio parere l'accoglienza deve essere un dovere di qualsiasi paese civile e deve essere organizzata dando modo all'ospite di poter vivere dignitosamente. Dall'altro lato , l'ospite, deve far di tutto per ricambiare l'accoglienza che gli è stata offerta comportandosi secondo le leggi del paese ospitante. Secondo me va comunque superata la concezione dell'accoglienza legata alle necessità del paese ospitante : All'Italia serve manodopera allora accogliamo. A mio avviso (e pure un illustre nostro predecessore nato circa 2010 anni fa sosteneva mi pare la stessa cosa) l'accoglienza è un dovere a prescindere dalle nostre necessità. Cosa ne pensate ?

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  2. Il Papa in occasione della festa del Battesimo ha detto "Dal Battesimo deriva anche un modello di società: quella dei fratelli. La fraternità non si può stabilire mediante un’ideologia, tanto meno per decreto di un qualsiasi potere costituito. Ci si riconosce fratelli a partire dall’umile ma profonda consapevolezza del proprio essere figli dell’unico Padre celeste." In merito al problema dei migranti non possiamo che fare nostre le parole del Papa "Bisogna ripartire dal cuore del problema! Bisogna ripartire dal significato della persona! Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita. La violenza non deve essere mai per nessuno la via per risolvere le difficoltà. Il problema è anzitutto umano"

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