venerdì 24 febbraio 2017

Il caso dell'ospedale S.Camillo è l'ennesimo tentativo di attaccare la libertà di coscienza

Il bando riservato a medici non obiettori al San Camillo di Roma fa tornare alla ribalta dei media e dell’opinione pubblica il tema della tutela del diritto all’obiezione di coscienza per i medici che non vogliono operare l’aborto. Il presidente dell'Ordine del medici di Roma e provincia  aveva chiesto al presidente della Regione Lazio di revocare l'"atto iniquo" affermando che "Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza - spiega - ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica". Il diritto all'obiezione di coscienza è il fondamento della libertà.
In Italia non ci pare ci sia la difficoltà di abortire.Ci sono 100mila aborti all'anno circa, al San Camillo di Roma in un anno sono stati praticati 2400 aborti sui 9600 di tutto il Lazio. Un quarto. La CGIL aveva già provato a mettere in dubbio il diritto all’obiezione di coscienza dei medici per via dell’alta numero di medici obiettori, ricorrendo in Europa, ma il Consiglio d’Europa, garante della  Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) che nel 2016 ha emesso una risoluzione a favore dell’Italia sulla gestione dell’obiezione di coscienza all’aborto.
La regione Lazio sostiene che la decisione del S.Camillo è inerente alla tutela delle donne, noi pensiamo invece che il fine sia quello di attaccare il diritto all’obiezione di coscienza. Esiste un diritto ad essere aiutati a rimuovere le cause che portano una donna alla scelta drammatica dell'aborto. Siccome la Regione Lazio sa benissimo che circa il 40% delle donne che chiedono di abortire lo fa per motivi economici, chiediamo alla Regione Lazio quali e quanti finanziamenti sono stati destinati per aiutare direttamente queste donne al fine di evitar loro il trauma dell’aborto come prescritto dall’articolo 5 della legge 194 . Il movimento per la vita italiano e i CAV hanno dimostrato in questi 40 anni che aiutare queste donne è possibile. Nessuna donna che aiutata ha scelto liberamente di far nascere il suo bambino se ne è mai pentita.

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