sabato 31 marzo 2018

I nostri auguri di Pasqua 2018

Papa Francesco ha ricordato il brano della passione in cui la folla grida di liberare Barabba e di crocifiggere Gesù: "“Crocifiggilo!”. Non è un grido spontaneo, ma il grido montato, costruito, che si forma con il disprezzo, con la calunnia, col provocare testimonianze false. E’ la voce di chi manipola la realtà e crea una versione a proprio vantaggio e non ha problemi a “incastrare” altri per cavarsela [..] E’ il grido che nasce dal “truccare” la realtà e dipingerla in maniera tale che finisce per sfigurare il volto di Gesù e lo fa diventare un “malfattore”." La folla che grida crocifiggilo è anche la folla che si adegua al pensiero dominante, che non sa andare controcorrente, che non rischia, anche nella nostra società ci sono i farisei e le élite che manipolano la realtà e molto spesso la gente si adegua a questi pensieri e cultura. Gesù non è un rivoluzionario nel senso di Barabba ma è invece la via che ci porta a Dio a quel Dio nel nome del quale siamo diventati tutti fratelli e sorelle e questo trasforma dal di dentro la vita e il mondo, non ci è richiesto di rivoluzionare l’ordine costituito ma di testimoniare dal dentro un modo diverso di vivere e pensare, nel mondo ma non del mondo. Gesù è la verità, Giovanni Paolo II nell’enciclica VERITATIS SPLENDOR ci ricorda che nell'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio (cf Gn 1,26): “la verità illumina l'intelligenza e informa la libertà dell'uomo, che in tal modo viene guidato a conoscere e ad amare il Signore e quindi anche gli altri”. “Persa l'idea di una verità universale sul bene, conoscibile dalla ragione umana, è inevitabilmente cambiata anche la concezione della coscienza. [..] Spinto alle estreme conseguenze, l'individualismo sfocia nella negazione dell'idea stessa di natura umana” (N32). Noi siamo chiamati a testimoniare la verità e cosi difendere l’idea stessa di natura umana anche di fronte alle voci urlate, conclude infatti il Papa "Di fronte a tutte queste voci urlate, il miglior antidoto è guardare la croce di Cristo e lasciarci interpellare dal suo ultimo grido. Cristo è morto gridando il suo amore per ognuno di noi: per giovani e anziani, santi e peccatori, amore per quelli del suo tempo e per quelli del nostro tempo". Presto la Chiesa esalterà sugli altari i monaci di Tibhirine come testimoni a prezzo della loro vita della fede in Dio e negli uomini, tutti gli uomini. Ma in questi giorni le cronache ci raccontano anche la storia del gendarme francese Arnaud Beltrame che si era offerto al terrorista al posto di una donna ostaggio. Come ha detto il sacerdote che lo ha seguito a partire dalla sua conversione nel 2008 e lo ha preparato al matrimonio religioso “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13). Sapeva che, se la sua vita cominciava ad appartenere a Marielle, era anche di Dio, della Francia, dei suoi fratelli in pericolo di morte. Credo che solo una fede cristiana animata dalla carità potesse richiedergli questo sacrificio sovrumano”.

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