mercoledì 26 giugno 2013

Eutanasia e testamento biologico

Il tema dell’eutanasia è purtroppo sempre di attualità sia in Italia che in Europa, perché alcune lobby e partiti spingono per allargare le situazioni in cui applicarla dove le leggi la permettono già, e per approvare nuove leggi per legalizzarla dove invece è vietata.
Dopo il naufragio della Legge sul fine vita, che definiva chiaramente dei limiti alle dichiarazioni anticipate, e che metteva esplicitamente fuori legge ogni tipo di eutanasia, oggi varie componenti culturali rilanciano il tema delle DAT e quindi i registri del testamento biologico a partire dalle grandi città, per riuscire ad ottenere una legislazione favorevole con una deriva che spinge nella direzione di un abbandono dei malati, e a ridurre l’autodeterminazione a un diritto di proprietà sulla vita che porta a porre termine alla vita dei malati che lo richiedessero. Si cerca di ottenere così quello che non si è approvato in Parlamento partendo dal livello locale, pur sapendo che (per come è organizzata la materia a livello costituzionale e per la gestione della sanità) ben difficilmente i provvedimenti nei Comuni avranno validità giuridica.
La deriva di una simile impostazione che si prefigura nelle varie nuove proposte sul testamento biologico è stata segnalata tra l’altro dall’oncologa Sylvie Menard che ha partecipato al Convegno organizzato dal Movimento per la Vita Ambrosiano e anche all’audizione al Comune di Milano

leggi il resto dell'articolo su cultura cattolica

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.