Una pioggia intensa caduta per ore che ha raggiunto una precipitazione
di 300mm ha provocato una devastante alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna.
Il tragico bilancio è di 14 morti, migliaia di sfollati, città e paesi invasi
dalle acque. Ben 20 fiumi sono esondati. I danni sono ingentissimi e colpisco
le industrie, il settore agro alimentare con allevamenti e colture distrutte.
Ricordiamo che l’Emilia-Romagna è la regione che produce più prodotti
ortofrutticoli in Italia, ha il primato nazionale della produzione del
frumento, della barbabietola da zucchero, degli ortaggi, delle pesche, delle
pere, delle susine. Ingenti i danni anche sulla costa e quindi al settore
turistico.
Il governo ha già provveduto a rendere possibile la sospensione di versamenti tributari e previdenziali, mutui, per le zone colpite dall'alluvione. Decisione corretta ma serviranno molti soldi per ripartire.
Ovviamente subito si è puntato il dito contro i cambiamenti climatici come causa principale ma andrebbe invece valutata l'antropizzazione del territorio con costruzioni troppo vicine ai corsi dei fiumi, la mancanza di opere di prevenzione come i bacini necessari per raccogliere l'acqua in esubero, un sistema di bacini ha permesso al Veneto negli anni passati di reggere anche a precipitazione pari al doppio di quelle cadute in queste ore in Emilia-Romagna. Che dre poi dell'annosa questione della pulitura dei corsi d'acqua. Insomma, questi fenomeni ci sono sempre stati, forse oggi sono più frequenti ma non più intensi e l'uomo e la politica possono fare molto per arginare i danni e gli effetti. Serve però una buona politica di gestione del territorio, cosa che sembra mancata in Emilia-Romagna.
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