venerdì 28 marzo 2014

Ma cosa si sono detti Obama e Papa Francesco?


La visita del Presidente Obama a Roma si è appena conclusa. Come appare chiaro anche dalla stampa Usa il centro di questa visita, è stato l’incontro con Papa Francesco, di cui Obama si dice estimatore. L’incontro è stato definito da Obama meraviglioso. Siamo certi della sua sincera ammirazione per Papa Francesco, ma la lettura che molti hanno dato dell’incontro forse è un po’ travisata. Per comprendere meglio cosa c’è stato al centro del loro colloquio è meglio fare riferimento al comunicato ufficiale della Santa Sede.

Stamani, giovedì 27 marzo 2014, S.E. il Sig. Barack H. Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America, è stato ricevuto in Udienza dal Santo Padre Francesco e, successivamente, si è incontrato con Sua Eminenza il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da S.E. Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

I cordiali colloqui hanno permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità internazionale, auspicando per le aree di conflitto il rispetto del diritto umanitario e del diritto internazionale e una soluzione negoziale tra le parti coinvolte.

Nel contesto delle relazioni bilaterali e della collaborazione tra la Chiesa e lo Stato ci si è soffermati su questioni di speciale rilevanza per la Chiesa nel Paese, come l’esercizio dei diritti alla libertà religiosa, alla vita e all’obiezione di coscienza nonché il tema della riforma migratoria. Infine, è stato espresso il comune impegno nello sradicamento della tratta degli esseri umani nel mondo.

E’ quindi chiaro che al centro ci sono stati i temi di attualità internazionale, il dramma dell’immigrazione, con speciale attenzione anche al dibattito in corso negli USA, i diritti umani, la libertà di religione e la libertà di coscienza con riferimento chiaro alla riforma sanitaria di Obama che li contraddice pesantemente. Il Papa ancora una volta ha mostrato di andare dritto ai problemi, con semplicità, gentilizza, spirito di accoglienza, ma senza eluderli, e senza farsi dettare l’agenda dai giornali o dallo stesso Presidente Obama che anche con l’intervista del giorno prima al Corriere chiaramente avrebbe preferito forse centrare la discussione sulla povertà.

giovedì 27 marzo 2014

mercoledì 26 marzo 2014

Adesso Obama scopre l’Europa


Dopo anni di totale indifferenza della sua politica rispetto all’Europa, dopo aver spostato il baricentro della politica americana sul Pacifico, adesso Obama nell’incontro con Herman Van Rompuy a Bruxelles afferma “Il mondo è più sicuro quando Ue e Usa vanno mano nella mano”.

Non neghiamo certo la centralità che l’Asia e il Pacifico hanno sempre piu assunto negli ultimi anni, ma diciamolo Obama ha completamente sbagliato nel trascurare i rapporti con l’Europa. Se si considera che è la sua prima visita da presidente Usa nella capitale dell’Unione europea si capisce quanto poco se ne sia occupato.

Inoltre si dice preoccupato della diminuzione della spesa per la Difesa degli alleati quando lui ha fatto tagli enormi a Difesa Usa. Senza parlare dello scandalo Datagate che ha dimostrato come abbia considerato gli alleati europei come subalterni.

venerdì 21 marzo 2014

Il Papa ai mafiosi: convertitevi

Papa Francesco ha partecipato alla veglia di preghiera in ricordo delle vittime della mafia, subito ha ricordato le famiglie delle vittime "voglio esprimere la mia solidarietà a quanti tra voi hanno perso una persona cara, vittima della violenza mafiosa. Grazie per la vostra testimonianza, perché non vi siete chiusi, ma vi siete aperti, siete usciti, per raccontare la vostra storia di dolore e di speranza" e poi si è rivolto ai mafiosi "Per favore, cambiate vita, convertitevi, fermatevi, smettete di fare il male! E noi preghiamo per voi. Convertitevi, lo chiedo in ginocchio; è per il vostro bene. Questa vita che vivete adesso, non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità. Il potere, il denaro che voi avete adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi, è denaro insanguinato, è potere insanguinato, e non potrete portarlo nell’altra vita. Convertitevi, ancora c’è tempo, per non finire all’inferno".
La Chiesa ha testimoniato negli anni con i suoi sacerdoti e il suo impegno educativo nelle periferie, spirituali e fisiche, l'importanza di una cultura della legalità e la necessità di un impegno civico contro la mafia. Questo appello di Papa Francesco ricorda molto quello che anche Papa Giovanni Paolo II rivolse ai mafiosi ad Agrigento nel 1993 «convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio!». «Dio ha detto una volta: non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio». Anche Papa Benedetto XVI quando si recò a Palermo nel 2010 esortò i giovani siciliani: «Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo».

