venerdì 20 ottobre 2017

ISIS e curdi cosa succede in IRAQ e SIRIA?

In questi giorni dalla Siria e dall'Iraq sono arrivate due notizie importanti e che indicano che sta forse per iniziare una nuova stagione anche se non è detto sia più pacifica della precedente.
Dopo la caduta a settembre di Deir Ezzor da parte delle forze governative di Assad e dei loro alleati russi e sciiti, ieri è stata liberata dai curdi e dagli americani la città di Raqqa, dichiarata capitale del Califfato ISIS, che già aveva perso Mosul in Iraq l'estate scorsa.
Finisce così lo stato dell’ISIS in quanto area territoriale occupata e controllata, in Siria come in Iraq i vincitori devono ora decidere come gestire interessi differenti. Russi e americani in Siria appoggiano fronti opposti difficilmente conciliabili con in più l’incognita dei turchi e dei curdi.
I curdi che con un referendum hanno dichiarato l’indipendenza del Kurdistan in Iraq, una mossa forse avventata, dovuto ai risultati positivi dei peshmerga curdi nella lotta contro l'ISIS e all'illusione che questo avrebbe agevolato la loro richiesta con il sostegno dei loro alleati sul campo militare. Hanno invece dovuto subito abbandonare Kirkuq occupata dall’esercito di Bagdad e dagli sciiti. Una grave perdita visto che hanno dovuto cedere anche i pozzi petroliferi dell'aerea. Bagdad avrebbe il controllo del 75% dei barili di petrolio al giorno estratti nella regione del Kurdistan, quindi quindi a parte la perdita di un territorio importante come quello di Kirkuk, l'autonomia sarebbe stata di fatto ridimensionata economicamente.;I curdi mantengono comunque il controllo di una vasta area e di Erbil, per ora non c’è stato uno scontro armato ma praticamente dopo averli usati per combattere l’Isis ora rischiano di diventare la causa di un nuovo conflitto perché nessuno, né Turchia, né Iraq, né Iran vogliono uno stato curdo.
Insomma la fine dell’Isis non coinciderà con la fine dei conflitti in Iraq e Siria, inoltre c’è l’incognita di dove finiranno le centinaia di combattenti ISIS scappati da Mosul e Raqqa e che ripercussioni avranno sulle cellule islamiste che da anni si richiamano all’ISIS per compiere attentati.

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