lunedì 7 aprile 2014

20 anni fa la tragedia del Ruanda


Ricorre in questi giorni il ventennale della tragedia del Ruanda, una strage che purtroppo ha insegnato poco, se il segretario BanKiMoon mentre si recava in Ruanda per le celebrazioni, ha ricordato come quella tragedia segnata dall’odio etnico rischia di ripetersi oggi nella repubblica Centro Africana.

Gli odi etnici e gli interessi di parte hanno scatenato la guerra del Ruanda, iniziata ricordiamo, con un attentato politico e proseguita con eccidi efferati e indiscriminati che provocarono in pochi mesi  1 milione di morti, un orrore a cui il mondo purtroppo non ebbe il coraggio di rispondere e di porre fine. In quell’occasione proprio l’ONU falli e gravi responsabilità si debbono attribuire ai suoi dirigenti di allora e a Stati come Francia e Belgio che mandarono un contingente per salvare solo gli occidentali.

Da quella guerra si sviluppò quella poi chiamata prima guerra africana in Congo.

L’Africa ancora oggi vede molte guerre nella sua terra, bisognerebbe che il mondo se ne facesse maggiormente carico per trovare la via della pace .

Anche il Pontefice ha voluto ricordare i venti anni del genocidio in Ruanda contro l’etnia dei Tutsi: “In questa circostanza desidero esprimere la mia paterna vicinanza al popolo ruandese  incoraggiandolo a continuare, con determinazione e speranza, il processo di riconciliazione che ha già manifestato i suoi frutti, e l’impegno di ricostruzione umana e spirituale del Paese”. Incontrando i Vescovi del Ruanda Papa Francesco aveva anche detto «ancora oggi ci sono ferite profonde da guarire», e ha raccomandato l’unità della Chiesa, che proprio in quei frangenti si mostrò debole, Papa Francesco ha detto loro che “superando i pregiudizi e le divisioni etniche, la Chiesa parli ad una sola voce, manifesti la sua unità e riaffermi la comunione con la Chiesa universale e con il Successore di Pietro”. 

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