venerdì 27 novembre 2015

In merito ai funerali laici a Venezia


In merito ai funerali laici di Valeria a Venezia, ci sembra, nel rispetto di tutti e nella libertà di ciascuno, si debba ragionare un pochino sul fatto di ritenere i segni e la religione cristiana come divisivi....i genitori di Valeria infatti hanno scelto un funerale laico motivandolo cosi «Non abbiamo voluto un funerale cattolico perché mia figlia non ha avuto un’educazione religiosa, ma non sono contraria a una benedizione o all’intervento di un imam» «Volevamo qualcosa che non fosse di proprietà di qualcuno, che non fosse divisivo, ma aiutasse ad unire».
Ci chiediamo ma è il sincretismo o l’anonimato di un rito che ci aiuta ad essere uniti, ci pare proprio di no, per noi questa idea che la religione vado messa da parte per unire è la vera tragedia dell’Europa e forse anche una delle maggiori incomprensioni col mondo islamico che invece per nulla separa la religione dall'aspetto pubblico e perfino politico. La dimostrazione può essere che il solo a non aver rinunciato a rendere pubblica la sua fede nel funerale laico di Valeria è stato l'Iman di Venezia. 

Anche papa Francesco nel suo viaggio in Africa ricorda che Le credenze religiose “influenzano ciò che siamo e la comprensione del mondo circostante”, diventando “fonte di illuminazione, saggezza e solidarietà” ed arricchendo la società. Formando le rispettive comunità, i leader religiosi diventano quindi una “benedizione” per la gente che fa loro riferimento.“In una società democratica e pluralistica come questa – ha proseguito il Santo Padre - la cooperazione tra i leader religiosi e le loro comunità diviene un importante servizio al bene comune”. La collaborazione tra le diverse chiese e comunità è dunque fondamentale per la difesa della “dignità conferita da Dio ai singoli individui e ai popoli, e il loro diritto di vivere in libertà e felicità”, oltre che per la preparazione di “buoni cittadini, capaci di infondere nella società civile onestà, integrità e una visione del mondo che valorizzi la persona umana rispetto al potere e al guadagno materiale”.

Venezuela rischio violenza

Il Venezuela è vicino a una nuova scadenza elettorale importante, le opposizioni a Madouro sembrano intesta ai sondaggi, ma il clima elettorale è molto teso e il rischio che in Venezuela scoppi una vasta ondata di violenza non è da escludere. Durante questa campagna elettorale vari leader del partito di opposizione sono stati aggrediti o hanno subito attentati addirittura ad opera di bande guidate da un sindaco del partito di Madouro. Alla fine c'è scappato il morto uno dei leader dell'opposizione è stato ucciso alla fine di un comizio politico. Se si pensa che l'ex sindaco di Caracas leader dell'opposizione insieme ad altri colleghi sono da più di un anno prigionieri politici si capisce come Madouro e il partito chavista stiano instaurando un regime in Venezuela, vedremo se perderanno le elezioni se rispetteranno il risultato.

giovedì 19 novembre 2015

Per battere il terrorismo serve dare spazio al dialogo fede ragione

Di fronte agli attentati in Francia e alle seguenti notizie sugli attentatori appare evidente che i terroristi erano e sono cittadini europei. Nati e vissuti in Francia e in Belgio.
Hanno fatto le scuole in Francia e quindi hanno visto e vissuto la nostra società quindi potremmo dire sono “persone normali” non possiamo nasconderci questa verità, certo sarebbe più facile forse per noi per giustificare e giustificarci ritenere che sono persone a noi estranee. Invece no sono cresciuti insieme ai nostri figli. Figli di negozianti, autisti di pullman, e tutti poco più che ventenni. Lo stesso si poteva dire dei terroristi che hanno già altre volte hanno colpito in Francia in diverse città.
Da dove arrivano, sempre dai soliti quartieri e dalle solite banlieue parigine come Saint-Denis. Non è infatti nuovo il nome di Moleenbek per esempio, quartiere di Bruxelles da dove sono arrivati anche il franco-algerino autore della strage al Museo ebraico di Bruxelles, e Abdelhamid Abaaoud, il cervello della cellula di Verviers ancora latitante. E ancora: Amedy Coulibaly, che ci ha comprato le armi per il massacro all’Hypercacher, e Ayoub El Khazzani, l’autore della mancata strage sul treno Thalys Amsterdam-Parigi.
Dovremmo chiederci come mai? Un discorso che tenga conto solo del disagio sociale ed economico che si vive in questi quartieri non è sufficiente, la politica assistenzialista che coi sussidi di disoccupazione dà  migliaia di euro ai disoccupati, favorendone l’inerzia nella ricerca di un lavoro, non ha creato inclusione. Inoltre molti di questi giovani non avevano problemi economici. Innanzitutto analizzando le realtà di questi quartieri si osserva che si è permesso il crescere di un humus culturale a noi estraneo e che non cercava di integrarsi ma anzi si contrapponeva a noi ideologicamente. Perché non si è agito innanzitutto culturalmente per limitare il dilagare di profeti di odio e di un pensiero integralista? Forse per paura di uno scontro, forse per un politically correct, che appare anche in questi giorni, che sembra imporci di non chiamare col giusto nome le cose. C’è una ideologia che ha radici religiose. Questo non significa criminalizzare tutti gli islamici ci mancherebbe, sarebbe un errore altrettanto grave, ma ci permetterebbe di incominciare a capire perché un giovane europeo segue l’integralismo religioso. Forse proprio perché in Europa non ha trovato un sentire comune, una cultura rispettosa di alcuni valori, rispettosa della stessa fede, fa riflettere che gli attentati avvengano in Francia, un paese che ha cercato di cancellare la religione dai luoghi pubblici, che ha espresso un laicismo esasperato.
Noi abbiamo rinnegato la nostra storia, la nostra cultura, le nostre radici cristiane e di fronte ad una società svuotata, senza valori, una società evidentemente decadente, questi giovani si aggrappano ad una ideologia per trovare un senso alla loro vita. E qui che si combatte la battaglia per vincere contro il terrorismo offrendo una cultura, un umanesimo cristiano che invece l’Europa e l’occidente continuano a combattere e smantellare pezzo per pezzo. L’allarme lo aveva già lanciato Benedetto XVI a Ratisbona nel 2006 “Nel mondo occidentale domina largamente l'opinione, che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali. Ma le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall'universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime. Una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell'ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture”. Questo è il grave rischio per l’Occidente.
Unultima riflessione va aggiunta sul rapporto tra violenza e religione, è chiaro come disse Benedetto XVI che “La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. Dio non si compiace del sangue, non agire secondo ragione, è contrario alla natura di Dio” e la violenza agisce contro la ragione. Papa Francesco nell’angelus della domenica successiva ai tragici fatti di Parigi ha affermato “Tanta barbarie ci lascia sgomenti e ci si chiede come possa il cuore dell'uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti intollerabili, non si può non condannare l'inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell'odio non risolve i problemi dell'umanità e che utilizzare il nome di Dio per giustificare questa strada è una bestemmia”.

