Trump Trionfa in Medioriente, ottiene la liberazine degli ultimi ostaggi israeliani e ferma la guerra, come giustamente ha rivendicato. Il suo ruolo e' stato determinante e sorprende, ma non tanto, che di fronte al suo inaspettato successo chi fino a poco tempo fa evocava la pace come priorita' assoluta, oggi faccia fatica a gioirne sperando quasi in un suo fallimento.
Trump In Israele e' stato accolto come un grande amico e tutti hanno riconosciuto il suo ruolo nel porre a termine il conflitto.
A Sharm el-Sheikh Europa e mondo Arabo sunnita si sono raccolti intorno a lui per cercare di ridisegnare il Medioriente.
Qualcuno dice che lo ha fatto solo per interessi economici, ma anche la guerra e' stata fatta con interessi economici che l'hanno sostenuta. Forse saranno proprio gli affari a salvare il Medioriente, le aspettative per la ricostruzione e gli affari che cresceranno insieme alle relazioni  bilaterali con Israele potrebbero finalmente cancellare ideologia e fanatissmo che hanno bloccato fino ad oggi ogni processo di pace, non stupisce quindi che chi vi si oppone siano le sinistrre liberal, che non vogliono concedere a Trump il trionfo, la destra oltranzista ebraica ostaggio di una visione messianica sulla terra di Israele e l'estremismo islamico anche esso osttaggio dell'ideologia del possesso della terra e della estromissione degli infedeli.
Alla base di tutto questo, come ha ricordato Trump oggi, va data una speranza di un mondo migliore anche ai figli dei palestinesi altrimenti tutto sara' vano. Da questa prospettiva divrebbe scaturire una una entità palestinese autonoma in grado di vivere pacificamente accanto a Israele.


 
 
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