lunedì 24 settembre 2018

Inaccettabile vedere bambini piccoli in carcere

Una tragedia che doveva essere vitata quella accaduta la settimana scorsa a Rebibbia. Una donna in carcere con due bimbi piccolissimi proprio non dovrebbe starci. Una donna, detenuta da un mese per spaccio, ha gettato i suoi piccoli (6 mesi e 2 anni) nel vuoto. Sospesi i vertici della sezione femminile giustamente, ma qualcosa bisognerebbe dire anche sul giudice che ha messo in carcere 2 bambini piccolissimi, E' possibile che non abbia trovato nessuna pena alternativa? Avrà cercato una casa di accoglienza con restrizioni alla libertà della donna che permettessero comunque di evitare il carcere a questi due bambini?
E' semplicemente inaccettabile che in un paese civile due bambini cosi piccoli vadano in carcere. Questo giudice ovviamente non avrà alcuna conseguenza per questa decisione che oggi appare gravemente sbagliata come sbagliata è stata l'omissione di misure cautelative in carcere per una donna che aveva già mostrato  alcuni disagi psichici. Pare che si trovasse in difficoltà proprio per la sua condizione di detenzione insieme ai piccoli.
Come riporta Avvenire In Italia sono una sessantina i bambini che si trovano a vivere i loro primi anni di vita dietro le sbarre accanto alle loro madri. Da anni la loro situazione viene considerata inaccettabile e una legge del 2011 prevede la creazione di Istituti a custodia attenuata per le detenute madri (Icam). Attualmente questi ultimi, però, sono solo 5 sui 15 carceri in cui sono presenti mamme con bambini in età prescolare.
La politica ha come su altri temi, mostrato di non saper intervenire con mezzi adeguati per sanare situazioni inaccetttabili.

mercoledì 12 settembre 2018

Pesanti ingerenze pro-choice contro nomina Brett Kavanaugh for the Supreme Court

Il sito Fox news riporta che i pro-choice americani stanno cercando di condizionare il voto di una senatrice contro la nomina di Brett Kavanaugh alla Supreme Court.


A crowdfunding campaign has raised over $1 million as of Tuesday for the opponent of Senator Susan Collins, R-Maine, if she votes to confirm Brett Kavanaugh for the Supreme Court, a move she likened to bribery.
Liberal activist groups have posted the campaign on the platform Crowdpac, drawing supporters and critics.

“Senator Collins votes NO on Kavanaugh and you will not be charged, and no money will go to fund her future opponent,” the platform wrote. “Senator Collins votes YES on Kavanaugh and your pledge will go to her opponent's campaign, once that opponent has been identified.”

Vergogna PD: sulla fiducia non può dir nulla

Milleproroghe, prima fiducia giallo-verde. Il Pd occupa Montecitorio: "Atto grave e illegittimo". Ma non esiste la vergogna per questi del PD?

Ricordiamo cosa hanno fatto loro: Governo Paolo Gentiloni 32, governo Matteo Renzi 66, governo Enrico Letta 10. Sono questi i numeri delle fiducie chieste e ottenute dai tre governi della XVII legislatura!

Il governo Renzi su questioni che hanno diviso l’opinione pubblica come la legge Cirinnà ha persino fatto saltare la discussione nelle commissioni parlamentari impedendo che si concludesse il regolare esame in commissione del testo.

Meglio che tacciano.

martedì 11 settembre 2018

11 settembre per non dimenticare

11 settembre 2001, il mondo cambiò per sempre, guerre e nuovi attentati hanno condizionato la vita del mondo fino ancora ad oggi.
 
E' utile fare memoria di ciò che accadde e ricordare le vittime innocenti di quella tragedia.

Il bilancio sarà il più grave della storia degli Stati Uniti: 2996 morti. 265 erano a bordo degli aerei mentre 125 hanno perso la vita nell’attacco al Pentagono.