martedì 18 marzo 2014

Napolitano sul tema del fine vita

Troviamo davvero inopportuna la presa di posizione del presidente Napolitano sul tema del fine vita. Ci chiediamo come mai pone il tema del fine vita solo nei termini sollevati dall’associazione Coscioni e non invece tenendo conto di tutte le famiglie che quasi sempre da sole affrontano con dignità la malattia? Come mai non cita le cure palliative, i medici e gli operatori sanitari che affiancano lodevolmente i malati e le loro famiglie? Come mai non pone il tema della necessità di aiutare economicamente le famiglie con malati? Fa riferimento a migliaia di malati che sarebbero rappresentati dai casi eccellenti di suicidio, perché invece non guarda i dati veri dei medici e degli istituti che si prendono cura dei malati terminali che indicano che i malati terminali non vogliono morire ma vogliono essere curati e accuditi degnamente. Ci sembra alquanto di parte usare l’associazione Coscione e i casi da essa presentati per spingere come dice il Presidente a fare una legge sul fine vita. Come mai non cita mai il problema dell’inizio vita e della difesa della vita, dopo che 600mila italiani hanno firmato la petizione Uno di noi? Come mai non ricorda mai l’impegno di tanti italiani nei centri di aiuto alla vita a fianco delle mamme in difficoltà? Sarebbe questo un atteggiamento super partes, come il suo ruolo auspicherebbe?

lunedì 17 marzo 2014

La vita che nasce non ha colore!

Recentemente la Regione Lombardia ha varato nuove regole per l’accesso al Fondo Nasko e Fondo Cresco di sostegno all’infanzia. Leggi
La vita che nasce non ha colore!

La crisi ucraina è complessa e pericolosa. Prevalga il dialogo

Oggi la crisi ucraina ha segnato una svolta con il referendum che ha dichiarato che la maggior parte della popolazione della Crimea vuole il ricongiungimento della Russia.

Non sappiamo come andrà a finire ma forse conviene rivedere un po' com’è nata questa crisi.

Tutto nasce dalla mancata adesione dell’Ucraina alla collaborazione economica con la Ue decisa da Yanukovic a cui segue una protesta inizialmente pacifica e poi molto dura contro il governo corrotto del filorusso Yanukovic.

Alle giornate di sangue segue la cacciata di Yanukovic e l’intervento dei russi in Crimea che praticamente la occupano e da qui la convocazione del referendum.

Diciamo che se si leggono commenti su diversi siti sulla vicenda Ucraina a seconda della fonte si va dalla tesi dei neofasciti ucraini pagati dagli Usa per strappare l’Ucraina alla Russia fino all’estremo opposto dove la Russia viene paragonata alla Germania degli anni trenta che annetteva territori dove c ‘erano i tedeschi e adesso sono i russi annettono i territori dove ci sono i russi, vedi anche i casi della Transnistria in Moldova, e di Abkhazia e Ossezia del Sud in Georgia.

Queste analisi sono probabilmente lontane dalle vere ragioni che sono principalmente geopolitiche e che vedono contrapposti in una partita internazionale Usa e Russia. Gli Usa hanno appoggiato la rivolta forse scegliendo però gli alleati meno opportuni, che hanno perso il controllo nei giorni della rivolta e nei primi giorni del nuovo governo in cui come prima legge hanno decretato illegale la lingua russa dando adito ai russi e a Putin di ergersi come difensore della minoranza russofona. Putin ha sicuramente spinto Yanukovic a rompere con la Ue e lo dimostrano i 15 miliardi promessi in cambio, una decisione non condivisa dalla maggior parte della popolazione che vede invece nell’adesione alla UE il traguardo di un percorso per raggiungere la piena autonomia dalla Russia e una vera libertà negata dal regime di Yanukovic che ha usato una repressione feroce e spietata e già nel passato ha mostrato di trattare oppositori e nemici politici senza alcun rispetto democratico oltre a rappresentare un sistema corrotto. Lo diciamo non abbiamo nessun rimpianto per la cacciata di Yanukovic. Sicuramente gli Usa non hanno però fatto bene i conti sottovalutando la reazione di Putin che ha subito occupato la Crimea.  Certo l’attuale rischio di una disgregazione dell’Ucraina è anche frutto della sua artificiosa formazione lungo la storia, è da sempre divisa per etnie e tra parte occidentale filo-Ue e orientale filo-russa, ma certamente separazioni non concordate e unilaterali appaiono oggi fuori dalla storia. Certo oggi specie in Europa si respira una nuova aria con tendenze scissioniste dalla Catalogna alla Scozia, e  i ricorsi storici sono vari e in particolare la separazione del Kosovo dalla Serbia ha creato un precedente anche se non riconosciuto dai Russi che ora vorrebbero il riconoscimento della Crimea. C’è anche il caso di Timor Est e del Sud Sudan, ma sia questi casi sia quello del Kosovo furono preceduti da violenze e violazioni dei diritti umani verso le minoranze perseguitate di queste regioni, il caso della Crimea non può certo appellarsi a violenze nei confronti dei russi.

Ogni uso della forza ed escalation militare è oggi da condannare, come l’occupazione delle regioni dell’est da parte dei russi: tutto ciò provocherebbe una crisi gravissima.