sabato 14 novembre 2015

ATTENTATI A PARIGI

Diversi attacchi terroristi in simultanea a Parigi. Città nel panico e nella paura. Decine di morti. La situazione ancora in evoluzione non permette di avere molta chiarezza sui numeri. Colpi di arma da fuoco in ristoranti, bar e discoteche. Uno o forse due kamikaze alla Stadio di France dove si svolgeva l'amichevole Francia-Germania. Impossibile controllare ogni luogo di una grande città, piccoli ristoranti o locali ma stupisce l'attacco allo stadio di cui non è ancora chiara dinamica e nemmeno il numero delle vittime. Colpisce che diversi gruppi di terroristi possano agire simultaneamente senza che i servizi segreti non si accorgano di nulla. Certo poi come detto non si può controllare ogni luogo ma sembra mancata del tutto l'azione di prevenzione sopratutto in un Paese come la Francia che ha visto nell'ultimo anno attacchi gravi a Parigi che minori su diverse città.

Una parola di cordoglio e solidarietà alle vittime e alle loro famiglie. Una serata tragica che segna ancora una volta la Francia ma tutta l'Europa e non solo e che ricorda a tutti noi come in un mondo globalizzato tutto ci riguarda e non possiamo pensare che tragedie come la Siria e l'Iraq e la guerra in corso nel mondo islamico in generale in Medioriente non ci raggiungano nelle nostre città. Questo non deve farci cadere nella tentazione di odio o discriminazioni o facili semplificazioni ma deve interrogarci sull'immobilismo dei nostri leader politici nel saper leggere e intervenire a livello globale.


mercoledì 11 novembre 2015

In Germania gli intolleranti sono quelli che si reputano paladini dei diritti

In Germania chi dice di combattere per i diritti di tutti e quindi anche quelli LGBT ed è  favorevole all'introduzione dell'ideologia gender nelle scuole poi si dimostra il più intollerante di tutti organizzando uno spettacolo teatrale in cui si incita alla violenza sulle donne attiviste anti-gender nelle scuole, con perfino immagini delle stesse.
Si direbbe ma si una provocazione, se non fosse che queste donne che si sono esposte per combattere l'introduzione dell'ideologia gender nelle scuole tedesche hanno poi subito attentanti e violenze . Se questa è la libertà cosa ci dobbiamo aspettare che chi è contro il pensiero unico dominante non può più parlare? o lo può fare solo a rischio della propria sicurezza? ma quelli dei gruppi lgbt non erano per la tolleranza? e adesso incitano alla discriminazione di chi non la pensa come loro? anche questa è una prova dell'ideologia che si vuole imporre. La tristezza è che nessun politico difenda chi ha idee diverse e tutti siano piegati ai desideri di questa potentissima lobby.

domenica 8 novembre 2015

Spese e sprechi non tutte le Regioni sono uguali

Quando si parla di spese e sprechi delle Regioni e con questo si vuole spingere ad una forte riduzione dei poteri regionali di spesa bisognerebbe sempre ricordarsi che non tutte le Regioni sono uguali e quindi il problema è la buona amministrazione prima di tutto. Questi dati hanno come riferimento la Regione Lombardia (per questo associata ad esso compare 0) , appare chiaro che sia la migliore in termini di spesa.