martedì 15 maggio 2018

Gerusalemme e Gaza alcune considerazioni

La situazione tra israeliani e palestinesi torna ad essere esplosiva. Lo stallo in cui il processo di pace si trova da innumerevoli anni sfocia ora, con i venerdi della rabbia ed in occasione dell'inaugurazione della nuova ambasciata USA a Gerusalemme, in violenti scontri con molti morti. È quasi certo che i dirigenti di Hamas hanno usato i loro giovani come carne da macello. Ma la violenza usata da Israele è sicuramente da condannare. Avrebbero dovuto evitare tanti morti, non basta avvisare la popolazione con volantini dei rischi di partecipare alla manifestazione. Ci si domanda come una organizzazione come Hamas possa sfruttare el condizioni di disperazione della popolazione solo a fini di potere senza che nessuno la condanni. Ci si domanda come le famiglie palestinesi possano portare bambini infanti a manifestazioni tanto pericolose. Ci si domanda come l'esercito di uno stato democratico possa essere autorizzato a sparare su manifestanti e non possa trovare altre soluzioni. Di fronte a tante vite spezzate non può che eserci un profondo rammarico.

Questa vicenda mostra ancora come azioni unilaterali, il non rispetto e riconosicmento delle reciproche richieste, prime fra tutte quella di esistere come Stato, lo stallo diplomatico, richieste irrealistiche come il ritorno alla situazione del 1967 o peggio del 1948, non aiutino.

Certo anche lo status quo in questo caso non serve. La vicenda dell'ambasciata USA a Gerusalemme mostra però l'isolamento quasi totale dei palestinesi nel mondo arabo, nessuna manifestazione e mobilitazione a loro favore, specie nei paesi sunniti (la stagrande maggioranza). Anche questo forse dovrebbe spingerli a più miti consigli e a scegliere la via del compromesso.

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