La
sentenza della Cassazione che sul caso Eternit ha prosciolto l’ex proprietario
delle fabbrica annullando la precedente condanna. La motivazione secondo la
corte, è che il reato è prescritto, la cosa incredibile è che la sentenza
afferma che la prescrizione era in atto già fin dal primogrado di giudizio.
Giustificato la rabbia dei parenti delle vittime dell’amianto, e del comune
simbolo di questa tragedia, Casale Monferrato. L’oggetto del processo «era
esclusivamente l’esistenza o meno del disastro ambientale, la cui sussistenza è
stata affermata dalla Corte che ha dovuto, però, prendere atto dell’avvenuta
prescrizione del reato», avvenuta nel 1986 con la chiusura degli stabilimenti,
spiega in una nota la Cassazione.
Con
l’assoluzione, inoltre, nessun risarcimento avrà luogo. Stephan Schmidheiny,
l'ultimo proprietario della Eternit, invece di gioire della sentenza dovrebbe
mostrare empatia e solidarietà per le vittime e le loro familglie ed offririsi
di pagare comunque un risarcimento che peraltro aveva gia stabilito nella cifra
di alcune decine di milioni di euro, che aveva proposto come soluzione prima
del secondo grado di giudizio. Per lui in ogni caso rimane l’oggettiva responsabilità
di non aver fatto nulla per evitare le morti per aminato pur conoscendo i
rischi.
Lungimirante
appare l’allora contestatissima decisione del comune di Casale che nel 2011 si
ritirava da parte civile accettando i 18,5 milioni di uno dei due imputati del
processo Eternit per disastro ambientale.
Insomma
ennesimo fallimento della giustizia in Italia. Adesso viene richiesto da ANM e
politica di cambiare la legge sulla prescrizione rinunciando cosi ad ogni
possiile tentativo di pretendere una giustizia piu veloce.
Oltre
l fallimento della giustizia, non si può porsi domande sulla startegia dell’accusa
e dei pm e sul fatto che un processo che si sapeva già prescritto è proseguito.
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