mercoledì 29 gennaio 2014

L’India è davvero pacifica e tollerante?


L’India è sempre stata associata insieme all’induismo, alla tolleranza e alla non violenza forse per la grande figura di Ghandi. Ma è proprio vero che è cosi oggi?

Dobbiamo constatare che l’India non è innanzitutto un paese per donne, nell’ultimo anno è spesso al centro delle cronache per brutali episodi di violenza sulle donne, stupri e omicidi, direte che sono fenomeni presenti in molti paesi ma in India assumono una particolare violenza dovuta a stupri di gruppo, ad una visione culturale, che tende a giustificare la violenza sulla donna, spesso infatti alla violenza e perfino agli omicidi corrisponde non una condanna ma la protezione delle autorità: come avvenuto in un villaggio nel quale il capovillaggio ha ordinato lo stupro di gruppo come punizione per una ragazza, o l’impunità per le violenze sulle vittime che denunciano, come la ragazzina bruciata dopo due stupri per aver denunciato. Certo l’opinione pubblica ha reagito di fronte ai casi più eclatanti ma sono solo i primi passi verso una cultura differente.

L’India si caratterizza in molti stati anche per la presenza di fondamentalisti e nazionalisti indù responsabili di attacchi a cristiani e musulmani. In particolare i cristiani sono stati vittimi di uccisioni e di persecuzioni in molti villaggi . L’India poi ha come cultura, derivante dalla religione induista la divisione della società per caste e i dalit, gli intoccabili, oggi spesso cristiani, sono emarginati e discriminati e gli unici che li difendono sono appunto i cristiani e la Chiesa indiana che per questo subisce delle ritorsioni e delle violenze.

Un altro aspetto, certo non secondario nel creare una società e una cultura contrarie all’accoglienza e che mina un basilare concetto di eguaglianza, è quello dei milioni di aborti selettivi delle bambine. Un fenomeno diffusissimo in India come ricordava anche Santa Teresa di Calcutta, e che ha portato in alcune regioni a proibire le ecografie come strumento di prevenzione. Oggi poi si affaccia un nuovo problema, il fenomeno di utero in affitto che va a colpire ancora le donne più povere.

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