Dopo migliaia di morti, più di un anno di guerra, finalmente Hamas ed Israele con la mediazione USA e del Qatar hanno raggiunto un accordo per una tregua e forse anche un piano in più fasi per porre fine alla guerra (sarà comunque difficile) e trovare una soluzione per il dopo guerra per amministrare Gaza. L’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi prevede che verranno liberati donne e minori israeliani, poi i soldati e in cambio degli ostaggi rilasciati (33 a quanto pare) saranno liberati oltre 1.000 prigionieri palestinesi. La sproporzione non deve impressionare perché anche in assalto Israele pur di riportare a casa gli ostaggi ha rilasciato un numero sproporzionato di palestinesi.
La tregua è finalmente una buona notizia, alla tregua ha sicuramente contribuito il cambio politico e militare in Medioriente con la caduta di Hezbollah, Assas in Siria e il prossimo arrivo alla presidenza USA d Trump oltre che alla decapitazione dei leader di Hamas che fino ad oggi hanno ritenuto di poter sacrificare il proprio popolo per raggiungere i loro obiettivi politici e militari.
In merito al ruolo della nuova amministrazione Trump va ricordato che un uomo del nuovo governo ha partecipato ai colloqui di pace e secondo autorevoli fonti israeliane come il Times of Israel, sarebbe stato proprio lui con la pressione voluta da Trump ha forzare il governo israeliano ad accettare la tregua, il primo ministro israeliano non si aspettava di trovarsi di fronte un Trump così deciso a chiudere le ostilità nella Striscia. Ma Trump ha anche minacciato con forza Hamas se non avessero rilasciato gli ostaggi israeliani. l'inviato entrante per il Medio Oriente Steve Witkoff ha portato a una svolta nei negoziati sugli ostaggi.
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