venerdì 6 maggio 2011

Rinviamo i referendum

I Referendum sul nucleare e sull’acqua forse non si faranno, a deciderlo sarà la corte Costituzionale. Forse questa sarebbe la soluzione migliore che eviterebbe l’ennesima battaglia ideologica e che dividerebbe il paese. Questa soluzione potrebbe anche accontentare i referendari che vedrebbero modificare nel verso da loro chiesto la legge sull’acqua migliorandola ponendovi dei correttivi, quindi in parte accogliendo senza bisogno del voto alcune loro richieste. Per il nucleare poi il rinvio è più che necessario per evitare che il voto sia influenzato emotivamente dall’incidente alla centrale di Fukushima come 20 anni fa lo fu da Chernobil.

Serve invece sul nucleare un attento approfondimento, sgomberare il campo dalle ideologie e permette alla gente di capire le ragioni pro e i contro questa soluzione coi rischi associati ad entrambe le scelte, lasciare riflettere e valutare in base a dati scientifici su quale debba essere il futuro energetico dell’Italia. Bisogna dare alla gente la conoscenza e la capacità di scegliere in modo pacato e dopo aver riflettuto e non seguendo facili slogan che rischiano di lasciare per altri decenni il nostro paese senza politica energetica con tutte le conseguenze economiche che ne deriverebbero. Questo dovrebbe essere lo scopo anche di chi ha promosso i referendum. Se invece lo scopo è creare una battaglia ideologica sulla quale schierare i partiti per averne appunto un ritorno elettorale allora lo si dica ma questo non è voler risolvere i problemi degli acquedotti e dell’energia che sono due problemi gravi che l’Italia deve affrontare e risolvere e che meritano una riflessione maggiore di un mese di campagna elettorale fatta di slogan e schieramenti. Non fare i referendum non deve neanche essere preso come scusa per non parlare di questi temi che interessano tutti.

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