Nella recente visita in Germania, il Papa ha messo al centro dei sui interventi pubblici il fondamento etico della religione, la legge naturale ed il loro rapporto e contributo nel dialogo religioso e nella costruzione di una società più giusta. Il Papa ha detto ai rappresentanti delle comunità musulmane in Germania che il terreno comune si trova in alcuni diritti inalienabili, che sono propri della natura umana e che precedono ogni formulazione positiva. La collaborazione feconda tra cristiani e musulmani in tal senso può essere profonda e a partire dalle rispettive convinzioni può dare una testimonianza importante in molti settori cruciali della vita sociale come la tutela della famiglia fondata sul matrimonio, al rispetto della vita in ogni fase del suo naturale decorso o alla promozione di una più ampia giustizia sociale.
Già al castello di Bellevue di Berlino aveva sottolineato l’importanza del rapporto tra religione e libertà richiamando l’importanza che la libertà sia legata alle relazioni innanzitutto con Dio e poi con gli altri. Il fatto che ci sono valori che non sono assolutamente manipolabili, è la vera garanzia della nostra libertà dice Benedetto XVI altrimenti ognuno vive solo seguendo il proprio individualismo
Nel discorso al Bundestag Benedetto XVI ha ricordato come la ragione positivista, presa come valore assoluto, riduce l'uomo , a cui serve invece un riferimento superiore, trascendente ma al contempo riconoscibile da una retta coscienza, per distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Per poter distinguere tra il vero diritto e il diritto solo apparente " è evidente che nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta" ricorda il Papa. Il cristianesimo unica tra le religioni non ha dato in questo senso una risposta fideistica proponendo come fonte del diritto la religione stessa, ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto. La fonte giuridica valida per tutti è la ragione ma nella sua correlazione con la natura. Infatti la natura da sola non si lega all’ethos e lo stesso vale per la ragione positivista. Il problema oggi è una ragione solo positivistica che riduce tutto solo ad un rapporto funzionale e considera l’idea del diritto naturale come una dottrina cattolica, su cui non varrebbe la pena discutere al di fuori dell’ambito cattolico, così che quasi ci si vergogna di menzionarne anche soltanto il termine. Il Papa mette in guardia dal fatto che "Dove la ragione positivista si ritiene come la sola cultura sufficiente, relegando tutte le altre realtà culturali allo stato di sottoculture, essa riduce l’uomo, anzi, minaccia la sua umanità" e ancora "La ragione positivista, che si presenta in modo esclusivista e non è in grado di percepire qualcosa al di là di ciò che è funzionale, assomiglia agli edifici di cemento armato senza finestre, in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo più ricevere ambedue le cose dal mondo vasto di Dio"
Nel rapporto tra realtà e ragione esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo dice il Papa “possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli ascolta la natura, la rispetta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana”. La ragione oggettiva che si manifesta nella natura presuppone una Ragione creativa.
Partendo da un esempio storico dei cristiani del III secolo che vivevano presso il popolo della Scizia che aveva leggi irreligiose il papa giustifica la resistenza dei cristiani a certi ordinamenti giuridici che non rispettano la verità come avvenne col nazismo e il comunismo.
Inevitabile per il Papa ripercorrere e riscoprire le radici della cultura europea. Il patrimonio culturale dell’Europa si basa sulla convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore. Su questa base dice il Papa “sono state sviluppate l’idea dei diritti umani, l’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dell’inviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilità degli uomini per il loro agire. Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. Ignorarla o considerarla come mero passato sarebbe un’amputazione della nostra cultura nel suo insieme e la priverebbe della sua interezza. La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma – dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo triplice incontro forma l’intima identità dell’Europa. Nella consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e nel riconoscimento della dignità inviolabile dell’uomo, di ogni uomo, questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro compito in questo momento storico".
Il richiamo alla legge naturale come fonte del diritto civile richiama la politica al suo compito al servizio del bene comune che non può che avere al centro la dignità della persona umana e le difesa dei suoi diritti naturali. In tal senso una stato democratico deve solo riconoscere i diritti fondamentali che concernono la natura umana e rifuggire la tentazione di crearne di nuovi o violarli a seconda di soggettivismo e relativismo che ne mettano in discussione il valore universale anche in una società multiculturale e multi religiosa. In questo il laico che si impegna in politica deve prima formare una coscienza retta che gli permetta di distinguere ciò che è bene da ciò che è male. "La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace" "Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia". Il Papa ha allora citato sant'Agostino per richiamare la politica ad un pericolo che corre "Il successo può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia. "Togli il diritto – e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?"" Nella formazione delle coscienza e nella creazione di un senso etico comune la religione ha un ruolo fondamentale che deve essere tutelato e garantito. Al suo arrivo in Germania significativamente Benedetto XVI ha richiamato il rapporto tra libertà e religione mostrando appunto come quest'ultima ha un ruolo pubblico indispensabile nella società. "c’è bisogno di una base vincolante per la nostra convivenza, altrimenti ognuno vive solo seguendo il proprio individualismo. La religione è uno di questi fondamenti per una convivenza riuscita”.
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