In queste settimane la regione Marche ha emanato una direttiva in cui impone ai medici di prescrivere a chiunque la chieda la pillalo Norlevo detta del giorno dopo. Nei mesi scorsi alcuni medici di pronto soccorso che si rifiutavano di prescriverla sono stati denunciati, le accuse sono poi tutte cadute. Spesso ai farmacisti che fanno parte del personale medico viene richiesto di darla senza opporre obiezione di coscienza. C’è insomma un continuo attacco a questo diritto fondamentale.
La pillola del giorno dopo è un ritrovato ti tipo ormonale dal nome commerciale Norlevo che è oggi venduto in farmacia come anticoncezionale d’emergenza, in caso di rapporto non protetto ma è un
antiannidatorio perché impedisce l’annidamento del concepito qualora la gravidanza sia iniziata. Il Norlevo è quindi un aborto chimico. Lo scopo primario è di far morire l’embrione, ed espellerlo. Si dirà che se non c’è stato il concepimento non c’è aborto, vero ma chi prende la pillola Norlevo anche se spesso non sa se è avvenuta la fecondazione o no, assume questa pillola dopo l’atto sessuale e quindi l’intento è sicuramente abortivo in quanto viene usata con l’unico intento di interrompere un’avvenuta gravidanza.
Oltre ad eliminare il ruolo e la libertà e la professionalità del medico imponendo delle scelte a priori di ogni valutazione personale e medica del caso, l’obbligo di prescrizione della pillola Norlevo va contro la libertà di coscienza prevista anche dall’art 9 della legge 194 sull’aborto.
Va considerato poi che la pillola del giorno dopo impedisce qualsiasi tipo di colloquio in caso di avvenuta gravidanza per prevenire l’aborto che in questi casi è certo. Altro aspetto da non sottovalutare la pillola del giorno dopo è spesso richiesta da minorenni ed inoltre agisce variando chimicamente gli ormoni femminile per fare in modo che il corpo della donna non sia più accogliente verso l’embrione che verrà quindi espulso. Quindi perché il medico non dovrebbe tener conto anche dei singoli casi e delle problematiche legati ad essi? Si conoscono infatti gli effetti collaterali già sono segnalati sul foglietto illustrativo nausea, dolore al basso ventre, affaticamento, cefalea, dolore mammario, vomito, mestruazioni abbondanti, diarrea, sanguinamento uterino.
Inoltre c’è l’aspetto della banalizzazione della sessualità slegata da ogni tipo di responsabilizzazione. Tramite l’utilizzo di pillole come la Norlevo la sessualità viene ridotta ad un atto banale a cui “rimediare nel caso di incidenti prendendo una pillola”.
MA UN FARMACISTA PUò RIFIUTARSI DI DARLA??
RispondiEliminaSi , può rifiutarsi e appellarsi all'obiezione di coscienza in quanto il farmacista fa parte del personale sanitario (vedi legge del 1978 sull'istituzione del servizio sanitario nazionale) e la Norlevo nel caso di avvenuta fecondazione interrompe la gravidanza e la consegna da parte del farmacista è un atto necessario perchè l'effetto si verifichi quindi il farmacista può appellarsi all'articolo 9 della legge sull'aborto 194/78 che prevede l'obiezione di coscienza per il personale sanitario in caso di interruzione della gravidanza
RispondiEliminaPer cortesia,non facciamo disinformazione.In caso di gravidanza la pillola Norlevo non è in grado di interrompere la gravidanza IN ALCUN MODO,tanto è vero che va assunta al massimo entro 72 ore dal rapporto,e preferibilmente entro le 12 ore.Impedisce semplicemente la fecondazione come qualsiasi contraccettivo.Non uccide nessun embrione perchè semplicemente impedisce che l'ovulo venga fecondato.
RispondiEliminaSe questo è aborto e quindi soggetto a obiezione di coscienza,lo dovrebbe essere anche il preservativo,perchè anche se meccanicamente e non chimicamente ha lo stesso medesimo effetto.
ti consigliamo di leggere la'erticolo del dott. Natale su http://www.movimentovitamilano.it/vitaesocieta_MVA_n2-2012.pdf
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