martedì 14 aprile 2015

Il Papa ricorda il genocidio degli armeni e Gozi rende ridicolo il governo


Di fronte alla posizione del Papa che semplicemente ricorda la realtà della vicenda storica che provocò lo sterminio di più di 1 milione di armeni, dopo la veemente reazione del governo della Turchia che si ostina a non riconoscere le atrocità del 1915, ad imbarazzare più di tutto è il governo Renzi con il sottosegretario Gozi  per l'assurda tesi sostenuta che  è «Inopportuno che il governo italiano prenda posizione». Inopportuno è lui, la sua scarsa formazione politica e storica. Un governo ha l'obbligo di denunciare un genocidio ancor più se i fatti sono grandemente documentati dopo 100 anni di indagini storiche. Ricordiamo che di fronte ad un genocidio riconosciuto l'Onu per statuto è obbligato ad intervenire anche con la forza per fermarlo, se il genocidio viene negato può invece venire perpetrato impunemente senza l'intervento della comunità internazionale. E' ciò che accadde in Ruanda quando a riconoscere il genocidio pubblicamente fu solo Giovanni Paolo II, in quest'ottica il governo italiano avrebbe dovuto cogliere anche l'importanza delle parole del Papa che parlano anche di un genocidio dei cristiani in atto oggi richiamando quindi la comunità internazionale alle sue responsabilità come già fatto il venerdì santo.

L'unico esponente del governo che ha evidenziato la sproporzione delle accuse di Ankara al Papa è stato il ministro degli esteri Gentiloni, a questo punto l'opportunità politica richiederebbe che le imbarazzanti dichiarazioni di Gozi lo portassero a rapide dimissioni.

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