sabato 22 novembre 2014

Sentenza amianto scandalosa sotto molti punti di vista


La sentenza della Cassazione che sul caso Eternit ha prosciolto l’ex proprietario delle fabbrica annullando la precedente condanna. La motivazione secondo la corte, è che il reato è prescritto, la cosa incredibile è che la sentenza afferma che la prescrizione era in atto già fin dal primogrado di giudizio. Giustificato la rabbia dei parenti delle vittime dell’amianto, e del comune simbolo di questa tragedia, Casale Monferrato. L’oggetto del processo «era esclusivamente l’esistenza o meno del disastro ambientale, la cui sussistenza è stata affermata dalla Corte che ha dovuto, però, prendere atto dell’avvenuta prescrizione del reato», avvenuta nel 1986 con la chiusura degli stabilimenti, spiega in una nota la Cassazione.
Con l’assoluzione, inoltre, nessun risarcimento avrà luogo. Stephan Schmidheiny, l'ultimo proprietario della Eternit, invece di gioire della sentenza dovrebbe mostrare empatia e solidarietà per le vittime e le loro familglie ed offririsi di pagare comunque un risarcimento che peraltro aveva gia stabilito nella cifra di alcune decine di milioni di euro, che aveva proposto come soluzione prima del secondo grado di giudizio. Per lui in ogni caso rimane l’oggettiva responsabilità di non aver fatto nulla per evitare le morti per aminato pur conoscendo i rischi.
Lungimirante appare l’allora contestatissima decisione del comune di Casale che nel 2011 si ritirava da parte civile accettando i 18,5 milioni di uno dei due imputati del processo Eternit per disastro ambientale.
Insomma ennesimo fallimento della giustizia in Italia. Adesso viene richiesto da ANM e politica di cambiare la legge sulla prescrizione rinunciando cosi ad ogni possiile tentativo di pretendere una giustizia piu veloce.
Oltre l fallimento della giustizia, non si può porsi domande sulla startegia dell’accusa e dei pm e sul fatto che un processo che si sapeva già prescritto è proseguito.

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