Tutte le vittime erano civili a parte 55 militari uccisi al Pentagono. Furono più di 90 i paesi che persero cittadini negli attacchi al World Trade Center. La maggior parte delle vittime erano statunitensi, seguiti da 67 britannici, 47 dominicani e 41 indiani. Protagonisti di quel giorno furono i soccorritori: 411 di loro morirono. Il New York City Fire Department (i vigili del fuoco di New York) perse 341 vigili del fuoco e 2 paramedici; il New York City Police Department (la polizia di New York) perse 23 agenti, il Port Authority Police Department (la polizia portuale) 37. I servizi di emergenza medica privata persero altri 8 tecnici e paramedici.
 

Alle 8:19, ora di New York, la hostess Betty Ong del volo AA11 partito da Boston e diretto a Los Angels contatta al telefono l’American Airlines. «Credo che il nostro aereo sia stato dirottato». Alle 8:46 il volo si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center. È l’inizio degli attacchi dell’11 settembre. Alle 9:03 un secondo velivolo colpisce la Torre Sud. L’aereo United Airlines 175 si schianta tra il 77° e 85° piano. Alle 9:30 un volo American Airlines 77 partito da Washington e diretto a Los Angels, si schianta sul lato ovest del Pentagono. Alle 10:03 il volo UA-93 precipita in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania. L’obiettivo non è mai stato chiarito ma pare fosse la Casa Bianca o il Campidoglio. Nel frattempo alle 9:59 la Torre Sud era collassata su se stessa. Alle 10:28 crolla anche la Torre Nord.
 
I componenti del commando furono in maggioranza sauditi (ben 15 su 19). I restanti quattro provenienti rispettivamente dagli Emirati Arabi Uniti (2), Libano e Egitto (1 ciascuno), erano tutti di età compresa tra i 20 e i 30 anni.

 

giovedì 6 settembre 2018

La Libia nel caos

In questi giorni, ma per chi è più attento in verità nelle ultime settimane , la Libia è tornata nel caos con scontri tra le varie tribù e clan.

Certo la divisione tra Francia e Italia che appoggiano parti diverse e contrapposte non aiuta anzi rischia di aumentare gli scontri.

L'Italia appoggia Serraj e la Tripolitania, la Francia Haftar e la Cirenaica.
la divisione della Libia e la spartizione delle risorse petroliferi e dei guadagni del petrolio e del gas sono al centro delle lotte interne e anche di quella tra Italia e Francia che con ENI e TOTAL hanno interessi concorrenti.

Inoltre la spinta a elezioni da parte della Francia ha riacceso le spinte delle varie tribù a mettersi in evidenza anche militarmente.
Per ora si è firmata una tregua ma senza un obbiettivo unico sul futuro della Libia non reggerà molto.


La Cina e l'Africa

E' notizia di questa settimana che XI Ping a Pechino ha convocato 50 leader di paesi africani.




La Cina investirà tra infrastrutture e prestiti 60 miliardi di dollari in Africa.

Lo scambio economico della Cina con l'Africa è sempre più in Aumento , prestiti e infrastrutture in cambio di materie prime necessarie per la Cina.



Mentre in Europa ci si divide sull'Africa e non si vedono politiche di sviluppo per l'Africa la Cina ha deciso una collaborazione forte, il pericolo è che gli accordi leghino i paesi africani alla CIna in modo sproporzionato e li rendano poi dipendenti dalla Cina.

Se l'Europa avesse una politica per l'Africa forse per vicinanza questi paese avrebbero deciso di collaborare con l'Europa. Lo sviluppo dell'Africa è poi la via migliore per ridurre l'immigrazione dall'Africa all'Europa ma l'Europa vede solo i problemi senza cercare di risolverli.


mercoledì 5 settembre 2018

La Trumpeconomics funziona


La Trumpeconomics funziona, persino repubblica deve ammetterlo. Il PIL Americano vola.

L'ultimo successo è il nuovo trattato commerciale col Messico che riguarda in particolare i lavoratori del settore automobilistico in cui Trump ha ottenuto che venga imposto un salario minimo di 16 dollari l'ora. Un tentativo di ostacolare delocalizzazioni basate su una Guerra al ribasso sui costi della manodopera che ha portato a una deindustrializzazione degli USA nel reparto manifatturiero e sfruttamento manodopera in Messico con conseguenti problemi sociali.