Non sappiamo come andrà a finire, se vale di più il referendum e la volontà dei filo-russi di Crimea di tornare con la Russia (anche se la situazione con i soldati russi può essere ritenuta poco libera) o il diritto dell’integrità nazionale dei filo –Ue di Kiev, sicuramente molti errori sono stati commessi e ci auguriamo che prevalga la volontà di una soluzione intermedia che possa rappresentare una vera mediazione tra le parti. Inaccettabile sarebbe una guerra civile dagli esiti disastrosi sulla popolazione.

La Ue e a Mosca sono ormai legate da forti legami economici e interscambi e forse per questo proprio la Germania sembra la più intenzionata a mediare. Gli Usa hanno dimostrato poca attenzione alla Ue che d’altro canto come al solito dimostra di non avere una politica estera comune. La Russia di Putin gioca geograficamente e militarmente da una posizione di superiorità ma deve sapere che la rottura con l’Occidente non produrrà nel medio termine benefici men che meno un confronto armato o la guerra civile in Ucraina.

Sintomo di quello che desiderano le popolazioni è l’impegno delle chiese. Sia le chiese ortodosse di Ucraina che quelle legate a Mosca e quella cattolica di rito orientale premono per un accordo e il mantenimento dell’unità dell’Ucraina. Il desiderio di non accettare più che un governo decida senza tener conto della volontà del paese e del popolo, negli ucraini come in molti russi è forte. Anche a Mosca la gente non simpatizzava certo per la repressione della protesta ucraina, nessuno vuole tornare al tempo sovietico in cui tutto avveniva senza democrazia. Putin dovrà tenerne conto. In fondo l’Ucraina non è certo la Georgia da questo punto di vista, i legami storici e di amicizia tra russi e ucraini sono molto più forti nonostante tutto.


Come aiutare i giovani e rilanciare il mercato del lavoro?

Il Governo Renzi ha parlato di cambiare la legge Fornero sui contratti di lavoro reintroducendo contratti a termine meno vincolati, subito la CGIL si è ribellata e il nuovo ministro Poletti ha invece difeso la riforma dicendo che si posso introdurre dei piccoli cambiamenti.
Diciamo subito che la legge Fornero ha fallito completamente , introducendo più vincoli e meno agevolazioni per i contratti a termine e per gli apprendistati ha determinato un crollo di quest’ultimi e quindi non ha favorito l’introduzione di giovani nel mondo del lavoro. Certo bisogna stare attenti ad abusi e forse le 8 proroghe permesse da Poletti vanno ridotte , ma bisogna sbloccare le assunzioni anche a tempo determinato perchè come dice Poletti dopotutto sono quelle che più tutelano avendo malattia e ferie, mentre se si punta in una fase di crisi solo a contratti a tempo indeterminato il rischio è che prevalgono contratti ancora con meno garanzie , o finte partite IVA o la disoccupazione. Facciamo una prova , perchè la legge Formero ha fallito, a tale proposito alcune scelte del Governo Monti cominciamo a capirle solo ora e il giudizio a posteriori è del tutto negativo.

Utero in affitto: sentenza creativa

E’ di qualche giorno fa una scandalosa sentenza del tribunale di Milano. I fatti. Una coppia che non riesce ad avere figli si rivolge a una clinica di Kiev perché proceda alla maternità surrogata (o utero in affitto)....  Leggi un nostro articolo su http://www.movimentovitamilano.it/utero-in-affitto-sentenza-creativa/

martedì 11 marzo 2014

La presenza di donne e uomini una ricchezza ovunque tranne che in famiglia?

Lettera pubblicata su Avvenire il 12 Marzo 2014
In questi giorni abbiamo assistito alla richiesta di garantire la parità di genere in politica, in Italia è stata approvata anche una legge la 120/11 che tutela l'equilibrio tra i generi negli organi delle societa' quotate. Perchè queste richieste e queste leggi? Perchè, si sotiene, la presenza di donne e uomini, cioè la differenza di genere, rappresenta una ricchezza per la società. Ci chiediamo perchè si sostiene che la presenza di uomini e donne in egual misura nella società e nella politica è una ricchezza, mentre si pretende che questa presenza di un uomo e di una donna sia annullata e non garantita ai bambini con un derivira nella definizione della famiglia che tende a negare la differenza di genere?

lunedì 10 marzo 2014

Prima famiglie e imprese poi le associazioni di categoria. Grande Renzi

Grande Renzi nell'intervista a "Che tempo che fa".
Interrogato sui temi economici ha detto "Prima famiglie e imprese poi le associazioni di categoria". Un cambio deciso nell'approccio e nelle priorità. Vedremo i fatti ma l'approccio ci piace. Renzi ha detto "Non dobbiamo pensare a un derby Confindustria-Cgil, perché se cominciano così possiamo chieder loro: cosa avete fatto in questi ultimi 20 anni per cambiare l'Italia?" Ce lo chiediamo anche noi.
Bene anche le precisiazioni sui corsi di formazione e su cosa bisogna chiedere a chi viene aiutato coi sussidi e contributi.
Renzi ha detto: "Avremo sindacati contro? Ce ne faremo una ragione". Anche noi. La musica deva cambiare per tutti, speriamo sia vero.

http://video.repubblica.it/dossier/governo-renzi/renzi-avremo-sindacati-contro-ce-ne-faremo-una-ragione/158644/157137