mercoledì 29 maggio 2013

Quando una minoranza impone un'agenda politica non ci si può astenere

In merito al referendum svoltosi a Bologna sulla richiesta (l’opzione A) ti togliere i finanziamenti alle scuole materne private vorremmo fare alcune considerazioni a partire dal risultato: hanno partecipato al referendum solo il 28% dei cittadini, ha vinto l’opzione A a cui sono andati 50.517 voti (pari al 59,00%) contro i 35.160 voti (pari al 41,00%) per l’opzione B che si opponeva al referendum.
Certamente la bassissima affluenza depotenzia di molto il risultato. Preoccupa però come una minoranza possa determinare ed imporre un’agenda politica che gli stessi fautori del referendum si ripropongono ora di portare a livello nazionale. Desolante la partecipazione dei sostenitori delle scuole paritarie e del mondo cattolico che evidentemente dopo anni di silenzio e mancanza di dibattito su questi temi appare freddo ed insensibile al pericolo.
Pericolo ancora più grave perche la stessa minoranza che sosteneva questo referendum è quella che vorrebbe insegnare nelle scuole modelli familiari e di modelli educativi perlomeno molto discutibili e sicuramente contrapposti a quelli delle associazioni o religioni che sostengono le scuole paritarie, prima era ragione, almeno dovrebbe esserlo, dell'iscrizione dei bambini in queste scuole.

A Bologna frequentano le scuole paritari 1.459 bambini più 1.736 bambini per la scuola paritaria convenzionata. Un rapido conto partendo dal fatto che ogni bambino ha 2 genitori e 4 nonni, ci dice che forse nemmeno i diretti interessati hanno sostenuto la loro scelta di scuola. Varrebbe forse la pena in modo del tutto provocatorio alzare loro le quote d’iscrizione a pari di quelle che il comune sostiene per i posti nelle scuole statali, forse capirebbero che i loro diritti devono essere difesi con una partecipazione attiva.

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