Anche nei rapporti tra Cina e USA nonostante il rischio che le minacce dell’amministrazione Trump e le risposte del governo Xi, possano degenerare in una guerra economica, con ripercussioni sull’economia mondiale,  tuttavia, i nuovi dazi e le minacce non sembrano, almeno per il momento, poter essere interpretati come una guerra economica. Piuttosto siamo di fronte a una trattativa, che del resto il presidente Trump aveva da tempo annunciato. E nonostante tutto Trump in Cina aveva ottenuto maggiori aperture ai commerci e agli investimenti stranieri, le autorità cinesi hanno dichiarato che intendono diminuire i limiti attualmente posti alla presenza di imprese straniere nelle banche locali e nelle società di gestione del risparmio, e al possesso di azioni nelle assicurazioni. Rimane aperto con la Cina anche il problema dall’attuale assetto degli scambi.

Lo scontro con l'Europa in realtà riguarda soprattutto un riequilibrio import export con la Germania, vedremo i risultati.

Conte non conta

Dopo pochi mesi di governo le previsioni si sono confermate. Conte non conta.
Il presidente del consiglio appare sempre meno rilevante e sempre più allineato a quella figura solo di immagine che doveva permettere l’accordo tra Di Maio e Salvini (nessuno dei due poteva e voleva concedere la premiership all’altro). Salvini appare a tutti gli effetti il vero leader incontrastato del governo, anche perché si è scelto gli obiettivi più facile e a costo zero da raggiungere. La sicurezza e gli interventi contro poche navi delle ONG (che comunque hanno cambiato la percezione tra la gente e tra l’establishment europeo) della posizione italiana sul tema dell’immigrazione. Ma Salvini detta anche l’agenda della politica estera, incontra il premier ungherese, interviene contro Macron, interviene sulla Libia, sui rapporti con l’Europa. Insomma premier e ministro degli esteri sono solo delle figurine che non contano nulla. Come sempre Salvini pone le domande giuste ma non sempre ci azzecca nelle risposte. Il problema immigrazione certo non si potrà risolvere solo cosi, con qualche respingimento. La sinistra si attacca a fantomatici ritorni a slogan del passato sempre più lontana dalla realtà e dai bisogni della gente e dalle loro paure (a volte dettate da una percezione sbagliata della realtà) a cui comunque bisogna provare a dare delle risposte e non solo demonizzare.
L’altro leader del governo è Di Maio che però si è scelto il compito più arduo: innanzitutto il reddito di cittadinanza e poi il ministero dello sviluppo. Promesse che richiedono molti soldi e quindi politicamente più difficili da realizzare e meno immediate di qualche slogane azione ad effetto sulla sicurezza. Sul caso ILVA a parlare è però solo Di Maio e non Conte. Di Maio va in Egitto e non il ministro degli esteri e nemmeno il premier. I funerali di Genova delle vittime del ponte Morandi sanciscono per tutti comunque un chiaro segnale, gli italiani sono stufi e delusi dai vecchi partiti, che non hanno ben governato e hanno portato al limite diverse situazioni non più tollerabili. Ultimo caso vedi il problema delle occupazioni abusive. Gli italiani non torneranno indietro, ai vecchi partiti. La speranza è che i nuovi partiti possano dare risposte ai problemi dell’Italia e non aggravare la situazione. Staremo a vedere. Il DPEF sarà il vero banco di prova, mantenere o iniziare a mantenere le promesse economiche sarà difficile e dovrà fare i conti anche con l’eliminazione dell’aumento dell’IVA e con il debito pubblico , altrimenti si rischia la sfiducia degli investitori internazionali. Un altro rischio è il messaggio del ritorno allo statalismo , troppo spesso Salvini Di Maio e Toninelli hanno parlato di nazionalizzazione, dalle autostrade, all’Alitalia. In tutto questo Conte non conta.