Nel raccontare gli eventi di quei giorni il Cardinale Meisner, vescovo di Berlino dal 1980 al 1988, racconta che il 12 novembre 1989 venne chiamato dal Papa (Giovanni Paolo II) a Roma per partecipare alla beatificazione di Agnese da Praga.
Per il popolo ceco un santa che il giorno in cui fosse stata alzata ufficialmente agli onori degli altari avrebbe segnato l'inizio della libertà del suo popolo.
Quel giorno il Cardinale Meisner racconta che alla cerimonia parteciparono diversi giovani preti clandestini che lui stesso aveva ordinato nel segreto sacerdoti. Questi sacerdoti quel giorno esponendosi in pubblico decisero di vivere la loro missione non più clandestinamente. Dopo la celebrazione si riunirono con il Cardinale, il Papa e anche alla presenza del ministro per il culto della Repubblica Cecoslovacca: Giovanni paolo II salutandolo gli disse che quando sarebbe tornato nel suo paese avrebbe trovato tutto cambiato perché i santi cambiano la storia dei popoli. Il giorno del ritorno a Praga del ministro comunista per gli affari religiosi, iniziarono le manifestazioni di piazza a Bratislava e a Praga (16 e 17 novembre 1989),che portarono alla cosidetta rivoluzione di Velluto.
Abbiamo voluto raccontare questa storia che abbiamo sentito ad un convegno in occasione dei 20anni della caduta del muro di Berlino, per sottolineare come questo evento storico non si può spiegare senza l'azione di Giovanni Paolo II e della Chiesa, che per la sua fedeltà a Dio e alla verità fu duramente perseguitata durante gli anni dle comunismo. Il ruolo di Giovanni Paolo II, della fede in Dio nel ridare speranza e sostenere quei popoli sottoposti a un regime di paura furono decisivi. Quella società totalitaria che il cardinale di Colonia e già arcivescovo di Berlino Joachim Meisner ha recentemente definito una “sezione esterna dell’inferno” aveva raggiunto l’apice nella propria opera di sottrazione al popolo, in particolare ai giovani, di qualsiasi “prospettiva di futuro e gioia di vivere”.
Il movimento di Solidarnosc in Polonia dove gli operai in sciopero si radunavano a pregare e a celebrare la messa fu uno dei punti decisivi di rinascita di una speranza e della consapevolezza che la paura si poteva vincere affidandosi a Dio.
Le manifestazioni che segnarono l'inizio della fine della DDR ricordiamo, nacquero a Lipsia. Il 9 ottobre del 1989 era un lunedì ed appena due giorni prima la DDR aveva festeggiato il proprio quarantennale. Per le strade di Lipsia, dopo essersi radunato all’interno e a ridosso della chiesa protestante di San Nicola per la “festa della luce”, scese un popolo di 70.000 persone a lanciare la sfida al regime comunista di Berlino Est. Gli ufficiali della polizia diranno in seguito: "eravamo pronti a tutto ma non alla preghiera e alle candele" che contriddinguevano quelle manifestazioni che si sarebbero ripetute tutti i lunedi.
Karl Lehmann, vescovo di Magonza ha ricordato come "Fu un ampio movimento di cittadini, a combattere per la libertà", ha ricordato il ruolo importante giocato dalla Chiesa evangelica negli eventi, per via delle preghiere per la pace da essa organizzate e la propaganda per la nonviolenza. In un commento pubblicato dal quotidiano "Die Welt" il 23 ottobre scorso, il Cardinale Meisner ha affermato che il ruolo della Chiesa cattolica circa gli eventi che portarono alla fine del regime sono "completamente sottovalutati ... l'intera pastorale era orientata al fatto che i cristiani si esprimessero come tali nel loro mondo professionale, senza scendere a falsi compromessi. Speriamo che tutto ciò sia presto documentato".
Le dimostrazioni del 1989 si sono raccolte ai piedi della croce di Cristo. Ciò che troppo spesso si evita di ricordare è che la "rivoluzione tedesca” è stata non violenta e guidata dalla fede.
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