venerdì 29 gennaio 2016

FAMIY DAY SI DA SCOLA E BAGNASCO

Una manifestazione «condivisibile» e dalle finalità «assolutamente necessarie». Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha definito la manifestazione a sostegno della famiglia prevista a Roma il prossimo 30 gennaio per chiedere il ritiro del ddl Cirinna’.


«La famiglia non può essere uguagliata da nessun’altra istituzione o situazione», ha aggiunto oggi il presidente dei vescovi. Per il cardinale «la difesa della famiglia, la promozione della famiglia e l’invocazione di sostegni reali, che fino ad adesso sembra che non ci siano, dovrebbe essere voce unitaria di tutto il Paese, di tutte le famiglie italiane, anche in modo diversificati, ma l’obiettivo è assolutamente necessario perché le politiche familiari sono piccolissime».




Tratto da http://www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/scola-evitare-che-l-istituto-familiare-br-che-ha-una-sua-identit%C3%A0-e-fisionomia-precisa-br-venga-sminuito-e-offuscato-da-nuove-leggi-1.122465


Card SCOLA «Molti di loro mi hanno chiesto - spiega il cardinale Scola - un parere sul disegno di legge sulle unioni civili che presto sarà all'esame del Parlamento e sulle manifestazioni pubbliche in programma in questi giorni. Il pronunciamento del cardinale Angelo Bagnasco in sede di Consiglio Permanente Cei con molta chiarezza e pacatezza mostra qual è la posizione che noi sentiamo più adeguata: la famiglia è il rapporto stabile e aperto alla vita tra l'uomo e la donna che - oltre ad approfondire l'amore tra i coniugi - si fa carico dell'educazione dei figli, genera vita e si prende cura di due differenze fondamentali, la differenza sessuale e quella tra le generazioni. Inoltre, la differenza sessuale nella coppia genitoriale è insostituibile per il figlio. I cristiani e i vescovi su questo si stanno esprimendo all'unisono».
Manifestare in piazza o no: che posizione deve assumere un laico cristiano?
Una precisazione: viviamo in una società plurale, in cui si esprimono mondovisioni molto diverse tra di loro, spesso in contrasto. In una simile società è doveroso che ogni soggetto proponga a tutti gli altri qual è secondo lui l'ideale della società, in particolare a proposito di cosa è famiglia. Scandalizzarsi perché cittadini manifestano è profondamente sbagliato. Certo, occorre poi distinguere qual è la responsabilità dell'episcopato rispetto a quella dei fedeli laici, ma di fronte alla manifestazione in programma sabato ci troviamo davanti ad un dato di fatto positivo. Sono certo che dal raduno al Circo Massimo usciranno ragioni adeguate e l'apertura al confronto. Nella nostra società plurale occorre narrarsi e lasciarsi narrare.
Serve una legge sui diritti per le unioni omosessuali?
Anzitutto bisogna evitare che l'istituto familiare, che ha una sua identità e fisionomia precisa, venga non solo sminuito ma anche offuscato da nuove leggi. Questo non significa non riconoscere alla persona omosessuale i diritti che devono essere oggettivamente dati. Questi diritti però devono andare anzitutto alla persona, il più possibile, e garantire la persona stessa. E molti di questi diritti sono già identificati dalle leggi vigenti. Due i punti che comunque devono essere evitati: costruire un impianto di legge che ricalchi l'istituto familiare e ammettere la stepchild adoption, via per giungere massicciamente all'adozione - attraverso la pratica dell'utero in affitto - dei figli per le coppie omosessuali. Corriamo due rischi, il dissolvimento della società e al tempo stesso di mettere al mondo figli orfani di genitori viventi. Il legislatore deve tenere conto di questi dati.

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