Se dobbiamo guardare all’Europa del futuro e che vogliamo non possiamo che ripartire dalle radici dell’Europa riconoscendo che sono cristiane. Basta la storia a dimostrarlo, la Chiesa, è presente fin da epoca antica in Europa, vi ha svolto un ruolo civilizzatore. Pensiamo alla trasmissione della cultura antica attraverso monaci, la formazione e il ruolo nell’educazione dell’attenzione ai poveri, agli ultimi, aiuto ai più sprovveduti mediante le numerose Congregazioni religiose nate in tutta Europa, il contributo dei cristiani allo sviluppo delle scienze, dell’economia, dell’università. Pensiamo poi alle meravigliose opere dell'ingegno umano nelle migliaia di cappelle, di chiese, di abbazie, e di cattedrali che adornano il cuore delle città o la solitudine delle campagne. Un patrimonio artistico di inestimabile valore. Ovunque siamo andati, Polonia, Portogallo, Inghilterra, Francia, Austria, Germania, Ungheria ecc in ogni regione italiana questi edifici e questi segni visibili della fede e della devozione parlano e dicono abbastanza.
Il nostro momento storico assomiglia molto a quello in cui si trovarono ad operare i monaci benedettini, che certo non avevano in progetto tutto quello che poi costruirono, ma nella loro ricerca di Dio e della Verità contribuirono nel grande sconvolgimento culturale prodotto dalla migrazione di popoli e dai nuovi ordini statali che stavano formandosi, a far i tesori della vecchia cultura e a formare passo passo una nuova cultura. Il contributo del monachesimo fu fondamentale anche per la rinasciata sociale ed economica dell’Europa. San Benedetto costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà.
In questo momento storico in cui le culture si incrociano tra loro sempre di più, diverse religioni sono presenti, è importante una nuova riflessione sul ruolo della religione in Europa. Bisogna prendere una più chiara coscienza della funzione insostituibile della religione per la formazione delle coscienze e del contributo che essa può apportare, insieme ad altre istanze, alla creazione di un consenso etico di fondo nella società. Proprio in Europa oggi si alzano più forti le voci che vorrebbero impedire alla Chiesa questo suo ruolo, come testimoniano i recenti interventi dei ministri degli esteri i Francia e Germania e del parlamento belga in merito alle dichiarazioni del Papa sulla centralità dell’azione educativa nell’azione preventiva dell’AIDS in Africa.
I fedeli laici impegnati in politica hanno come compito invece quello di difendere il bene comune ed al centro del bene comune c’è la persona. Questa centralità della persona deve essere presente anche nell’azione politica in Europa. “Quando il cittadino europeo vedrà e sperimenterà personalmente che i diritti inalienabili della persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale, come anche quelli relativi all’educazione libera, alla vita familiare, al lavoro, senza dimenticare naturalmente i diritti religiosi, quando dunque il cittadino europeo si renderà conto che questi diritti, che costituiscono un tutto indissociabile, sono promossi e rispettati, allora comprenderà pienamente la grandezza dell’edificio dell’Unione e ne diverrà un attivo artefice” (Benedetto XVI a PARIGI)
Il riconoscimento della centralità della persona umana e della difesa dei suoi diritti inalienabili ci richiam all’emergenza educativa nei confronti delle nuove generazioni, in particolare verso i giovani, è dunque necessario offrire loro un solido quadro educativo e incoraggiarli a rispettare e ad aiutare gli altri. Dobbiamo rispondere a tutto campo, sul piano del pensiero e dell'azione in questo senso sono da promuovere borse di studio che permettano alle nuove generazioni di ricercatori di approfondire le tematiche etiche relative alla difesa della vita e allo studio e alla ricerca a favore della medicina prenatale o in merito all’accompagnamento nel fine vita o alla studio dello stato vegetativo permanente. Nei libri scolastici si dovrà promuovere la cultura della vita, con strumenti come ad esempio il libretto “la vita umana prima meraviglia”. Perché mostrare la verità permetterà di impedire la diffusione delle ideologie che sono basate sulla mistificazione e sulla menzogna.
In particolare sul tema del fine vita appare chiaro che sarebbe fatale, se la cultura europea di oggi potesse comprendere la libertà ormai solo come la mancanza totale di legami.
San Paolo diceva “Tutto mi è possibile ma non tutto mi giova, tutto mi è possibile ma non mi farò guidare dal nulla”. Libertà e responsabilità sono qui uniti in modo inscindibile. La libertà ci è data per amare e non come pretesto per l’arbitrio e l’egoismo.
Oggi assistiamo in Italia ed in Europa ad una continua richiesta di nuovi diritti in nome della libertà, si pone al centro un relativismo etico e si evoca in questo il principio di autodeterminazione. Sicuramente la libertà e l’autodeterminazione sono principi inalienabili e fondamentali nella vita dell’uomo, ma non si possono assolutizzare ed in nome di essi richiedere la morte o la rinuncia alla libertà stessa. Esiste una scala di importanza anche nei valori inalienabili legati all’essere uomo, primo fra tutti è quello della vita, senza la vita non potrò pretendere ed esprimere nemmeno gli altri diritti. Centrale allora è la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e ne chiediamo il riconoscimento esplicito anche nella carta dei diritti dell’Europa. La libertà e il diritto di autodeterminazione non hanno senso quando si nega la vita che da senso alla libertà stessa. C’è una priorità di diritti e il diritto alla vita è prioritario rispetto agli altri. La battaglia culturale o la si vince sul tema della vita oppure anche tutto il resto degraderà.
Se si discriminano nelle leggi e nella prassi le persone a seconda di un falso criterio di qualità della vita (deciso dal più forte o dalla maggioranza che poi è lo stesso) niente impedirà di discriminarle perchè sono straniere, o sono ritenute "diverse".
Nel servire il bene comune, dobbiamo adoperarci a far sì che non si diffondano, né si rafforzino ideologie che possono oscurare o confondere le coscienze e veicolare una illusoria visione della verità e del bene.
Altro aspetto importante è difesa della libertà religiosa, diritto fondamentale insopprimibile, inalienabile ed inviolabile, radicato nella dignità di ogni essere umano e riconosciuto da vari documenti internazionali. L’esercizio di tale libertà comprende anche il diritto di cambiare religione, che va garantito non soltanto giuridicamente, bensì pure nella pratica quotidiana.
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