mercoledì 28 agosto 2013

Siria: Una guerra si sa sempre come inizia e mai come può finire

Fino ad oggi ciò che ha caratterizzato la guerra civile siriana sono state le stragi compiute  tra il regime di Assad e i suoi oppositori dove una componente non secondaria è rappresentata da formazioni integraliste islamiche vicine ad Al-Quaida e fortemente  anti–cristiane, stragi il cui prezzo è stato pagato dalla popolazione civile, e dall’altro canto dalla paralisi della diplomazia internazionale incapace di guidare e indirizzare le parti verso un dialogo per ristabilire la pace.

Le migliaia di morti e i milioni di profughi siriani, molti stanno giungendo anche sulle nostre coste e certamente non si potrà semplicemente rispondere col rimpatrio in una zona di guerra, sono passati sotto il silenzio generale, anche dei soliti pacifisti che si fanno sentire solo quando intervengono gli Stati Uniti.
Obama ha mostrato in questa circostanza tutta la sua mancanza di leadership a livello internazionale. Ora dopo aver indicato una linea rossa mettendo come limite l’uso delle armi chimiche, ultima atrocità inaccettabile del regime del tiranno Assad, deve far qualcosa per non perdere di credibilità.

Ma la situazione in Siria coinvolge tutto il modo arabo e le sue diverse fazioni e componenti e diversi stati confinanti. Un intervento militare solo per mostrare i propri muscoli e recuperare un ruolo o peggio un intervento stile Libia potrebbe provocare un’escalation e delle conseguenze terribili e non prevedibili.
L’Iran si troverebbe senza Assad ancora più isolato e infatti ha già detto che attaccherà Israele, molto improbabile come una medesima reazione della Siria, più probabile l’utilizzo delle milizie di hezbollah sue alleate e punto di riferimento in Libano. Questo porterebbe ad una guerra Libano – Israele. In Siria c’è la più importante base militare russa fuori dai propri confini. Non abbiamo la minima idea di quello che può provocare un attacco alla Siria nei rapporti con Mosca. Anche le pressioni dell’Arabia Saudita e in modo minore della Turchia non sono certo indifferenti in  questo scenario.
Sarà una Guerra senza avvallo dell’Onu, inoltre non si sa cosa succederà se gli attacchi aerei da soli non bastassero e chi ne beneficerà visto che anche i ribelli si sono macchiati di atrocità.

Insomma tutto lascia presagire che l’uso delle armi può solo peggiorare una situazione già ampiamente fuori controllo.
Come ha detto Papa Francesco “L’aumento della violenza in una guerra tra fratelli, con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi- avverte Bergoglio-.Non è lo scontro che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo”

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